Roma - - Presentato un emendamento al dl anticrisi in commissione Bilancio e Finanza alla Camera per il rientro dei capitali all'estero. L'aliquota finale applicata ai patrimoni regolarizzati sarà del 5%. Insorge l'opposizione. Franceschini: "Un altro condono". Di Pietro: "Impunità bella e buona". Ma il ministro Tremonti difende la norma: "Vero beneficio è chiudere la caverna di Alì Babà''.
Roma, 15 lug. (Adnkronos/Ign) - Dopo giorni di annunci e smentite lo scudo fiscale è arrivato in Parlamento. La norma sul rientro dei capitali è inserita in un emendamendo al decreto anticrisi, al vaglio della commissione Bilancio e Finanza alla Camera. Nel testo si prevede "l'istituzione di un'imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali, detenute fuori dal territorio dello Stato". Con la condizione, prosegue il testo che spiega la norma, "che le stesse vengano rimpatriate in Italia da paesi extraeuropei nonché regolarizzate ovvero rimpatriate perché in essere in Paesi dell'Unione europea e in Paesi aderenti allo spazio economico europeo che garantiscono un effettivo scambio di informazioni fiscali in via amministrativa".
L'imposta introdotta dalla norma prevede un 2% presunto all'anno per i cinque anni precedenti la regolarizzazione o il rientro in Italia del capitale. L'aliquota complessiva è stata stabilità al 5% e sarà applicata alle attività finanziarie e patrimoniali in possesso almeno al 31 dicembre 2008 o rimpatriate e messe in regola dal prossimo 15 ottobre prossimo e fino al 15 aprile del prossimo anno.
Per il governo non è stato possibile prevedere il gettito di questa norma, e così - al momento - è stato definito "imprevedibile" e fissato a un euro anche se la cifra dovrebbe attestarsi attorno tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro.
"Sono esclusi dallo scudo fiscale - si legge ancora nel testo - i reati tributari previsti nel decreto legislativo 74/2000 ad eccezione dei reati di dichiarazione infedele e di omessa dichiarazione". Inoltre, il testo esclude i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso o di corruzione, oppure quelli di concussione, usura, droga, traffico di armi, estorsione e sequestro di persona a scopo di estorsione.
Soddisfatto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che spiega: "Il vero beneficio è chiudere la caverna di Alì Babà. E' inutile fare la lotta all'evasione se non si chiudono i paradisi fiscali". "C'e' un forte interesse - ha aggiunto uil titolare del dicastero di via XX settembre - che i paradisi fiscali continuino, io sono contrario e per questo occorre svuotare la caverna e raddoppiare le sanzioni".
Dura, invece, la reazione dell'opposizione. A partire da Dario Franceschini, segretario del Partito democratico: "Leggeremo il testo, ma è evidente che è un altro condono. Non c'è neanche il coraggio di dirlo, ma faranno quello che dicono di non voler fare".
Sulla stessa linea Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori: "Come volevasi dimostrare: lo scudo fiscale, che il ministro dell'Economia aveva negato, ora è arrivato. E non è solo uno scudo per gli evasori fiscali, ma anche un'impunità bella e buona per tutte quelle persone che, dopo aver guadagnato illecitamente denaro, ora, pagando una misera tangente allo Stato, si rifanno la verginità e il portafogli. Insomma, da oggi in poi, questi signori dobbiamo pure ringraziarli - conclude l'ex pm - perché porteranno in Italia i frutti delle loro rapine"
0 commenti to " arriva lo scudo fiscale, magistrale intervento dell'On. Francesco Barbato "