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Inquinamento - L'Italia e i cambiamenti climatici

Anche per il nostro Paese si osservano già i primi effetti dell’aumento della temperature, che risultano essere di 0,7 gradi centigradi negli ultimi 100 anni.

Così anche i ghiacciai delle Alpi che nell’ultimo secolo hanno visto la loro estensione diminuire di quasi la metà: dai circa mille chilometri quadrati della fine del secolo ai 500 di oggi

Una delle dimostrazioni più evidenti è il caso di Forni in Valtellina, il più grande ghiacciaio italiano, il cui fronte è arretrato di 2 Km, perdendo il 15% della superficie negli ultimi cento anni. Ma per altri ghiacciai minori la riduzione areale è ancora maggiore: il Teodulo-Valtourneniche nei pressi di Cervinia, in Val d’Aosta, ha perso il 75% della superficie, così come il Tyndal sotto al Cervinio.

Le possibili conseguenze non riguardano solo la perdita di paesaggio, ma anche l'aumento del rischio frane e dissesti geologici, nonché la diminuzione della disponibilità della risorsa idrica.

Da uno studio del Cnr si scopre che anche negli ultimi cinquanta anni si sono verificati notevoli cambiamenti nel clima. La quantità di pioggia annua media è diminuita del 10%, ma tende a concentrarsi in un minor numero di giorni, con eventi più intensi di carattere alluvionale. Al Nord, su una media di 1.000 millimetri di pioggia all’anno (1 millimetro di pioggia equivale a 1 litro per metro quadro), il calo è stato dell’8%; al Centro su una media di 750 millimetri la diminuzione è stata del 10% e al Sud del 12% su una media di 600 millimetri annui. E così sono diminuite anche le precipitazioni nevose a tutte le quote: facendo riferimento ad una delle stazioni meteorologiche più significative in questo settore, quella del Plateau Rosa a quota 3.480 metri, nel periodo dal 1952 al 1991 c’è stato un calo del 45%, con una riduzione della copertura nuvolosa di circa il 20%.

E se l’aumento della temperatura media annua su tutto il territorio della penisola negli ultimi 50 anni è stato dello 0,7 gradi centigradi, per i grandi centri urbani gli aumenti sono stati più marcati, fra 1 e 2 gradi, con un raddoppio – da 10 a 20- di eventi di onde di calore, fenomeni meteorologici estivi che fanno registrare innalzamenti bruschi della temperatura anche di 7/15 gradi, con pesanti effetti sulla salute della popolazione più debole.

Ma quale sarà il clima dell’Italia tra 50 anni?

Secondo uno studio dell’Enea e dell’Ipcc nel 2050 la temperatura media sarà più elevata di circa 3 gradi, con un aumento più accentuato al Nord, con un incremento della piovosità invernale del 10% nelle regioni settentrionali e un calo del 30% di quella estiva nel Sud. I ghiacciai si ridurranno di altro 20-30%. Il livello del Mediterraneo aumenterà di "appena" 20 centimetri. Ma questi basteranno a far verificare a Venezia fenomeni di acqua alta superiori al metro tra gli 80 e i 115 giorni all’anno (oggi sono appena 7). A queste condizioni i centri abitati di Venezia, Chioggia e delle isole minori rischiano un lento ed inesorabile allagamento. Ma attorno al 2050 saranno a rischio inondazione anche 4.500 chilometri quadrati di aree costiere: il 65% al sud, il 25,4% nel Nord, il 5,4% nell’Italia centrale e il 6,6% in Sardegna.

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