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Berlusconi: o io o elezioni. Il Pd cambi registro

Altri lanci pubblicitari del libro di Vespa. Con nuove bordate di Berlusconi. Che bolla le ipotesi di governo del presidente, girate in queste settimane. "Non sono in campo ipotesi di questo tipo, e dovesse cambiare la maggioranza, le elezioni sarebbero inevitabili".

Berlusconi non è a Porta a Porta ma parla lo stesso con il conduttore preferito, che sta anticipando a rate le chicche del suo nuovo libro in edicola il 6 novembre.

Dopo la pronuncia della Corte costituzionale - dice l'intervistatore - sia Fini che Bossi le sono stati solidali (salvo il distinguo di Fini sulle critiche al capo dello stato). Berlusconi esclude quindi che qualcuno di loro abbia
il retropensiero di una crisi e di un 'governo del presidentè? Questa la risposta del premier: «lo escludo nel modo più assoluto. se mai dovesse verificarsi un cambiamento di maggioranza, ma è un'ipotesi che non esiste, ci tengo a dirlo chiaro, sarebbe inevitabile il ricorso ad elezioni
anticipate».

Poi minacce e finte aperture al Pd. «Nessuno più di me è predisposto al dialogo. Ma per dialogare è necessario essere in due, e soprattutto avere rispetto dell'avversario, non insultarlo e demonizzarlo come il Pd di Franceschini e di Veltroni ha fatto ogni giorno, e spesso più volte al giorno, contro la mia persona. Se Bersani deciderà di cambiare registro e di concorrere alle riforme importanti per il futuro dell'Italia, il più contento sarò io».

Così il premier a Vespa che gli chiede se sarà possibile avviare con Pierluigi Bersani il dialogo che fu impossibile con Dario Franceschini. Bersani, obietta Vespa a Berlusconi, sostiene che lei ha ridotto al mutismo il Parlamento. «Se il nuovo segretario del Pd manifesta una disponibilità a trattare sulle materie più importanti - risponde il presidente del Consiglio - non ci sarà nessuna difficoltà ad aprire una discussione seria. Bersani dimentica che molti voti di fiducia si sono resi necessari per le pratiche ostruzionistiche dell'opposizione».

Può essere la giustizia il primo banco di prova?, chiede ancora Vespa. «Magari!...».

Il tenore corrisponde a quello usato dal ministro Alfano, che ha detto di volere la riforma della giustizia condivisa, ma di essere pronti a farla da sola.

Berlusconi poi afferma di non voler rinunciare alle azioni contro 'L'Unità' e Repubblica: «Ho il dovere di tutelare non la mia persona, ma l'istituzione che rappresento - dice il premier - e che mi è stata assegnata dal voto di milioni di italiani. Insultando me si insultano tutti loro, si insulta il loro voto, la loro volontà, la loro dignità. E non ho sporto querela. Mi sono rivolto, in modo direi quasi disarmato, ai giudici civili destinando da subito l'eventuale risarcimento del danno all'Istituto San Raffaele di Milano».


Berlusconi affronta anche il nodo del rapporto con la Lega. La concessione della presidenza di due Regioni del Nord alla Lega non rischia di ridimensionare il peso nazionale del Pdl, dice il premier. «La questione è oggi ancora sul tavolo - afferma il presidente del Consiglio - ma se ciò dovesse accadere certamente no. L'alleanza con la Lega è davvero solida. Non c'è nessun problema nell'individuazione dei candidati alle elezioni regionali anche perché presenteremo in ogni regione del Nord un ticket che indicherà un presidente del Pdl e un vice della Lega e viceversa. Nessun pericolo di sganciamento leghista, dunque. Tra me e Umberto Bossi c'è un patto ormai consolidato fondato anche sull'amicizia e sull'affetto. Con Umberto Bossi ho sempre trovato
accordi ragionevoli».

Vespa ricorda a Berlusconi che quando in aprile i giornalisti gli chiesero a Vienna se avrebbe votato a favore del referendum
che sposta il premio di maggioranza dalla coalizione alla lista, lui rispose di sì, nonostante la posizione della Lega fosse
diversa. «Non ho motivo di cambiare opinione - risponde il presidente del Consiglio - se il Popolo della Libertà fosse
un'impresa e l'amministratore delegato votasse contro gli interessi della sua azienda dovrebbe dimettersi. Ma con la Lega,
ripeto, non ci sono e non ci saranno elementi di contrasto».

Berlusconi ha parlato anche di informazione e fango. Ha detto, tra l'altro, che Feltri (direttore del Giornale) prende le sue decisioni in assoluta autonomia.

Fonte: Unita.it
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