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"Fuori dalla banda larga, significa essere fuori dal mondo"

"A cosa mi serve la banda larga? A stare al passo coi tempi, a comunicare, a crescere". Riccardo, che scrive da Luco di Mugello, riassume in termini generali lo stato d'animo di quanti, in assenza dell'alta velocità su internet, si sentono "tagliati fuori dal mondo" e dunque ritengono inaccettabile il 'congelamento' degli investimenti statali (800 milioni di euro) sulla banda larga.

A partire dall'isolamento, le oltre 300 mail arrivate in poche ore all'iniziativa di Repubblica.it segnalano problemi ed esigenze comuni a tutto il Paese. Intanto emerge che la prima ragione per cui si sollecita la banda larga è legata a esigenze professionali e di lavoro; poi che la richiesta viene tanto da singoli cittadini quanto da imprenditori piccoli e grandi; quindi che moltissimi (e arrabbiatissimi) utenti hanno problemi con gli operatori che forniscono connessioni adsl; infine, che il famigerato digital divide - il ritardo del nostro paese quanto a infrastrutture di rete - , anche grazie alla vetustà delle centraline Telecom, non colpisce solo chi vive e opera in montagna (in luoghi dove lo sviluppo delle reti anche tradizionali trova un ostacolo nell'orografia del territorio) ma anche chi sta in pianura e a pochi passi dalla città.

LE STORIE - "La mia città - scrive Gianni da Mestre - è stata devastata per cinque anni dai lavori per le fibre ottiche. Al momento non mi risulta sia stata collegata alcuna utenza. Invece pago un abbonamento per 6 mega e me ne forniscono solo 2 di banda, dicendo che il 'doppino' non sopporta ulteriore traffico. Dovrebbero vergognarsi!".
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"La banda larga - scrive Enzo - mi serve per lavorare, semplicemente per lavorare. Sono un piccolo imprenditore e dirigo un Centro revisioni autoveicoli in provincia di Varese; ad agosto sono cambiate le modalità di collegamento con la Motorizzazione a Roma e senza collegamento veloce non si lavora, e non siamo in montagna o in mezzo a una landa deserta. Vergogna!".

Jacopo è uno dei tanti informatici che ha scritto, costretto "a utilizzare le chiavette umts per avere una velocità decente a prezzi proibitivi e per un tempo limitato": "per i miei progetti di ricerca - racconta - sono costretto ad appoggiarmi a strutture esterne o a spostarmi di quasi 60 chilometri per alcune necessità specifiche".

La Cgil-funzione pubblica di Ferrara segnala il destino del Progetto sole che dovrebbe permettere la rapida trasmissione dei dati sanitari sul territorio, ossia "far girare i dati e non gli utenti". Il problema è che "è costato milioni di euro e dipende dalla banda larga".

Angela racconta di aver avviato un'attività turistica sui Colli del Trasimeno. Per reggere la concorrenza hanno il loro sito, preparano il blog, sono su Facebook e sui portali di categoria. Eppure, racconta: "Lavoriamo con un modem analogico, dobbiamo andare in città per upload o download minimamente impegnativi e gli aggiornamenti continui di Vista inchiodano il pc e ci danno la gastrite".

Moltissimi lettori citano interminabili discussioni con i call center dei vari operatori tlc con oggetto le centraline Telecom di zona. "Molti abbonati - avverte C.P. da Donoratico alle prese con richieste inevase di potenziamento dell'adsl - cercano di cambiare gestore non sapendo che la situazione non cambierebbe essendo la centrale piccola e gli altri gestori forniscono il servizio attraverso apparati telecom". Il caso di Romolo, da Perugia, è emblematico. Abita al terzo piano di una palazzina dove tutti i piani, tranne il suo, sono raggiunti dall'adsl. Possibile? "Dai tecnici telecom mi sono sentito rispondere che dipende dalle centraline. Che i posti sono tutti già occupati e che non ci saranno possibilità di nuovi accessi anche in futuro. Il terzo mondo incastinato nel primo... ".

Dalla prima ondata di mail, insomma, emerge un malcontento generale rispetto al rinvio degli investimenti sulla banda larga e una critica diffusa verso le scelte del governo: "Servono ponti verso il mondo, non il ponte sullo Stretto che neppure i siciliani useranno."
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