Blog e social network aiutano la democrazia mondiale. In Italia, no a sanzioni per i giornalisti
ROMA - Un occhio all'informazione globale e un altro a quella del nostro paese. Il Garante per la protezione dei dati personali Francesco Pizzetti ha svolto la sua relazione annuale al Parlamento. «Dai blog ai social network fino al recentissimo, e già quasi invecchiato, sistema twitter ha detto Pizzetti - sempre di più oggi l'informazione è il prodotto di una comunicazione continua e collettiva a livello mondiale». Il presidente del Garante ha poi aggiunto che «quanto sta avvenendo in Iran dimostra che su questi strumenti, e specialmente sui più innovativi, poggia una forma di resistenza democratica mai immaginata prima».
NO ALLE SANZIONI PENALI CONTRO I GIORNALISTI ITALIANI - Venendo all' Italia «per quanto riguarda le nuove regole relative ai limiti della pubblicabilità delle informazioni acquisite e trattate dai giudici» il Garante per la protezione dei dati personali ritiene opportuna una nuova disciplina, ma «ribadisce perplessità sul ricorso a sanzioni penali a carico dei giornalisti» ha detto il presidente Francesco Pizzetti in Parlamento. «Peraltro - ha aggiunto - non tocca all'Autorità fissare le regole che presiedono al rispetto della libertà di informazione garantita dalla Costituzione, se non quando siano concretamente in discussione eventuali e puntuali violazioni della riservatezza dei cittadini». A suo avviso infatti «non c'è ragione di ritenere che la regolazione in via generale della libertà di stampa abbia una diretta e immediata connessione con la tutela della privacy, che deve essere sempre valutata caso per caso».
DIFFUSIONE DEI DATI PERSONALI - Il Garante per la protezione dei dati personali ha poi anche apprezzato «ogni azione intesa ad aumentare l'efficienza della pubblica amministrazione e a incrementare l'uso di tecnologie per accelerare e rendere più agevole il rapporto con i cittadini». Ma c'è anche un allarme: «Non possiamo non sottolineare la pericolosità della diffusione in rete senza adeguate misure di protezione e di controllo, dei milioni di dati personali che l'amministrazione quotidianamente tratta». Al fine di combattere «inefficienze e assenteismo - inoltre - può essere sufficiente la pubblicazione aggregata dei dati e una efficace tempestività nel colpire i singoli in difetto».
I NUOVI PROBLEMI CHE NASCONO CON GLI ARCHIVI ONLINE - «Qualunque fatto del passato» contenuto negli archivi on line dei giornali e delle testate televisive «viene riproposto nel presente. Il che, collegato con i motori di ricerca e con la loro caratteristica di decontestualizzare le notizie catturate in rete, provoca problemi inediti, potenzialmente lesivi della vita delle persone». È questa un'altra perplessità espressa dal presidente dell'autorità garante della privacy, Francesco Pizzetti nel rapporto 2008. «Il passato diventa un eterno presente e non vi è più possibilità di sperare che vicende anche dolorose, appartenenti ad anni lontani della esistenza di una persona cadano nell'oblio, confinate negli archivi tradizionali». Molto resta quindi da fare per risolvere il problema «dalle implicazioni imprevedibili».
ALLARME SPAM - Altro allarme: «il fenomeno dello spam continua a crescere». Un problema che «non comporta solo aggravi per gli utenti. Attraverso questi messaggi e-mail possono» infatti «essere trasmessi anche programmi spia e software "maligni", che determinano furti e manipolazione dei dati contenuti nei computer e spesso danni irreparabili ai programmi installati».
NO ALLE SANZIONI PENALI CONTRO I GIORNALISTI ITALIANI - Venendo all' Italia «per quanto riguarda le nuove regole relative ai limiti della pubblicabilità delle informazioni acquisite e trattate dai giudici» il Garante per la protezione dei dati personali ritiene opportuna una nuova disciplina, ma «ribadisce perplessità sul ricorso a sanzioni penali a carico dei giornalisti» ha detto il presidente Francesco Pizzetti in Parlamento. «Peraltro - ha aggiunto - non tocca all'Autorità fissare le regole che presiedono al rispetto della libertà di informazione garantita dalla Costituzione, se non quando siano concretamente in discussione eventuali e puntuali violazioni della riservatezza dei cittadini». A suo avviso infatti «non c'è ragione di ritenere che la regolazione in via generale della libertà di stampa abbia una diretta e immediata connessione con la tutela della privacy, che deve essere sempre valutata caso per caso».
DIFFUSIONE DEI DATI PERSONALI - Il Garante per la protezione dei dati personali ha poi anche apprezzato «ogni azione intesa ad aumentare l'efficienza della pubblica amministrazione e a incrementare l'uso di tecnologie per accelerare e rendere più agevole il rapporto con i cittadini». Ma c'è anche un allarme: «Non possiamo non sottolineare la pericolosità della diffusione in rete senza adeguate misure di protezione e di controllo, dei milioni di dati personali che l'amministrazione quotidianamente tratta». Al fine di combattere «inefficienze e assenteismo - inoltre - può essere sufficiente la pubblicazione aggregata dei dati e una efficace tempestività nel colpire i singoli in difetto».
I NUOVI PROBLEMI CHE NASCONO CON GLI ARCHIVI ONLINE - «Qualunque fatto del passato» contenuto negli archivi on line dei giornali e delle testate televisive «viene riproposto nel presente. Il che, collegato con i motori di ricerca e con la loro caratteristica di decontestualizzare le notizie catturate in rete, provoca problemi inediti, potenzialmente lesivi della vita delle persone». È questa un'altra perplessità espressa dal presidente dell'autorità garante della privacy, Francesco Pizzetti nel rapporto 2008. «Il passato diventa un eterno presente e non vi è più possibilità di sperare che vicende anche dolorose, appartenenti ad anni lontani della esistenza di una persona cadano nell'oblio, confinate negli archivi tradizionali». Molto resta quindi da fare per risolvere il problema «dalle implicazioni imprevedibili».
ALLARME SPAM - Altro allarme: «il fenomeno dello spam continua a crescere». Un problema che «non comporta solo aggravi per gli utenti. Attraverso questi messaggi e-mail possono» infatti «essere trasmessi anche programmi spia e software "maligni", che determinano furti e manipolazione dei dati contenuti nei computer e spesso danni irreparabili ai programmi installati».
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