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IL PD NEGA LA TESSERA A BEPPE GRILLO. LUI: "ALLORA MI ISCRIVO ALLA P2"

Di Pietro: "Sbagliano a non iscriverlo"

ROMA - "Voglio la tessera per candidarmi alle primarie", insiste Beppe Grillo. Ma poco dopo l'annuncio della sua richiesta della tessera, stavolta in Liguria dopo il rifiuto del partito sardo, arriva la decisione della commissione di garanzia dei democratici: "Non e' possibile la registrazione di Beppe Grillo nell'anagrafe del Pd poiche' egli ispira e si riconosce in un movimento politico ostile al Pd. La delibera verra' resa nota sul sito nei prossimi giorni''.

Il comico-blogger aveva annunciato poco prima un nuovo tentativo in Liguria. "Domani andrò a Nervi, dove sono residente, e cercherò di prendere la tessera lì dove sono residente. Allora spero che la Vincenzi, che è la sindaco, non mi tolga la residenza da Genova, sennò per iscrivermi a 'sto cazzo di partito devo diventare un apolide!" si legge nel blog del comicio. Che non risparmia attacchi ai tanti che, dentro il partito, hanno criticato la sua scelta. "Il Pd - afferma Grillo - non si sa più cosa sia. Fassino dice che non è un taxi. Bersani dice che non è un autobus e la Melandri dice che non è un tram. L'unica cosa certa che sappiamo del Partito Democratico è che non è un veicolo a motore. Sono veramente alla frutta".

Furiosa la reazione a caldo di uno dei due candidati alla segreteria Pierluigi Bersani: "E' ora di finirla di pensare che noi siamo un luogo per tutte le scorribande. Non si entra da noi per insultarci ed è molto curioso che si venga a dare lezioni di democrazia nell'unico partito in cui si discute. Si vada a bussare alla porta degli altri partiti se li trovano."
Ma il comico non sembra voler fermarsi e ripercorre così l'infruttuoso tentativo di iscrizione di ieri: "Sono andato per iscrivermi ad Arzachena, mi hanno detto che potevo fare la domanda, 'ma la tessera non te la possiamo dare'. Ci siamo seduti in un bar. Ho compilato la mia domanda e ho pagato 16 euro. Ne bastavano 15, ma uno gliel'ho dato di stecca". Poi attacca: "Il Pd non è un partito politico, è un Partito Burocratico. Non hanno un programma. Io ho visto quelli che si stanno candidando. Come si fa a votare Franceschini. Chi è Franceschini? Un programma? Non ce l'hanno. L'unico che ha un programma di questi candidati alla segreteria, sono io, che sono un comico".

Così rilancia "la nostra rivoluzione straordinaria dal basso, con cittadini non iscritti a partiti" e si dice convinto che nel Pd "di questo hanno paura. Hanno paura che questa gente che è lì come Fassino, da venticinque anni, e la moglie, da trent'anni, D'Alema, Violante non li voterebbero neanche i loro parenti".

Al fianco del comico si schiera Antonio Di Pietro: "Il Pd sta sbagliando tutto con Grillo. Ma soprattutto sbagliano a non volerlo iscrivere al partito. Lui voleva solo smascherare l'ipocrisia di un congresso per il quale è stato già deciso tutto in anticipo". E anche Mario Adinolfi, uno dei quattro candidati alla segreteria e membro della direzione nazionale del Pd, contesta la decisione della commissione di garanzia: "Non si esclude un cittadino che chiede la tessera."

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