La grande macchina, LHC, ha già ripreso a funzionare. Né le briciole di pane né il (presunto) veto dal futuro hanno potuto più di tanto. La temperatura si è di nuovo abbassata fino a 1,9 gradi sopra lo zero assoluto e presto i protoni potranno riprendere la corsa lungo i 27 chilometri dell’anello e nel giro di qualche settimana mettersi sul serio alla caccia del «bosone di Higgs» e, magari, di «nuova fisica».
Cos’è successo? Un uccello harubato unpezzo di baguette e, non riuscendo a trattenerlo, ha fatto cadere le briciole del trasformatore che si trova in superficie, al contrario del grande anello dell’acceleratore che corre a cavallo del confine tra Svizzera e Francia a 100 metri di profondità. Le briciole hanno causato un corto circuito e il blocco del trasformatore. I tecnici hanno subito verificato un piccolo aumento della temperatura, all’interno dell’anello: appena 6 gradi, da -271 °C, due gradi sopra lo zero assoluto, a -265 °C gradi, otto gradi sopra lo zero assoluto.
Ora il guasto è stato superato e la macchina ha ripreso la sua attività a basso regime, in attesa di essere portata alla massima energia presumibilmente entro gennaio. Si ignora la sorte dell’uccello. A Ginevra ci sono due scuole di pensiero. Una sostiene che ha fatto cadere le briciolemaha salvato le penne. Altri ritengono che sia rimasto fulminato dalla scarica a 18.000 volt.
Il piccolo intoppo ha fatto notizia (ma, per lo più, in Italia) solo perché il 19 settembre dello scorso anno LHC subì un guasto molto più grave, che ne ha ritardato per un anno e più l’inizio del programma di lavoro. In realtà questi eventi ci dicono quanto sia complessa e, dunque, piuttosto fragile la grande macchina da 5 miliardi di euro costruita alCERNdi Ginevra, dove lavora metà dell’intera comunità dei fisici sperimentali delle alte energie del mondo. Gli obiettivi di LHC sono davvero ambiziosi. La macchina accelererà particelle cariche positivamente (adroni) fino a velocità prossime a quelle della luce prima di farle scontare e ricreare le condizioni che, presumibilmente, c’erano un istante dopo il Big Bang, all’origine del tempo e dello spazio. La speranza è quella di catturare il «bosone di Higgs», l’unica particelle prevista dal Modello Standard della fisica delle alte energie la cui esistenzanon sia stata ancora sperimentalmente provata. L’esistenza del bosone è necessaria, secondo l’attuale quadro teorico, per spiegare l’esistenza della massa.
LE SPERANZE DEI FISICI
LHC dovrebbe, inoltre, verificare l’esistenza di altre particelle cosiddette supersimmetriche previste daunaulteriore elaborazione teorica che va oltre, ma non contro, il Modello Standard. Infine, è la speranza dei fisici, sarebbe bello se il Large Hadron Collider scoprisse «nuova fisica», ovvero eventi e particellenonpreviste dalla teoria, perché renderebbe ancora più elettrizzante la ricerca in fisica. Nessuno a Ginevra, invece, teme che si verifichi quel «veto del futuro» annunciato dal fisico Holger Bech Nielsen e ripreso dai media, secondo cui – appunto – sarebbe il futuro, per impedire una rovinosa rilevazione del «bosone di Higgs», a impedire la corsa degli adroni in LHC. L’ipotesi non ha fondamento scientifico.
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Cos’è successo? Un uccello harubato unpezzo di baguette e, non riuscendo a trattenerlo, ha fatto cadere le briciole del trasformatore che si trova in superficie, al contrario del grande anello dell’acceleratore che corre a cavallo del confine tra Svizzera e Francia a 100 metri di profondità. Le briciole hanno causato un corto circuito e il blocco del trasformatore. I tecnici hanno subito verificato un piccolo aumento della temperatura, all’interno dell’anello: appena 6 gradi, da -271 °C, due gradi sopra lo zero assoluto, a -265 °C gradi, otto gradi sopra lo zero assoluto.
Ora il guasto è stato superato e la macchina ha ripreso la sua attività a basso regime, in attesa di essere portata alla massima energia presumibilmente entro gennaio. Si ignora la sorte dell’uccello. A Ginevra ci sono due scuole di pensiero. Una sostiene che ha fatto cadere le briciolemaha salvato le penne. Altri ritengono che sia rimasto fulminato dalla scarica a 18.000 volt.
Il piccolo intoppo ha fatto notizia (ma, per lo più, in Italia) solo perché il 19 settembre dello scorso anno LHC subì un guasto molto più grave, che ne ha ritardato per un anno e più l’inizio del programma di lavoro. In realtà questi eventi ci dicono quanto sia complessa e, dunque, piuttosto fragile la grande macchina da 5 miliardi di euro costruita alCERNdi Ginevra, dove lavora metà dell’intera comunità dei fisici sperimentali delle alte energie del mondo. Gli obiettivi di LHC sono davvero ambiziosi. La macchina accelererà particelle cariche positivamente (adroni) fino a velocità prossime a quelle della luce prima di farle scontare e ricreare le condizioni che, presumibilmente, c’erano un istante dopo il Big Bang, all’origine del tempo e dello spazio. La speranza è quella di catturare il «bosone di Higgs», l’unica particelle prevista dal Modello Standard della fisica delle alte energie la cui esistenzanon sia stata ancora sperimentalmente provata. L’esistenza del bosone è necessaria, secondo l’attuale quadro teorico, per spiegare l’esistenza della massa.
LE SPERANZE DEI FISICI
LHC dovrebbe, inoltre, verificare l’esistenza di altre particelle cosiddette supersimmetriche previste daunaulteriore elaborazione teorica che va oltre, ma non contro, il Modello Standard. Infine, è la speranza dei fisici, sarebbe bello se il Large Hadron Collider scoprisse «nuova fisica», ovvero eventi e particellenonpreviste dalla teoria, perché renderebbe ancora più elettrizzante la ricerca in fisica. Nessuno a Ginevra, invece, teme che si verifichi quel «veto del futuro» annunciato dal fisico Holger Bech Nielsen e ripreso dai media, secondo cui – appunto – sarebbe il futuro, per impedire una rovinosa rilevazione del «bosone di Higgs», a impedire la corsa degli adroni in LHC. L’ipotesi non ha fondamento scientifico.
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Questi pure ci fanno saltare in aria!
(fossi in loro non farei esperimenti durante tutto il 2012... così, giusto per precauzione...)