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Mr Pesc, salta la candidatura di D'Alema, Il Consiglio sceglie Ashton

BRUXELLES - Non sarà Massimo D'Alema a guidare la diplomazia dell'Ue. Il Partito socialista europeo ha scelto la britannica Catherine Ashton, commissaria europea al Commercio, unica tra i candidati che non aveva alle spalle un passato da ministro degli Esteri. Un'indicazione che ha spianato la strada alla nomina del premier belga Herman Van Rompuy alla prima presidenza stabile dell'Unione. "Faccio i migliori auguri alle persone che sono state nominate. E' stato un onore essere stato candidato per un incarico così prestigioso in un momento così importante per l'Europa", ha commentato D'Alema.

La giornata a Bruxelles. "Gli otto capi di governo socialisti si sono incontrati e hanno deciso all'unanimità di sostenere Catherine Ashton", ha riferito a metà pomeriggio uno dei partecipanti alla riunione di Bruxelles. Successivamente il portavoce di Londra ha confermato che il primo ministro Gordon Brown ha accettato di non candidare Tony Blair alla presidenza del Consiglio europeo e di appoggiare Ashton.

Poco dopo la presidenza di turno dell'Ue, in questo semestre svedese, ha proposto Van Rompuy alla carica di presidente del Consiglio europeo e Ashton a quella di ministro degli Esteri. Il principale ostacolo per la nomina del premier belga era stato fino a oggi Londra, le cui aspirazioni sono state soddisfatte dalla designazione di Ashton.

In serata è infine arrivata la notizia che i leader europei avevano raggiunto un accordo sui nomi di Van Rompuy e Ashton. Quindi l'annuncio della decisione del Consiglio europeo informale, dato dal premier svedese Fredrik Reinfeldt che ha parlato di "momento storico" e ha sottolineato che la scelta è stata fatta all'unanimità. Una scelta che formalmente è solo un'indicazione politica, benché definitiva, e dovrà essere ratificata dal primo dicembre, quando entrerà in vigore il trattato di Lisbona, che introduce queste nuove figure.

In tanti avevano previsto una maratona che si sarebbe protratta per tutta la notte, con un eventuale secondo round nella giornata di domani. Invece ai 27 sono bastate tre ore. Determinanti l'incontro tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha sancito l'asse Parigi-Berlino sul nome di Van Rompuy per la presidenza, e la decisione unanime dei socialisti europei su quello di Ashton per gli Esteri.

La baronessa laburista. Ashton, 53 anni, baronessa di Upholland, era stata sin dall'inizio una delle candidature "rosa" più quotate. Nell'esecutivo Barroso era entrata nell'ottobre del 2008 con il rimpasto che l'aveva vista sostituire Peter Mandelson, entrato nel governo Brown. E' una grande esperta del Trattato di Lisbona, essendo stata lei a seguirne l'iter alla Camera dei Lord, e di Welfare ma non di politica estera.

Ashton ha studiato economia all'Università di Londra. Dal 1983 al 1989 direttore di Business in the community, un'associazione di imprese che ha nel suo statuto l'impegno a occuparsi dei problemi relativi alle diseguaglianze, dal 1998 al 2001 è stata anche responsabile dell'Autorità sanitaria nell'Hertfordshire, prima di essere nominata sottosegretario all'Istruzione.

Il 28 giugno del 2007 è stata scelta da Brown come leader dei laburisti alla Camera dei Lord. Poco più di un anno dopo, il trasloco a Bruxelles, tra lo scetticismo e le critiche di quanti la consideravano troppo poco esperta e di basso profilo per un portafoglio cui Londra teneva molto.

Il poeta prestato alla politica. Van Rompuy, 62 anni, di origine fiamminga, si è costruito una reputazione più da mediatore riflessivo che da politico carismatico. L'Europa doveva essere il suo destino, visto che è nato il 31 ottobre del 1947 nel sobborgo di Bruxelles di Etterbeek, sede oggi del quartiere delle istituzioni comunitarie.

All'università ha studiato filosofia ed economia, è un cattolico praticante ed ha quattro figli. Autore di diversi libri, è specializzato nelle composizioni stile haiku, lo stile poetico giapponese di 17 sillabe, che pubblica nel suo blog.

Ha passato la maggior parte della sua carriera politica nella Camera bassa del Parlamento belga. Ha guidato il partito fiammingo cristianodemocratico dal 1988 al 1993 e in seguito è stato ministro del Bilancio sotto Jean-Luc Dehaene. E' diventato poi presidente della Camera dei rappresentanti nel 2007 fino a quando, lo scorso dicembre, nel pieno della crisi tra le componenti olandese e francofona del paese, re Alberto II lo convinse ad accettare la carica di primo ministro. Famoso per il suo senso dell'umorismo, ripete spesso "la politica non è tutto nella vita".

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