MILANO - «E' sul federalismo e sulle riforme che si è vinta la battaglia elettorale». Umberto Bossi mette subito le cose in chiaro: se c'è qualcuno che può davvero cantare vittoria in questa tornata elettorale quello è proprio il popolo leghista. Il «derby» del nord con il Pdl è stato vinto dal Carroccio, che diventa il primo partito in Veneto e che aumenta i propri consensi in Lombardia (è la prima forza politica nelle province di Bergamo, Como, Sondrio, Lecco e vicino al sorpasso a Como) e in Piemonte, mentre nelle stesse regioni il partito di Silvio Berlusconi perde terreno rispetto alle elezioni europee di meno di un anno fa. Ma il Senatùr questo dato preferisce non sbandierarlo più di tanto davanti alle telecamere. E preferisce puntare sullo spirito di coalizione, rilanciando la palla sul campo avversario: «Al nord la sinistra non esiste più - ha detto -. Ci sarà pure un motivo se gli operai hanno smesso di votarla». Poi un pensiero all'alleato: «Berlusconi i voti se li è presi». E una rassicurazione: «Non ci sarà battaglia nel Pdl» perché il solo dato che conta «è che la sinistra che è andata a picco, è andata ko». E quindi «adesso facciamo le riforme».
«ORA IL FEDERALISMO FISCALE» - «I nostri governatori metteranno le ali alle rispettive regioni - ha detto ancora il Senatùr - e quindi anche al Paese. Meno male che ha vinto la Lega». Piemonte e Veneto, ha poi annunciato, saranno le prime regioni «a sperimentare il federalismo fiscale». E quanto ai risultati positivi ottenuti dove il candidato era espressione del Carroccio - secondo i dati dei leghisti Cota avrebbe vinto la sfida con Mercedes Bresso, anche se i dati del ministero danno ancora una situazione di testa a testa -, Bossi ha spiegato che la Lega aveva chiesto il Veneto e il Piemonte e che la vittoria in queste due regioni era attesa «perchè abbiamo messo due persone brave». E quanto alla Lombardia, «la Lega era la chiave giusta per rinnovare il Paese, i lombardi sono un popolo sveglio, sono stati i primi a capirlo».
«FEDERALISMO A OGNI COSTO» - «Nella maggioranza siamo impegnati per la difesa del federalismo - ha poi spiegato il capo leghista rispondendo a chi gli chiedeva cosa cambia nella coalizione di governo -. La gente vuole il federalismo a qualsiasi costo. Una volta dicevano che la Lega voleva il federalismo per distruggere lo Stato. Non è così, la gente vuole il federalismo e noi lo faremo subito». Detto questo, secondo Bossi, «gli equilibri nel governo non cambiano» perché «con Berlusconi troviamo sempre l'accordo per il federalismo». Quanto al presidenzialismo annunciato dal premier, ha affermato: «Nel federalismo si può mettere anche il presidenzialismo». Poi, in un secondo tempo, ha aggiunto: «Il Pdl è l'unico partito che ha resistito allo tsunami sollevato dalla Lega». Ma a scanso di equivoci ha lanciato anche un avvertimento: «io sono l’arbitro della situazione». E sul rapporto con i centristi di Casini: «L'Udc glielo lasciamo volentieri - ha detto parlando a Rosy Bindi durante Otto e mezzo -. Abbiamo visto che anche al nord vinciamo senza Udc». Ma con i centristi, gli è stato fatto notare, il centrodestra avrebbe vinto in Puglia... «La Puglia è importante - ha replicato Bossi - ma sono stati fatti degli errori, hanno ritardato a mettere i candidati giusti».
IL PROSSIMO SINDACO DI MILANO - Il successo leghista nel nord è però indiscusso. In Lombardia il Carroccio ha guadagnato (stando alle proiezioni) circa quattro punti rispetto al risultato delle europee dello scorso anno e si attesta ora tra il 26 e il 27%. E quindi si pone il dubbio sulla candidatura di un leghista a sindaco di Milano. «Per ora metto il mio nome - ha detto Bossi a chi gli chiedeva un parere in proposito -, poi deciderà il Consiglio federale».
Fonte: Corriere.it
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