Un pasticcio, un grave errore, una scelta che non si capisce. “Il Giornale” di famiglia e l’altrettanto allineato “Libero” stamattina sparano ad alzo zero contro Berlusconi. Lo sbaglio imperdonabile, secondo i fogli di Feltri e Belpietro, è il repentino dietrofront sulla riforma fiscale. Prima annunciata e poi rapidamente rimessa nel cassetto delle buone intenzioni.
I titoli: “Il pasticcio delle tasse”, strilla il Giornale, che si chiede in prima pagina perché il premier abbia illuso gli italiani. “Stavolta non ci stiamo”, titola invece Libero, con tanto di commentino acido: “Una giravolta degna di Peppone”.
Un sussulto di indipendenza? Oppure un modo indiretto di prendersela con i “rigoristi” del Pdl, Tremonti in prima fila? O, ancora, un’acrobazia per poter dire nei giorni di battaglia che non si prendono ordini da Berlusconi?
Il retroscena impazza. Ma di certo, le prime pagine dei due house organ del centrodestra dicono che nell’esecutivo resta aperto un problema grosso come una casa, che solo il movimentismo berlusconiano sulla giustizia riesce – non del tutto – a coprire. Un problema che si chiama politica economica che non c’è, e nemmeno si intuisce all’orizzonte, se per vederla perfino Feltri e Belpietro devono spostare il mirino dalle parti di casa loro.
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I titoli: “Il pasticcio delle tasse”, strilla il Giornale, che si chiede in prima pagina perché il premier abbia illuso gli italiani. “Stavolta non ci stiamo”, titola invece Libero, con tanto di commentino acido: “Una giravolta degna di Peppone”.
Un sussulto di indipendenza? Oppure un modo indiretto di prendersela con i “rigoristi” del Pdl, Tremonti in prima fila? O, ancora, un’acrobazia per poter dire nei giorni di battaglia che non si prendono ordini da Berlusconi?
Il retroscena impazza. Ma di certo, le prime pagine dei due house organ del centrodestra dicono che nell’esecutivo resta aperto un problema grosso come una casa, che solo il movimentismo berlusconiano sulla giustizia riesce – non del tutto – a coprire. Un problema che si chiama politica economica che non c’è, e nemmeno si intuisce all’orizzonte, se per vederla perfino Feltri e Belpietro devono spostare il mirino dalle parti di casa loro.
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