BARI - Con una videolettera sul suo sito il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola replica alle notizie su una sua presunta iscrizione nel registro degli indagati nell'ambito di una inchiesta sulla sanità in Puglia sottolineando come da un anno si sollevino polveroni nei suoi confronti. «Cari pugliesi vi racconto una storia - esordisce Vendola nel filmato - il prof. Logroscino è uno scienziato di fama mondiale, associato all'Università di Harvard, presiede a livello mondiale una società per le scienze neurodegenerative, il prof. Logroscino ha una caratteristica è un pugliese, è un barese, è uno dei tanti uomini del Sud che per poter esprimere a pieno il proprio talento sono emigrati lontano dalla propria terra. Io - racconta Vendola - ho parlato nel corso degli anni, al telefono, ed ho incontrato il prof. Logroscino e gli ho detto ma perché non torna in Puglia, perché non mette a disposizione del nostro territorio il suo straordinario talento? Il prof. Logroscino ha riflettuto ed è tornato ed oggi lavora in Puglia. I giornali di questa mattina - incalza Vendola - titolano di una probabile iscrizione nel registro degli indagati del Presidente della Regione Puglia per questa storia che riguarda il prof. Logroscino. Cioè in una Italia in cui puoi diventare primario anche se sei ignorante come una capra, purché tu sia ben protetto dai partiti, noi abbiamo costruito una storia differente. È difficile per me - rileva ancora Vendola - poter immaginare di essere iscritto nel registro degli indagati per qualcosa per la quale pensavo di dover prendere una lode, di essere oggetto di pubblica gratificazione».
Nichi Vendola risponde così alle voci circolate in queste ore a Bari in merito all'ipotesi di una sua iscrizione nel registro degli indagati, per concussione, nell'ambito di inchieste sulla sanità nella regione. L'episodio che gli si contesta si inserisce in un'inchiesta più ampia documentata in una informativa consegnata dai carabinieri alla fine dello scorso novembre per denunciare il governatore insieme ad altre dieci persone per aver «imposto nel maggio 2008 ai direttori generali delle Asl e di differenti presidi ospedalieri pugliesi, le nomine dei direttori amministrativi e sanitari, nonché di primari di strutture operative complesse al fine di rafforzare la presenza della propria coalizione politica nelle istituzioni locali».
LE PRIMARIE - «Capisco che questa è la settimana delle primarie - aggiunge ancora Vendola nel video - capisco che la lotta politica si possa svolgere su tanti piani, a volte su piani inclinati che rischiano di portarci in un dirupo. Io ho una grande serenità nella mia coscienza, ho la consapevolezza di non aver mai offeso le regole, il codice penale, la legge interiore che ogni uomo porta dentro di sè, ho la coscienza di aver lavorato al servizio della Puglia, per i pugliesi; per questo non mi scalfisce questo atto qualora si dimostrasse un suo fondamento. Se fosse vera la mia iscrizione nel registro degli indagati sia pure accompagnata, così si può leggere nelle cronache giornalistiche, da una richiesta di archiviazione , io devo confessarvi che resto completamente sereno, per una vicenda che non mi scalfisce, una vicenda di buon governo - insiste ancora Vendola - ed è incredibile che possa essere capovolta in un episodio da analizzare con la lente del codice penale». Vendola sottolinea anche l'importanza di parlare ai pugliesi mentre dice «per l'ennesima volta si tenta di costruire un polverone contro di me, sono tanti mesi, quasi tutto un anno intero in cui abbiamo visto andare in scena tentativi di colpirmi - rileva ancora - devo essere proprio un'anomalia, devo essere una cosa strana da far sparire. Mi spiace per tutti i miei nemici - conclude Vendola - ma non intendo sparire».
GUARDA IL VIDEO
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Nichi Vendola risponde così alle voci circolate in queste ore a Bari in merito all'ipotesi di una sua iscrizione nel registro degli indagati, per concussione, nell'ambito di inchieste sulla sanità nella regione. L'episodio che gli si contesta si inserisce in un'inchiesta più ampia documentata in una informativa consegnata dai carabinieri alla fine dello scorso novembre per denunciare il governatore insieme ad altre dieci persone per aver «imposto nel maggio 2008 ai direttori generali delle Asl e di differenti presidi ospedalieri pugliesi, le nomine dei direttori amministrativi e sanitari, nonché di primari di strutture operative complesse al fine di rafforzare la presenza della propria coalizione politica nelle istituzioni locali».
LE PRIMARIE - «Capisco che questa è la settimana delle primarie - aggiunge ancora Vendola nel video - capisco che la lotta politica si possa svolgere su tanti piani, a volte su piani inclinati che rischiano di portarci in un dirupo. Io ho una grande serenità nella mia coscienza, ho la consapevolezza di non aver mai offeso le regole, il codice penale, la legge interiore che ogni uomo porta dentro di sè, ho la coscienza di aver lavorato al servizio della Puglia, per i pugliesi; per questo non mi scalfisce questo atto qualora si dimostrasse un suo fondamento. Se fosse vera la mia iscrizione nel registro degli indagati sia pure accompagnata, così si può leggere nelle cronache giornalistiche, da una richiesta di archiviazione , io devo confessarvi che resto completamente sereno, per una vicenda che non mi scalfisce, una vicenda di buon governo - insiste ancora Vendola - ed è incredibile che possa essere capovolta in un episodio da analizzare con la lente del codice penale». Vendola sottolinea anche l'importanza di parlare ai pugliesi mentre dice «per l'ennesima volta si tenta di costruire un polverone contro di me, sono tanti mesi, quasi tutto un anno intero in cui abbiamo visto andare in scena tentativi di colpirmi - rileva ancora - devo essere proprio un'anomalia, devo essere una cosa strana da far sparire. Mi spiace per tutti i miei nemici - conclude Vendola - ma non intendo sparire».
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