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La Gelmini apre ai professori regionali Esulta la Lega, stop dei sindacati


ROMA - Costituire graduatorie regionali degli insegnanti diventa un'idea sempre più plausibile. A ridare vigore alla proposta leghista è stata, ieri sera, proprio il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini: si tratta di "un'idea pensabile", ha detto. Questo anche perché - ha spiegato il ministro - stiamo lavorando a un elevamento della qualità didattica all'interno della scuola, con un ddl sul reclutamento dei docenti e la loro valutazione".

Soddisfattissima la Lega: "Siamo in dirittura d'arrivo per quella che costituisce una battaglia storica di Umberto Bossi e di tutta la Lega Nord", ha commentato il senatore Mario Pittoni, capogruppo del Carroccio in commissione Istruzione del Senato. "Attendevamo con trepidazione l'annuncio del ministro sugli insegnanti regionali - ha aggiunto Pittoni - perché già a inizio legislatura avevamo depositato in ambedue le Camere un preciso disegno di legge con nuove norme per il reclutamento regionale del personale docentè che porta la firma di tutti i parlamentari del Carroccio e il cui obiettivo - ha concluso - sono proprio le graduatorie regionali degli insegnanti".

Meno soddisfatti i sindacati secondo i quali, se l'obiettivo è garantire la stabilità degli organici, "la via da percorrere non è questa". A Flc-Cgil infatti l'idea non piace affatto. E anzi la Cgil grida all'incostituzionalità della proposta, già bocciata per altro dal Consiglio di Stato. Per i sindacati, il progetto di introdurre graduatorie regionali dei docenti "è una conferma del tentativo di varare sistemi di istruzione regionali, l'uno diverso dall'altro". Di più. Un reclutamento su base regionale - ha osservato il segretario generale, Mimmo Pantaleo - penalizzerebbe i precari. Se l'intento, come dichiarato dalla Lega, è quello di dare stabilità agli organici, obiettivo più che legittimo, gli strumenti per farlo possono essere altri. Primo fra tutti quello di procedere a un reclutamento pluriennale".

Cauto il leader della Uil scuola, Massimo Di Menna: "Se davvero si ha a cuore la continuità didattica, ci si impegni a garantire da subito, e non dal 2011, la stabilità degli organici. Se questa garanzia non è data, non serve a nulla - ha concluso Di Menna - rincorrere assurde e antistoriche 'vicinanze' fra luogo di residenza e di lavoro".

Fonte: Repubblica.it
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