Il Fisco? Aspettando la riforma, per gran parte del 2010 continuerà a camminarci fianco a fianco. E sembra difficile scrollarcelo di dosso perché i conti pubblici non sembrano consentire il tanto atteso taglio delle tasse. Nel 2010 un impiegato di buon livello con moglie e figlio a carico dovrà lavorare un giorno in più per pagare tasse e contributi. Il «Tax Freedom Day», il giorno della liberazione fiscale slitta, infatti, al 23 giugno, mentre nel 2009 la campanella era suonata il 22 giugno. La corvée fiscale del 2010 durerà, quindi, 173 interminabili giornate, pari a una pressione tributaria che supera il 47%. È quasi un record storico di questa classifica (negativa) che il Corriere stila dal 1990. Solo nel 2000 era andata peggio.
NOSTALGIA - Vent’anni dopo la prima elaborazione non si può non provare nostalgia per il 1990 quando già dall’8 giugno si poteva cominciare a lavorare per se stessi e per la propria famiglia perché l’appetito del fisco era già stato ampiamente sfamato. Da allora la strada è quasi sempre stata in salita, con qualche temporanea discesa. Il decennio che si è appena chiuso non è certo da ricordare visto che il Tax Freedom Day è rimasto stabilmente tra il 20 e il 23 giugno. Speriamo, quindi, nel prossimo. Non può sorridere nemmeno l'altro contribuente che CorrierEconomia, con l'aiuto dell’Ufficio studi dell’Associazione artigiani di Mestre, utilizza per calcolare il giorno della liberazione fiscale. È un operaio che guadagna 22.753 euro e che si libererà dal giogo delle tasse prima dell’impiegato, il 5 maggio, sempre, però, con 24 ore di ritardo sul 2009. In salita
IN SALITA - La pressione tributaria, insomma, è aumentata ulteriormente, anche se non ci sono state modifiche peggiorative nel nostro sistema tributario. Lo spostamento in avanti del «Tax Freedom Day» è quasi tutto imputabile, infatti, alla progressività delle imposte sui redditi: la retribuzione è salita (+3,1% sul 2009), ma è aumentata anche l'incidenza dell’Irpef perché gli aumenti in busta paga vengono tassati tutti con l’aliquota marginale, la più elevata (il 27% per l’operaio, il 38% per l’impiegato). Facendo così salire l’aliquota media: dal 24,3% al 24,9% per l'impiegato, dall’11,2% all’11,8% per l’operaio. Lo spostamento in avanti del giorno di liberazione fiscale è un fatto fisiologico in assenza di una manutenzione dell’Irpef che tenga conto dell’inflazione aggiornando i vari scaglioni e l’importo delle detrazioni.
TENORE DI VITA - Si pagheranno maggiori tasse. Ma questo non vuol dire automaticamente che gli italiani stiano peggio di un anno fa. Al netto del prelievo fiscale, infatti, c’è un lieve aumento del reddito disponibile perché le retribuzioni saliranno più dei prezzi, almeno secondo le statistiche ufficiali (+1,5% in base alla relazione previsionale e programmata del governo) sulle quali si basa la nostra elaborazione. Così, dopo aver pagato tutte le imposte, e sostenuto la spesa per mantenere la propria famiglia, il reddito disponibile aumenta rispettivamente di 179 euro per l'operaio e di 226 euro per l'impiegato. Italiani un po’ più ricchi. Ma purtroppo anche il Fisco incrementerà il suo bottino. Nel calcolare il «Tax Freedom Day» del 2010, è stato rifatto il bilancio 2009 tenendo conto dei dati definitivi, e non di quelli previsionali utilizzati un anno fa. E qui le cose sono andate meglio del previsto.
A consuntivo, nel 2009 si è lavorato per il fisco un giorno in meno rispetto a quanto preventivato a inizio anno: la campanella della liberazione fiscale è suonata il 22 giugno per l’impiegato e il 4 maggio per l’operaio, invece del 23 giugno e del 5 maggio. Il miglioramento è dovuto a due fattori: le retribuzioni medie sono aumentate leggermente di più rispetto alle previsioni (3,5% contro il 3,4%). Ma il contributo maggiore è dovuto alla frenata dell’inflazione: nel 2009 i prezzi sono cresciuti dello 0,8%, le stime davano un +2%. Gli stipendi sono stati aumentati del 3,1%. L’inflazione è stimata all’1,5%. I due contribuenti risiedono in Lombardia. L'addizionale comunale è quella media: 0,348%.
GLI AUSPICI - Il 2010, insomma, non è iniziato bene, ma potrebbe continuare meglio se verrà varato almeno un anticipo di riforma fiscale. Anche se il sistema delle due aliquote appare difficile da applicare basterebbe tornare alla curva Irpef degli anni 2001/2006 per sentirsi un po’ più liberi. A patto, però, che non aumentino le imposte sui consumi, l’Iva in particolare, per compensare in parte il taglio dell’Irpef. Le imposte sui consumi incidono, infatti, in misura consistente sul budget familiare: per pagarle nel 2010 bisogna faticare per 53 giorni. Lavorare meno per l’Irpef e di più per l’Iva non sembra essere un grande affare.
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