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«Basta conflitti tra magistrati e politica»


ROMA - Basta ai contrasti tra magistratura e classe politica: «Non sono più tollerabili». È l'appello rivolto dal procuratore generale della Corte di cassazione, Vitaliano Esposito, nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. «Contrasti non più tollerabili tra foro e magistratura e tra magistratura e classe politica», ha detto Esposito, citando anche il presidente della Repubblica e sottolineando che «è necessario che si fermi la spirale delle tensioni non solo tra le parti politiche ma anche tra le istituzioni». Contrasti però che non riguardano solo magistrati e politici, ma anche magistrati al loro interno: «In talune realtà territoriali si ha la sensazione che taluni magistrati impegnino le loro energie a contrastarsi reciprocamente più che a contrastare la criminalità. Si tratta di esigue minoranze che, tuttavia, destano preoccupazione».

PROCESSO BREVE: SÌ MA CON RISORSE - Il procuratore generale apre al processo breve, a condizione però che siano «adeguatamente potenziate» le risorse umane e materiali. Devono essere «accolte con favore tutte le iniziative volte a contenere la durata del processo entro termini ragionevoli», ha affermato il pg. Ma «ogni intervento in tale direzione, se non vuol restare una mera enunciazione d'intenti e produrre guasti maggiori dei benefici auspicati, deve essere preceduto da una radicale riforma strutturale dei sistemi sostanziali e processuali, oltre che da un adeguato potenziamento delle risorse umane e materiali». Per fare la riforma però, ricorda Esposito, «occorre instaurare un dialogo franco e costruttivo fondato su un sentimento di comune appartenenza».

CARENZE ORGANICO - Esposito ricorda altresì la carenza di organico: «Diventa sempre più grave la carenza di personale amministrativo, con conseguenze assai importanti in diversi settori. Taluni uffici hanno carenze di personale che raggiungono il 30%. Inoltre la drastica riduzione degli stanziamenti, ad esempio per gli straordinari, non consente di trattenere in ufficio il personale amministrativo oltre l'orario di lavoro».

INTERCETTAZIONI - Le intercettazioni telefoniche e ambientali sono «invasive» ma «utili per il contrasto a diversi fenomeni criminali», specie in un periodo «in cui il contributo dei collaboratori di giustizia si è sensibilmente ridotto», ha sottolineato il procuratore generale Esposito. Sui costi il pg segnala che sono stati ridotti, ma si potrebbero diminuire «in modo consistente se le procure disponessero di impianti adeguati».

PERPLESSITÀ PER I GIUDICI NEI TALK SHOW - Nel suo intervento Vincenzo Carbone, primo presidente della Cassazione, ha affermato che «desta perplessità» la partecipazione dei giudici ai talk show televisivi dove si ricostruiscono delitti alla «ricerca di una verità mediatica diversa da quella processuale. Carbone ricorda ai giudici che partecipano a queste trasmissioni di «ispirarsi sempre a criteri di equilibrio e misura, a pena di sanzioni disciplinari».

CSM - Nicola Mancino, vice presidente del Consiglio superiore della magistratura (Csm), nel suo intervento ha detto che «una buona riforma ha bisogno della collaborazione di tutti». Se l'anno in corso «sarà quello delle riforme, il Csm non mancherà di dare il proprio contributo». Mancino si è espresso contro ogni intimidazione dei magistrati. L'esercizio della giurisdizione «va salvaguardato da ogni forma, scritta o verbale, di intimidazione o di interferenze che possano mettere in dubbio il pieno e libero suo svolgimento».

ALFANO - Nel suo intervento, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha prima ringraziato il capo dello Stato per aver pronunciato «in materia di giustizia parole sempre decisive per il mantenimento degli equilibri istituzionali», e poi il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, «per il sostegno politico offerto all'azione riformatrice del governo soprattutto in materia di antimafia e giustizia civile». Il Guardasigilli ha poi annunciato che il governo ha «in mente un progetto chiaro per vincere la lentezza» della giustizia italiana. «È un percorso irto di ostacoli che non prevede che da un giorno all'altro come d'incanto tutto si risolva. Ma non ci siamo rassegnati». Alfano ha poi ribadito «il rispetto per l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati», ma ha sottolineato che «la legge la fa il Parlamento libero, democratico, sovrano, espressione del popolo italiano».

ANM - Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara smentisce che ci siano spaccature tra le toghe sulla protesta che si terrà sabato nelle corti d'appello.«La magistratura è unita, l'Anm è la casa di tutti i magistrati. Sabato parleremo con una voce sola» aggiunge Palamara, ricordando che i rappresentanti del sindacato delle toghe leggeranno sabato un unico documento. Per protesta, infatti, l'Anm lascerà le cerimonie quando prenderà la parola il rappresentante del ministero della Giustizia, eccetto a L'Aquila dove interverrà Alfano e la protesta non sarà fatta «per rispetto delle istituzioni». L'Anm nel documento critica «gli insulti e aggressioni» rivolte ai magistrati da parte del capo del governo e da altri «esponenti politici di primo piano» e ribadisce quali sono le «vere riforme» di cui ha bisogno la giustizia

Fonte. Corriere.it
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