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LE QUATTRO ECCEZIONI - A Milano i giudici dell'Ufficio centrale regionale della Corte d'Appello avevano decretato lunedì la non ammissione della lista per l'irregolarità di 514 firme, che aveva portato le sottoscrizioni valide necessarie per presentare la lista sotto la soglia di 3.500, e in particolare a 3.421. Martedì i rappresentati della lista hanno presentato un ricorso dove, punto su punto, rispondevano alle quattro eccezioni sollevate dalla corte d'appello, ossia la mancanza del timbro tondo sui moduli, della data e del luogo dell'autentica di alcune firme, e della mancanza di qualifica degli autenticatori delle firme stesse. Mercoledì sul ricorso ha deciso lo stesso collegio, che aveva emesso il primo provvedimento di esclusione: così è previsto nella procedura relativa ai procedimenti in materia elettorale.
POLVERINI: ACCETTO DECISIONI - Sul fronte laziale, la giornata di Renata Polverini è cominciata all'alba con una visita all'ospedale Israelitico di Roma. E la candidata del Pdl, assediata dai giornalisti, commenta con una battuta l'esclusione del suo listino dalla competizione elettorale: «Levataccia? Dato che non ci escluderanno ne faremo per tutto il mese». Ma poi sottolinea: «Accetterò qualunque decisione, perché ogni organismo si esprime secondo la sua competenza».
COLLOQUI CON FINI E LETTA - In mattinata la candidata ha avuto due appuntamenti politici: prima con il sindaco Alemanno e il presidente della Camera Fini, poi con Gianni Letta. «Abbiamo fatto una ricognizione della situazione - spiega la Polverini -. C'è ancora una piccola questione procedurale che riguarda il listino, su cui penso avremo presto una risposta. Abbiamo quindi definito quello che accadrà se, come io credo, il listino tornerà in campo. La mia lista c'è e quindi proseguiamo in questa bellissima avventura».
LISTA CIVICA, RIAMMESSI DUE CANDIDATI - «Sono giornate difficili durante le quali le cose vanno fatte con calma - ammette la candidata una volta tornata nel suo comitato elettorale -. Rimango serena perché so che questi, se pur gravi, sono incidenti di percorso che vanno affrontati. Sapevamo che sarebbe stata una battaglia dura, ma noi andiamo avanti». Quindi ha sottolineato che la sua lista civica, "Renata Polverini presidente", è stata ammessa in tutte le cinque province del Lazio. Un dato confermato dalla capolista a Roma Mariella Zezza: «La lista civica Polverini è stata ammessa senza riserva nelle cinque province del Lazio, dunque anche a Roma». In realtà il Tribunale di Roma aveva chiesto approfondimenti su tre candidati, relativi a un luogo di nascita errato, a un certificato elettorale e alla posizione di un terzo candidato. «È stata già presentata per due di loro idonea documentazione a sanatoria delle anomalie riscontrate - ha spiegato Zezza -. La terza candidatura invece non è stata perfezionata. Confermiamo che anche nelle altre quattro province le liste sono state accettate regolarmente e non è stato fatto alcun rilievo». Infatti l'Ufficio centrale della Corte di Appello ha accolto il ricorso e riammesso le candidature di Ettore Viola e Valeria Giuseppa Gangemi nella lista civica Renata Polverini presidente.
MOBILITAZIONE IN PIAZZA FARNESE - Intanto la candidata alla presidenza del Lazio non sta con le mani in mano. E annuncia: «Giovedì alle 17 in piazza Farnese ci sarà un momento di grande mobilitazione con tutti i consiglieri candidati del Pdl ma anche con tutte le persone che in queste ore stanno scrivendo al comitato, che ci stanno contattando». Anche oggi, «tra un impegno e l'altro», la Polverini farà tappa a piazza Farnese per partecipare alla "maratona oratoria" che il Pdl ha organizzato contro l'esclusione della lista nella provincia di Roma.
ATTESA PER IL RICORSO - Il Pdl è in fervente attesa per l'esito del ricorso presentato alla Corte d'Appello di Roma dato che il rigetto del listino farebbe cadere automaticamente la candidatura. In tribunale sono andati il coordinatore regionale Vincenzo Piso, il responsabile elettorale Ignazio Abrignani e il vice coordinatore Alfredo Pallone, la mancanza della cui firma sulla documentazione ha causato la non accettazione del listino. Pallone ha spiegato che nel ricorso ci sono due rami di documentazione: il primo è la ratifica della sua firma, il secondo è un documento nel quale viene espressa la tesi secondo cui per la validità della presentazione, ai sensi di legge, sarebbe bastata anche solo la firma del procurato principale, cioè Piso. «Abbiamo fornito un'ulteriore integrazione della documentazione per il listino del candidato presidente - ha spiegato quest'ultimo -, riteniamo che sarà risolutivo». «Spero che entro poche ore questa situazione si risolva» ha aggiunto Abrignani. La Corte d'Appello ha 48 ore per pronunciarsi sul nuovo ricorso, fino a venerdì mattina.
LA RUSSA: «PRONTI A TUTTO» - La tensione è stata rinfocolata, con nuove polemiche, dalle dichiarazioni che il ministro della Difesa La Russa ha rilasciato in due interviste: «Non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto». Immediata la reazione del Pd e dell'Idv. «Se presi sul serio, questi vaneggiamenti mi preoccuperebbero, specie se detti dal ministro della Difesa» ha detto il leader dei democratici Pier Luigi Bersani. «Il ministro La Russa forse pensa di organizzare una nuova marcia su Roma? Se fosse così, ricordiamo a lui e a tutto l'esecutivo che l'Italia è ancora una democrazia, dove le sentenze dei giudici si devono rispettare e dove i cittadini non devono essere istigati a compiere reato» ha ironizzato l'eurodeputato dell'Idv Luigi De Magistris.
Fonte: Corriere.it
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