Home � «Mazzette, feste, cene. Così pagavamo tutti per evadere il Fisco»

«Mazzette, feste, cene. Così pagavamo tutti per evadere il Fisco»


VICENZA - «Giovine (sottufficiale della Guardia di Finanza da poco in pensione, ndr) mi ha sempre detto che andavo incontro a pericoli... facevo il regalo di Natale e qualcosa prima delle ferie estive. All’inizio, ancora con le lire, nel 2001, gli davo 20 milioni. Poi circa 20 mila euro all’anno, 10 a Natale e 10 per le ferie. L’ultima dazione è stata nell’estate del 2008». Ma c’erano i pericoli che correvano anche gli altri impresari delle pelli, per i quali lui faceva da tramite. «Con la mia colletta versavo complessivamente al Giovine attorno a 100-120 mila euro all’anno. So che altri pagavano personalmente e non per mio tramite. Tra questi:...». E’ la confessione-accusa di Andrea Ghiotto (in FOTO), l’imprenditore e faccendiere dell’industria vicentina della concia arrestato a metà dicembre per le mazzette all’ex comandante della Finanza di Arzignano. Un verbale esplosivo, il suo, che il 28 dicembre gli ha valso la scarcerazione. Nella vicenda delle bustarelle, confermata da alcuni imprenditori ma seccamente negata da Giovine che parla di rivalsa dopo le sue indagini, coinvolge una decina di persone fra finanzieri, imprenditori, consulenti e pure un funzionario dell’Agenzia delle Entrate. «Io ho sentito che (...) ha pagato (...), funzionario dell’Agenzia delle Entrate di (...)».

La corruzione è la punta della più ampia indagine per frode fiscale e riciclaggio che coinvolge una buona fetta dell’industria della concia della vallata del Chiampo: circa 150 aziende per quasi 200 indagati. Un distretto produttivo sotto accusa (gli imprenditori sono però circa 500, quindi molti non sono stati toccati), del quale Ghiotto era l’imprenditore più spregiudicato, sia il suo ruolo di filtro, sia per lo stile di vita sopra le righe, attico all’hotel Principe da 3-4 mila euro al mese, escort, festini, viaggi, presidenze varie fra cui quella del Grifo, calcio a 5 capace di conquistare il titolo nazionale.

«Volevo protezione» Fino al 28 dicembre Ghiotto aveva sempre negato la corruzione. Ma quel giorno, davanti al procuratore Ivano Nelson Salvarani e al suo avvocato Lucio Zarantonello, ha vuotato il sacco. «Nel 2007 ho aperto la Globo Pellami, la Trade import-export e Leather Corporation, tutte operanti nel settore della concia. Ho sfruttato l’amicizia e la confidenza col Giovine per avere un certo tipo di protezione anche per le aziende con cui lavoravo... Giovine mi aveva protetto anche quando avevo la precedente impresa con cui facevo le sponsorizzazioni. Sapeva come funzionavano le sponsorizzazioni e lui non sottoponeva a verifica la mia società, la Arzignano Grifo srl». Il sistema svelato dalla maxinchiesta fiscale, sulla quale ha lavorato a lungo il Nucleo di polizia tributaria di Vicenza (che quindi si è trovato a indagare su un proprio ex collega), seguiva uno schema fisso: Ghiotto ed altri si frapponevano con le loro società nell’importazione del pellame.

Le imprese acquirenti, complici, pagavano la merce con l’Iva che poi però veniva retrocessa dagli stessi intermediari. Risultato: risparmio secco del 20% sui prezzi d’acquisto, sul quale lucrava naturalmente anche Ghiotto. Per le sponsorizzazioni della squadra di calcio andava diversamente. «Premesso che quasi tutti gli sponsor li curavo io perchè si fidavano solo di me, trattandosi di importi rilevanti, posso dire che non c’è mai stata la restituzione dell’Iva: veniva restituito una parte dell’imponibile. Ogni azienda aveva un accordo. Confermo che si tratta di quelle menzionate da ... e che ce ne sono altre ancora».

«Quei due finanzieri...» Ghiotto racconta come nacque il vertiginoso rapporto con Giovine e la Finanza e tira in ballo un comandante. «Quando ho aperto le mie aziende gli spiegai le mie intenzioni, gli spiegai con chi lavoravo, quanto era il giro. Egli mi disse che la sua protezione non era sufficiente. Mi fece conoscere allora il comandante della Guardia di Finanza di ..., siamo nel 2007. Ci siamo trovati in un ristorante di Trissino. Siamo andati poi al Principe per cene (il Principe è l’hotel di Arzignano dove Ghiotto fissava incontri e girava anche i filmini con escort, imprenditori e sportivi, ndr). Io con lui non ho mai parlato di soldi, né abbiamo mai parlato del fenomeno del giro dell’Iva. Lui sapeva benissimo che io facevo fatture ma non me l’ha mai detto, me l’ha fatto capire. Un giorno mi chiama e mi dice di andare a Vicenza, dopo un po’ di tempo che c’erano le cene e il "dopo cena"; ci siamo visti in un bar nei pressi della caserma, mi disse che lui non ha mai preso soldi da nessuno, né li voleva prendere, che voleva solo mantenere l’amicizia. Mi disse che se Giovine chiedeva soldi anche per lui era falso, che a lui bastavano le serate. Pagavo sempre io. Giovine non si vantava di avermelo fatto conoscere ma mi diceva che adesso potevo stare più tranquillo».

«San Marino, spartizione» Infine il rapporto con San Marino. «Io facevo bonifici presso una fiduciaria di San Marino che si chiama Fin Project oppure assegni circolari che poi monetizzavo e andavo a prelevare. Pagavo il 2% di commissione per avere denaro contante, poi salita al 3%. Il denaro lo mettevo in un baule creato nella mia auto. Non appena rientrato da San Marino, in mezz’ora lo distribuivo. Invitavo gli interessati uno per uno in orari diversi e retrocedevo loro l’ammontare spettante. Entravano nell’hotel da sotto, così nessuno vedeva niente». Questo il suo racconto. Per gli inquirenti va precisato una cosa: «Non si tratta di corruzione diffusa ma solo di episodi. Molto più diffusa è invece l’evasioen fiscale».

Fonte: Coriere.it
---
Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog


vota su OKNotizie

Tags:

0 commenti to " «Mazzette, feste, cene. Così pagavamo tutti per evadere il Fisco» "

Leave a comment