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I fascisti del terzo millennio. Sit in della paura a Roma


I fascisti del terzo millennio li troverete stamattina a Roma. Sono loro stessi a chiamarsi così, e al grido di «Giovinezza al potere» arriveranno da tutta Italia in piazza della Repubblica. Cinquemila, dicono loro. Una quarantina di loro, sostengono i collettivi universitari di sinistra, sono quelli che li avevano aggrediti il 15 marzo all’Università romana di Tor Vergata. Altri si erano resi protagonisti, il 14 aprile all’ateneo Roma Tre, di uno scontro armato con i militanti del centro sociale Acrobax. E ricordate gli scontri di Piazza Navona nel 2008?

La polizia è in stato d’allerta. Alcune vie del centro saranno presidiate da forze dell’ordine in assetto antisommossa. A due passi, a piazza Ss Apostoli, stamani ci saranno gli studenti di sinistra della Sapienza e dei movimenti antifascisti. Ci dovevano essere anche quelli dell’Anpi, ma ufficialmente si sono sfilati. «Siamo tutti d’accordo nel non reagire alle provocazioni », dice Cosimo Alvaro dei collettivi universitari. C’è stata pure un’assemblea, insieme ai disobbedienti della Rete Uniriot, dove si è stabilito «di sfuggire alla logica degli opposti estremismi». Da sinistra si moltiplicano gli appelli per un svolgimento «pacifico e democratico» della giornata. Ieri ilPd capitolino parlava di una «possibile offesa alla città». Il fatto è che si tratta di una storia nata male e cresciuta peggio, ma non poi così strana di questi tempi. In un primo momento la questura aveva deciso di annullare il corteo organizzato da Blocco studentesco e Casapound (che ne è la costola originaria).
Alla fine la decisione è stata di autorizzare un semplice sit-in, nonostante la crescente tensione, nonostante i numerosi appelli della sinistra. Pochi giorni fa il capogruppo Pd in Campidoglio, Umberto Marroni, parlava della manifestazione del blocco come «di una vera e propria marcia su Roma che non fa altro che creare un ulteriore fertile terreno di scontro».

Il fatto è che i fascisti del terzo millennio pare godano di simpatie altolocate. Per sbloccare la querelle della manifestazione di oggi si sono mossi ben trentadue parlamentari del Pdl, sottoponendo un’interpellanza urgente al ministro Maroni. Una delegazione del Blocco si era presentata insieme al deputato pdl Francesco Aracri e ai due consiglieri capitolini Ugo Cassone
e Luca Gramazio, portando «un dossier sulla aggressioni cui siamo stati bersaglio negli ultimi anni». Altro che: le organizzazioni degli studenti di sinistra affermano che Blocco Studentesco altro non sia che la costola movimentista del Partito delle libertà.

Ieri l’altro gli studenti medi e universitari antifascisti hanno presentato un appello (firmato tra gli altri da Alberto Asor Rosa, Margherita Hack, Erri De Luca e Marco Tullio Giordana) volto a far «aprire gli occhi sulla vera natura di questa organizzazione neofascista sostenuta dal Pdl». Così, mentre i destri promettono solo «una festa per tutti gli studenti», scorrono le immagini dei pestaggi di piazza Navona dell’ottobre 2008, con i militanti del Blocco armati di cinghie, caschi da motociclista e manici di piccone da una parte, e gli universitari di sinistra con le seggiole da bar. I ragazzi che stamani saranno ai Ss. Apostoli sperano in una forte partecipazione. Ma sono preoccupati. Non ci girano intorno: «È semplicemente inaccettabile la copertura politica e istituzionale che viene garantita a questa organizzazione. Avevamo convocato una conferenza stampa per dire queste cose, avevamo portato argomenti molto seri, ma la cosa è stata praticamente ignorata», lamenta Cosimo, che ricorda come dopo le aggressioni di Roma Tre il Comune aveva pensato bene di dare la propria solidarietà.

Non è l’unica, curiosamente. Una, imprevista, è arrivata al Blocco con l’appello firmato tra gli altri da Ritanna Armeni, Piero Sansonetti, dal direttore di Radio radicale Massimo Bordin, dal sociologo Alberto Abruzzese e dalle deputate Pd Rita Bernardini e Paola Concia, che hanno firmato «per il diritto a manifestare liberamente e pacificamente, pietra angolare della democrazia che va difeso e garantito sempre ». L’apologia del fascismo è reato, ripetono i ragazzi dei collettivi, dicono, mostrando il simbolo scelto dal Blocco, «assai assomigliante a quello di un’organizzazione fascista britannica degli anni 30, la British Union of Fascists». In effetti, l’armamentario e il vocabolario di Blocco studentesco e Casapound suona sinistramente familiare.
«Siamo il pensiero che diventa azione»: illuminante il sito ufficiale. «Giovinezza al potere! Una parola d’ordine, una volontà, un obiettivo». Ancora: il Blocco studentesco è «un movimento rivoluzionario», «un’avanguardia dello stile». Altro che terzo millennio.

Fonte: Unita.it

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