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Fede: "Visto? Ho mandato Santoro a quel paese"




E al minuto 125 di Annozero, Emilio Fede si alza e se ne va.
«Mi chiederanno i danni».

Addirittura.
«Ho armeggiato un po’ col microfono, non riuscivo a capire come togliermelo, così l’ho rotto».

Quando se n’è andato tutti in studio hanno fatto finta di niente.
«C’era poco da far finta di niente, ero già intervenuto due o tre volte... Già il titolo della trasmissione, “Ha vinto lui?”. Avrebbero dovuto mettere un punto esclamativo, non interrogativo».

È stato un’ora a scuotere la testa.
«Ma sì, anche quel servizio sul lavoro nero, con i due maghrebini che si arrampicano in cima alla gru. Ammesso che non sapessero che c’erano le telecamere, è indecente utilizzare un episodio per dimostrare che siamo un Paese razzista!».

Ma è sull’intervento di Beppe Grillo che si è indignato all’urlo di “è la vergogna delle vergogne”.
«Non ne potevo più: cazzo, culo, hanno detto di tutto».

Era un comizio di Grillo.
«Quello di ritrasmettere Grillo e affidare a lui la responsabilità degli insulti è il solito alibi di Santoro, il lupo perde il pelo ma non il vizio».

Lei già lì ha dato in escandescenze.
«Ho detto che saprei io dove buttarlo Grillo col suo canotto: nel Lambro».

Per la precisione: «Nel Lambro inquinato».
«Poi è arrivato uno trasandato, col capello lungo».

Andrea Scanzi della «Stampa», autore del libro «Ve lo do io Beppe Grillo». Diceva che insistere sulle parolacce del comico è un’ipocrisia, perché i politici ne dicono di peggiori.
«È Grillo l’unico simbolo degli insulti».

Scanzi ha citato anche Berlusconi che...
«Guardi che non si tratta di difendere Berlusconi, avrei difeso anche Prodi: ci vuole rispetto per le istituzioni».

Così impara ad andare nella tana del lupo, direttore.
«Mal me ne incolse».

E sì che lo aveva detto. 15 aprile 2009, Tg4: «Se Santoro mi invitasse direi grazie no, ho di meglio da fare».
«Eh, ma poi lui mi ha fatto una telefonata cortese di solidarietà dopo che l’illustre conduttore di Matrix...».

Alessio Vinci.
«Io lo chiamo si-si, iu-iu, tu-tu».

«See you soon», dice alla fine di ogni puntata.
«Ha detto che io sono il passato. La verità è che io un passato ce l’ho, e pure un presente e un futuro. Lui invece non ha passato né presente né futuro».

Dicevamo di Santoro.
«Mi ha chiamato dicendo che io sono un maestro di giornalismo e...».

E lei ha creduto al lupo travestito da nonna.
«Ma no, gliel’ho detto quando mi ha invitato in trasmissione: “Vengo ma se mi interrompete vi mando a fare in c... in diretta”».


Ohibò, la parolaccia!
«Comunque, diciamo che involontariamente mi sono fatto portavoce di chi, e sono sempre di più, guarda Annozero con orrore. E ho dimostrato che si può anche mandarlo... a quel paese».

Non sarà che se n’è andato per fare il personaggio?
«Io non ho bisogno di medaglie: dirigo il Tg4, ho fatto servizi importanti per Tv7, ho portato l’informazione a Mediaset, ho annunciato per primo la Guerra del Golfo...».


Va bene, va bene, pietà.
«Ventisette anni in Rai e venti a Mediaset fanno 47 anni di professionalità televisiva, che mi consentono di dire la mia e di essere credibile».

Meno di un mese fa lei diceva che Santoro lo avrebbe voluto in squadra, e pure Marco Travaglio.
«Ci vorrebbe un Travaglio da questa parte, sì. E Santoro è un grande professionista, che però si è messo al servizio della faziosità»

Hanno cercato di imbavagliarlo e lui, così dice, con «Rai per una notte» ha fatto 6,3 milioni di ascolti fra web, piazze e televisioni.
«Lui dice che ha fatto Banzai, io dico che ha fatto Bonsai».

Il ritorno mediatico lo ha avuto.
«Infatti: ha solo trovato il modo per far parlare di sé. Ma l’autoelogio non paga mai».

Come che sia dopo un mese di stop ad «Annozero» non è cambiato nulla.
«Non si possono fare processi in tv a chi è già sotto processo davanti alla giustizia, è un’intromissione. E l’informazione deve essere rispettosa delle istituzioni».

Sdraiata insomma?
«No: obiettiva e onesta. Se Annozero fa il processo a me e la mia difesa è affidata solo a un avvocato che non riesce quasi a prendere la parola, non c’è parità».

L’ipotesi di «compensare» con un Santoro di destra?
«Non pareggerei uno che insulta e aggredisce da sinistra con uno che insulta e aggredisce da destra. Se no si eccitano gli animi e arrivano i matti come quello in piazza Duomo ha aggredito il premier. Dai grillini al grilletto il passo è breve». [

Da direttore, che ne pensa del «metodo Minzo»?
Sarebbe a dire?».

I conduttori del Tg1 rimossi dal video...
«È normale che un direttore voglia cambiare i conduttori, mica le nomine si fanno ab aeterno!».

Lei lo ha fatto?
«Io li ho cambiati pure se non mi piaceva il loro look, figurarsi».

La sua è una dittatura, lo sanno tutti.
«Li invito a cambiarsi, se non lo fanno li rimuovo. A Francesca Senette ho tolto l’incarico a Sipario per quel modo di vestire sbirullo».

Al Tg1 però parlano di «epurazione» di chi dissente da Augusto Minzolini, il direttore.
«Ah ah ah! Ma quale epurazione, io l’ho diretto il Tg1, quello è un uragano tropicale, dia retta a me».

Dopo la fuga da Annozero, Santoro l’ha chiamata?
«Mi ha chiamato il suo coordinatore, per scusarsi e chiedermi se mi ero arrabbiato».

E lei?
«Si arrabbiano i cani, io esprimo pareri».

Fonte: IlGiornale.it
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