SULMONA - Due detenuti si sono suicidati ieri a distanza di poche ore, uno a Sulmona e un altro a Verona, portando a 4 il numero totale dei suicidi in carcere nella prima settimana dell'anno. E un altro, ancora a Sulmona, ha tentato due volte il suicidio, prima con una lametta con la quale ha cercato di tagliarsi le vene, e poi cercando di impiccarsi. "Adesso è davvero emergenza", denuncia l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, che ricorda come l'anno scorso i suicidi in carcere siano stati "ben 72, segnando il 'massimo storico' di tutti i tempi: ma la morte (per suicidio) di due detenuti in uno stesso giorno è avvenuta solo in 4 occasioni".
Secondo il segretario del sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe, Donato Capece, i troppi suicidi in carcere sono "il frutto del sovraffollamento e delle tensioni interne. Un carcere così non esiste, è superato. Va rivista l'istituzione, creando le opportunità di recupero e potenziando la Polizia Penitenziaria, che è l'unica garante dell'incolumità fisica dei reclusi".
Infatti, ricorda l'Osservatorio, nel nostro paese il suicidio tra i detenuti "ha una frequenza 20 volte maggiore rispetto a quella nella cittadinanza italiana. Non dappertutto è così: anche in alcuni paesi che riteniamo meno 'democratici' e 'civili' rispetto all'Italia i suicidi tra i detenuti sono meno frequenti. In Romania, ad esempio, ci sono 40mila detenuti circa e avvengono di media 5 suicidi l'anno. In Polonia ci sono oltre 80mila detenuti e si registra un numero di suicidi che è la metà rispetto a quello dell'Italia. Negli Stati Uniti in 25 anni il numero dei detenuti suicidi si è ridotto del 70%, anche grazie al lavoro di una sezione 'ad hoc' per le carceri all'interno del Dipartimento federale per la prevenzione del suicidio".
Il primo ad essersi suicidato nella serata di ieri è stato un detenuto del supercarcere di Sulmona, in provincia dell'Aquila. Si chiamava Antonio Tammaro, aveva 28 anni ed era originario di Villa Literno, in provincia di Caserta. Il cadavere è stato scoperto in serata dagli agenti di custodia. L'uomo era sottoposto alla misura restrittiva della libertà personale per accertata pericolosità sociale.
Tammaro, che occupava una cella da solo, era tornato in carcere mercoledì dopo un permesso premio. Si è impiccato, legando le lenzuola alla grata della sua cella. Sulla vicenda il sostituto procuratore della Repubblica di Sulmona, De Siervo, ha avviato un'inchiesta. Il detenuto è stato soccorso dagli agenti di polizia penitenziaria, che lo hanno portato all'infermeria del carcere dove poco dopo sono arrivati i sanitari del 118, ma ormai l'uomo era già morto. Oggi verrà compiuta l'autopsia.
Ma nella stessa serata tentava il suicidio, senza riuscirci, anche un altro detenuto, che ha prima cercato di tagliarsi le vene con una lametta, poi si è appeso con un lenzuolo al collo alla grata della cella tentando di impiccarsi.
Lo hanno salvato gli agenti di polizia penitenziaria e il medico in servizio in quel momento. L'uomo infatti è stato subito soccorso e rianimato.
Il supercarcere di Sulmona - oltre 500 detenuti - è tragicamente conosciuto come "il carcere dei suicidi": dieci, in quidici anni. Fra i quali anche quello della direttrice del penitenziario Armida Miserere, che si tolse la vita il 19 aprile del 2003 sparandosi un colpo di pistola alla testa, e quello del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, trovato nella sua cella il 16 agosto del 2004 soffocato da un sacchetto di plastica stretto alla gola da lacci per le scarpe. In tutti gli altri casi, i detenuti sono morti impiccati, come il giovane di Villa Literno.
L'altro detenuto a suicidarsi ieri sera in carcere è Giacomo Attolini, 48 anni, pizzaiolo di origini siciliane residente a Villafranca di Verona. Attolini era in carcere dal 29 marzo scorso dopo avere sparato e ucciso a Mozzecane (Verona) Andrea Sutik, 25 anni, romena, e ferito il marito Tiberio, 23. L'uomo era stato denunciato dieci giorni prima per violenza sessuale ai carabinieri dalla giovane donna, che aveva lavorato nella sua pizzeria a Villafranca. L'uomo, ha raccontato il suo avvocato, aveva già tentato il suicidio.
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Secondo il segretario del sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe, Donato Capece, i troppi suicidi in carcere sono "il frutto del sovraffollamento e delle tensioni interne. Un carcere così non esiste, è superato. Va rivista l'istituzione, creando le opportunità di recupero e potenziando la Polizia Penitenziaria, che è l'unica garante dell'incolumità fisica dei reclusi".
Infatti, ricorda l'Osservatorio, nel nostro paese il suicidio tra i detenuti "ha una frequenza 20 volte maggiore rispetto a quella nella cittadinanza italiana. Non dappertutto è così: anche in alcuni paesi che riteniamo meno 'democratici' e 'civili' rispetto all'Italia i suicidi tra i detenuti sono meno frequenti. In Romania, ad esempio, ci sono 40mila detenuti circa e avvengono di media 5 suicidi l'anno. In Polonia ci sono oltre 80mila detenuti e si registra un numero di suicidi che è la metà rispetto a quello dell'Italia. Negli Stati Uniti in 25 anni il numero dei detenuti suicidi si è ridotto del 70%, anche grazie al lavoro di una sezione 'ad hoc' per le carceri all'interno del Dipartimento federale per la prevenzione del suicidio".
Il primo ad essersi suicidato nella serata di ieri è stato un detenuto del supercarcere di Sulmona, in provincia dell'Aquila. Si chiamava Antonio Tammaro, aveva 28 anni ed era originario di Villa Literno, in provincia di Caserta. Il cadavere è stato scoperto in serata dagli agenti di custodia. L'uomo era sottoposto alla misura restrittiva della libertà personale per accertata pericolosità sociale.
Tammaro, che occupava una cella da solo, era tornato in carcere mercoledì dopo un permesso premio. Si è impiccato, legando le lenzuola alla grata della sua cella. Sulla vicenda il sostituto procuratore della Repubblica di Sulmona, De Siervo, ha avviato un'inchiesta. Il detenuto è stato soccorso dagli agenti di polizia penitenziaria, che lo hanno portato all'infermeria del carcere dove poco dopo sono arrivati i sanitari del 118, ma ormai l'uomo era già morto. Oggi verrà compiuta l'autopsia.
Ma nella stessa serata tentava il suicidio, senza riuscirci, anche un altro detenuto, che ha prima cercato di tagliarsi le vene con una lametta, poi si è appeso con un lenzuolo al collo alla grata della cella tentando di impiccarsi.
Lo hanno salvato gli agenti di polizia penitenziaria e il medico in servizio in quel momento. L'uomo infatti è stato subito soccorso e rianimato.
Il supercarcere di Sulmona - oltre 500 detenuti - è tragicamente conosciuto come "il carcere dei suicidi": dieci, in quidici anni. Fra i quali anche quello della direttrice del penitenziario Armida Miserere, che si tolse la vita il 19 aprile del 2003 sparandosi un colpo di pistola alla testa, e quello del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, trovato nella sua cella il 16 agosto del 2004 soffocato da un sacchetto di plastica stretto alla gola da lacci per le scarpe. In tutti gli altri casi, i detenuti sono morti impiccati, come il giovane di Villa Literno.
L'altro detenuto a suicidarsi ieri sera in carcere è Giacomo Attolini, 48 anni, pizzaiolo di origini siciliane residente a Villafranca di Verona. Attolini era in carcere dal 29 marzo scorso dopo avere sparato e ucciso a Mozzecane (Verona) Andrea Sutik, 25 anni, romena, e ferito il marito Tiberio, 23. L'uomo era stato denunciato dieci giorni prima per violenza sessuale ai carabinieri dalla giovane donna, che aveva lavorato nella sua pizzeria a Villafranca. L'uomo, ha raccontato il suo avvocato, aveva già tentato il suicidio.
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