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I tre punti dell'offensiva del centrodestra: addio alla par condicio, intercettazioni, prescrizione

“Ci sarà tempo per far volare le colombe. Adesso al mio fianco voglio solo falchi”. Parola di Silvio Berlusconi. E così il Pdl torna di nuovo in trincea, approfitta dello stallo del parlamento (di cui il governo è direttamente responsabile) e prova a far passare tre provvedimenti decisivi per la nuova strategia offensiva del Cavaliere:

la leggina sulla prescrizione, la cancellazione della par condicio, e la nuova legge sulle intercettazioni, fortemente limitativa per i giudici (e ancora di più per i giornali). Un giro di vite che i falchi del centrodestra chiedono da tempo, e che aiuterebbe Berlusconi a difendersi sui diversi fronti politico giudiziari su cui in questi giorni si sente più esposto.

La situazione è questa: il parlamento - come abbiamo scritto più volte - è tutt’ora congelato. La Camera in “ferie” forzate. Nessun testo che non venga dal governo (dal momento che è privo di copertura economica) può essere discusso o votato, il dibattito langue nelle commissioni e non arriva in Aula. In questo scenario, però qualcosa si può fare, anche a costo zero. L’uomo del giorno è un deputato del Pdl fino a ieri poco noto. Si chiama Ignazio Abrignani, ed in realtà è molto importante per il ruolo che ricopre, quello di responsabile elettorale del partito. È lui che ha escogitato il modo per applicare un autentico uovo di colombo. Dopo sei anni in cui Berlusconi lamentava i limiti imposti dalla par condicio nelle campagne elettorali ha steso un disegno di legge composto di un solo articolo che ha l’obiettivo di sterilizzare la legge voluta da Massimo D’Alema per limitare la potenza di fuoco mediatica del Cavaliere.

Il lodo Abrignani. Al telefono (“Sa, sono a studio, il lunedì io faccio l’avvocato”) è lui stesso che spiega a che punto è il suo progetto, il cosiddetto Lodo Abrognani: “Ho discusso con Fini della possibilità di calendarizzare la legge in termini rapidi. L’ho trovato disponibile”. Perché, che urgenza c’è? “La par condicio disciplina le campagne nazionali e televisive. Quindi sarebbe importante se riuscissimo a farla entrare in vigore per la prossima campagna nazionale, le prossime regionali, E poi per le prossime politiche, ovviamente”. E cosa le ha risposto il presidente della Camera? “Posso dire che ha concordato con me sul tema più delicato, quello del principio di proporzionalità degli accessi televisivi durante la campagna elettorale che è il cardine della mia legge”. Ma Abrignani ha fatto di più, ha pensato anche di rendere di nuovo possibile gli spot elettorali e politici che la par condicio attualmente vieta. Adesso spiega che su quel punto, invece, secondo lui si potrebbe trattare: “Ho visto che tutti hanno levato gli scudi contro questa norma. Sinceramente non capisco perchè”. Forse perchè non è stato risolto il conflitto di interessi... “Va bene. Se è un problema sono disposto a fare io un passo avanti. Mi inpegno a introdurre, io stesso, un emendamento alla mia legge che sopprima nuovamente la possibilità di fare degli spot. Non esiste in nessun paese del mondo, questo divieto, ma quello che più mi sta a cuore è restaurare il principio della proporzionalità. Garantiamo un simbolico diritto di tribuna a tutti, per carità, ma poi - osserva Abrignani - riconosciamo ai grandi partiti spazi adeguati alla loro importanza”.

E Silvio disse: “Vai avanti!”.

Certo, un dubbio sull’operazione resta. Perchè questa legge arriva proprio ora? Il deputato di Forza Italia respinge ogni retroscena: “Semplicemente perchè io ho avuto il tempo di applicarmi ai dettagli della legge solo in questi mesi”. E Berlusconi? Il deputato di Forza Italia ammette di aver ricevuto un imprimatur diretto dal presidente del consiglio : “Io sono un dirigente politico di Forza Italia, vedo Berlusconi con un certa frequenza. Un mese fa sono andato da lui e gli ho spiegato per filo e per segno che cosa volevo fare con questa legge. Lui mi ha ascoltato con attenzione e poi mi ha detto: ‘Benissimo, vai avanti!’”.

Convincere la Lega. Tutto a posto, dunque? Abrignani racconta di aver discusso il suo progetto anche con Italo Bocchino (vicecapogruppo del Pdl) e che l’unico tassello mancante, per ora, è l’assenso esplicito della Lega. Ma anche per raggiungere questo obiettivo ha già in mente una soluzione: “Mi rendo conto che i nostri alleati forse hanno dei timori. Ma anche in questo caso è un problema che si può risolvere agevolemente”. Come? “Io propongo di incardinare tutti i pesi e gli spazi da ripartire sui rapporti di forza”. Il che è il principale motivo di perplessità dei leghisti: si ridurrebbe il peso specifico del Carroccio, molto rafforzato con l’exploit delle elezioni europee. “La soluzione è facile: si potrebbe introdurre, come altro criterio, l’ultimo risultato elettorale: quindi gli spazi si conquistano in virtù della forza parlamentare, e dell’ultimo dato nazionale”.

Impar condicio. E l’opposizione? “Spero di parlare con i colleghi del Pd e di convincerli, soprattutto grazie al divieto di spot”. Possibile? “Credo che si vada nella direzione condivisa del bipolarismo. E poi anche loro guadagnerebbero molti spazi in più, proporzionali alla loro reale forza elettorale. Andrò a parlare con Vincenzo Vita, spero di convincerlo”. E’ scontato il parere contrario dell’Italia dei valori. Spiega Fabio Evangelisti, vicecapogruppo alla Camera: “Se mai ci fosse un dubbio noi faremo le barricate per opporci a questo ennesimo progetto antidemocratico. In questo paese il modello imperante è l’impar condicio. Abrignani vuole semplicemente istituzionalizzare l’attuale regime di disuguaglianza anche nelle campagne elettorali”.

da Il Fatto Quotidiano n°36 del 3 novembre 2009
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