MILANO - Il sud reclama maggiore attenzione da parte del governo, il capo dell'esecutivo fa sapere che questa attenzione ci sarà e che per il Meridione è in arrivo un piano di rilancio «innovativo». La discesa in campo di Silvio Berlusconi sembra rassicurare almeno il leader dell'Mpa, Raffaele Lombardo, il cui movimento aveva puntato i piedi contro una politica considerata troppo assente nei confronti delle regioni meridionali. «Che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dica "ci penso io al Sud" mi sembra una cosa molto buona - dice ora Lombardo, che è anche presidente dell'Assemblea regionale siciliana -. E se il tema è finalmente entrato nell'agenda di governo è merito nostro».
«GRAZIE A NOI SE NE PARLA» - «Noi rivendichiamo senza tema di smentita - aggiunge il numero uno del Movimento per le autonomie - di avere avviare un dibattito che campeggia su tutti i giornali e che adesso finalmente sta entrando nelle teste delle persone, soprattutto degli stessi meridionali che ci credono poco perchè sono disillusi. L'importante adesso è andare avanti con quanti ci credono ma non in maniera strumentale, perchè la politica è venire incontro alle esigenze reali delle persone».
«CLIMA PROSSIMO A RIBELLIONE» - In ogni caso l'Mpa non abbassa la guardia e non intende sminuire il problema. «Le popolazioni del sud sono stanche - commenta Arturo Iannaccone, parlamentare e responsabile del dipartimento welfare e sanità del partito -, c'è un clima sociale ormai prossimo a fenomeni di ribellione e dobbiamo intervenire soprattutto per dare una nuova speranza ai giovani meridionali». Secondo Iannaccone, «la diffusa avversione al progetto del Partito del Sud che emerge in queste ore, dimostra che si tratta di un'iniziativa politica che fa paura proprio perchè scaturisce da un sentimento diffuso tra le popolazioni meridionali. Di questo ne dovrebbero tener conto esponenti politici che, in quanto espressione di un potere oligarchico, hanno una scarsa conoscenza del territorio».
«BASTA PIAGNONI» - Taglia invece corto sulla creazione di un partito del Sud il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli, esponente di primo piano della Lega Nord: «Se significa una Lega del Sud che vuole più autonomia e federalismo e non più sprechi ben venga, ma se deve nascere il Partito del Sud per l'antico meridionalismo piagnone allora non ci siamo proprio».
«FATTI O NUOVO PARTITO» - Non è invece piaciuta la presa di posizione del premier al sottosegretario Gianfranco Micciché: «Non posso nascondere che la lettura della nota di Berlusconi, mi abbia trasmesso una sensazione di stupore. Non tanto per la difesa dell'operato del governo rispetto al Sud, quanto per l'accusa in essa rivolta a qualcuno di sventolare la bandiera sudista per lucrare potere. Quel qualcuno dovrei essere io, se non ho capito male». Micciché, pur ribadendo la fiducia in Berlusconi, chiede che ora si passi dalle promesse ai fatti perché «il tempo delle deleghe in bianco è finito». L'idea del partito del sud, precisa poi, nasce dal fatto che è il governo ad aver «tradito» il Sud per seguire invece «l'asse Tremonti-Lega Nord», una situazione «sotto gli occhi di tutti». Per rovesciarla è necessario fare il nuovo partito. Se invece Berlusconi farà del Sud d'ora in poi «la priorità del governo, ne prendo e ne prendiamo atto e saremo al fianco del presidente, dandogli la nostra fiducia. Ma ci vogliono gesti concreti». Quali? Miccichè li elenca: «Sbloccare i fondi Fas subito, rendere i parlamentari meridionali protagonisti del momento della scelta e della elaborazione delle strategie, rinforzare dentro l'esecutivo la posizione dei ministri, come Stefania Prestigiacomo, autorevoli, che devono difendersi dall'ingerenza e dalla voglia di potere di quanti vogliono accaparrarsi tutto e non rispondere di niente».
«GRAZIE A NOI SE NE PARLA» - «Noi rivendichiamo senza tema di smentita - aggiunge il numero uno del Movimento per le autonomie - di avere avviare un dibattito che campeggia su tutti i giornali e che adesso finalmente sta entrando nelle teste delle persone, soprattutto degli stessi meridionali che ci credono poco perchè sono disillusi. L'importante adesso è andare avanti con quanti ci credono ma non in maniera strumentale, perchè la politica è venire incontro alle esigenze reali delle persone».
«CLIMA PROSSIMO A RIBELLIONE» - In ogni caso l'Mpa non abbassa la guardia e non intende sminuire il problema. «Le popolazioni del sud sono stanche - commenta Arturo Iannaccone, parlamentare e responsabile del dipartimento welfare e sanità del partito -, c'è un clima sociale ormai prossimo a fenomeni di ribellione e dobbiamo intervenire soprattutto per dare una nuova speranza ai giovani meridionali». Secondo Iannaccone, «la diffusa avversione al progetto del Partito del Sud che emerge in queste ore, dimostra che si tratta di un'iniziativa politica che fa paura proprio perchè scaturisce da un sentimento diffuso tra le popolazioni meridionali. Di questo ne dovrebbero tener conto esponenti politici che, in quanto espressione di un potere oligarchico, hanno una scarsa conoscenza del territorio».
«BASTA PIAGNONI» - Taglia invece corto sulla creazione di un partito del Sud il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli, esponente di primo piano della Lega Nord: «Se significa una Lega del Sud che vuole più autonomia e federalismo e non più sprechi ben venga, ma se deve nascere il Partito del Sud per l'antico meridionalismo piagnone allora non ci siamo proprio».
«FATTI O NUOVO PARTITO» - Non è invece piaciuta la presa di posizione del premier al sottosegretario Gianfranco Micciché: «Non posso nascondere che la lettura della nota di Berlusconi, mi abbia trasmesso una sensazione di stupore. Non tanto per la difesa dell'operato del governo rispetto al Sud, quanto per l'accusa in essa rivolta a qualcuno di sventolare la bandiera sudista per lucrare potere. Quel qualcuno dovrei essere io, se non ho capito male». Micciché, pur ribadendo la fiducia in Berlusconi, chiede che ora si passi dalle promesse ai fatti perché «il tempo delle deleghe in bianco è finito». L'idea del partito del sud, precisa poi, nasce dal fatto che è il governo ad aver «tradito» il Sud per seguire invece «l'asse Tremonti-Lega Nord», una situazione «sotto gli occhi di tutti». Per rovesciarla è necessario fare il nuovo partito. Se invece Berlusconi farà del Sud d'ora in poi «la priorità del governo, ne prendo e ne prendiamo atto e saremo al fianco del presidente, dandogli la nostra fiducia. Ma ci vogliono gesti concreti». Quali? Miccichè li elenca: «Sbloccare i fondi Fas subito, rendere i parlamentari meridionali protagonisti del momento della scelta e della elaborazione delle strategie, rinforzare dentro l'esecutivo la posizione dei ministri, come Stefania Prestigiacomo, autorevoli, che devono difendersi dall'ingerenza e dalla voglia di potere di quanti vogliono accaparrarsi tutto e non rispondere di niente».
0 commenti to " Lombardo: "Il sud ha bisogno di soldi, Calderoli: Non fate i soliti piagnoni" "