La pubblicità è l’anima del commercio. Ed è vero anche quando si tratta di vendere servizi particolari come quelli offerti dalle prostitute. Così, nelle ampie zone grigie della Rete, negli ultimi anni sono nati e continuano a crescere siti specializzati in annunci erotici.
A90club.com, dbakeca.com, itescort.com, pizzonero.com, torchemada.com sono solo alcuni esempi tra le decine di siti che propongono questo tipo di servizio. Su ogni sito ci sono tra cento e mille annunci, ciascuno con foto più o meno ‘ginecologiche’, descrizioni del tipo di prestazione offerta e numero di telefono della prostituta. Ce ne sono per tutte le tasche e per tutti i gusti, si va dai 30 euro fino a oltre i 500 per un singolo rapporto e sono ovunque, in ogni cittadina dello stivale, senza eccezioni. Ma cosa si cela dietro a questi siti, che spesso sembrano dei veri e propri bordelli virtuali? Quale giro d’affari? Non si rischia di cadere nel favoreggiamento?
Mario (il nome è di fantasia) è un giovane imprenditore, gestisce siti internet per lavoro, nella sua carriera ne ha già aperti e fatti crescere diversi, alcuni anche a contenuto erotico. La sua ultima creatura in questo settore è www.itescort.com fresco di lancio. Mario ha accettato di parlarci in forma anonima e di rispondere alle domande che gli abbiamo posto: “Si guadagna molto – conferma – ogni ragazza paga circa 100 euro al mese per pubblicare l’annuncio, a regime con un sito di escort si possono guadagnare anche più di 50 mila euro al mese”. Ed è tutto sommerso. Soldi di cui il fisco italiano non vedrà mai nemmeno l’ombra: “Il gioco è semplice – spiega – Il dominio è intestato ad un prestanome in un paese straniero, magari in Romania, dove le tasse sono molto basse. Tutti i pagamenti avvengono su un conto virtuale aperto all’estero , uno di quelli che si possono ricaricare con carta di credito e il gioco è fatto”. In questo modo il vero proprietario italiano, quello che ha in mano le chiavi del sito, non fa altro che incassare i ricchi assegni e gestire la pubblicazione degli annunci, comodamente seduto sulla poltrona di casa.
Lo spostamento sulla piattaforma straniera rende difficilmente individuabile il reale amministratore, in questo modo si elimina anche il rischio di venire coinvolti in indagini per sfruttamento o favoreggiamento della prostituzione: “La Cassazione ha stabilito che la semplice pubblicazione di annunci non costituisce favoreggiamento – spiega ancora Mario -. Io ci sto molto attento, non offro nessun servizio aggiuntivo e non ho rapporti diretti con le ragazze che si pubblicizzano. Altri hanno varcato questo confine, magari facendo da intermediari tra il cliente e la prostituta, ma sono stati processati e qualcuno è anche finito in galera”.
In Italia ci sono un centinaio di questi siti, la maggior parte funzionano proprio secondo il meccanismo spiegato da Mario. Si stima un giro d’affari, per i siti, prossimo ai 50 milioni di euro l’anno. Non male, soprattutto se si pensa che quello dei siti di annunci è un piccolo indotto di un gigantesco settore che sfugge completamente al controllo dello Stato.
Fonte: Il FQ
A90club.com, dbakeca.com, itescort.com, pizzonero.com, torchemada.com sono solo alcuni esempi tra le decine di siti che propongono questo tipo di servizio. Su ogni sito ci sono tra cento e mille annunci, ciascuno con foto più o meno ‘ginecologiche’, descrizioni del tipo di prestazione offerta e numero di telefono della prostituta. Ce ne sono per tutte le tasche e per tutti i gusti, si va dai 30 euro fino a oltre i 500 per un singolo rapporto e sono ovunque, in ogni cittadina dello stivale, senza eccezioni. Ma cosa si cela dietro a questi siti, che spesso sembrano dei veri e propri bordelli virtuali? Quale giro d’affari? Non si rischia di cadere nel favoreggiamento?
Mario (il nome è di fantasia) è un giovane imprenditore, gestisce siti internet per lavoro, nella sua carriera ne ha già aperti e fatti crescere diversi, alcuni anche a contenuto erotico. La sua ultima creatura in questo settore è www.itescort.com fresco di lancio. Mario ha accettato di parlarci in forma anonima e di rispondere alle domande che gli abbiamo posto: “Si guadagna molto – conferma – ogni ragazza paga circa 100 euro al mese per pubblicare l’annuncio, a regime con un sito di escort si possono guadagnare anche più di 50 mila euro al mese”. Ed è tutto sommerso. Soldi di cui il fisco italiano non vedrà mai nemmeno l’ombra: “Il gioco è semplice – spiega – Il dominio è intestato ad un prestanome in un paese straniero, magari in Romania, dove le tasse sono molto basse. Tutti i pagamenti avvengono su un conto virtuale aperto all’estero , uno di quelli che si possono ricaricare con carta di credito e il gioco è fatto”. In questo modo il vero proprietario italiano, quello che ha in mano le chiavi del sito, non fa altro che incassare i ricchi assegni e gestire la pubblicazione degli annunci, comodamente seduto sulla poltrona di casa.
Lo spostamento sulla piattaforma straniera rende difficilmente individuabile il reale amministratore, in questo modo si elimina anche il rischio di venire coinvolti in indagini per sfruttamento o favoreggiamento della prostituzione: “La Cassazione ha stabilito che la semplice pubblicazione di annunci non costituisce favoreggiamento – spiega ancora Mario -. Io ci sto molto attento, non offro nessun servizio aggiuntivo e non ho rapporti diretti con le ragazze che si pubblicizzano. Altri hanno varcato questo confine, magari facendo da intermediari tra il cliente e la prostituta, ma sono stati processati e qualcuno è anche finito in galera”.
In Italia ci sono un centinaio di questi siti, la maggior parte funzionano proprio secondo il meccanismo spiegato da Mario. Si stima un giro d’affari, per i siti, prossimo ai 50 milioni di euro l’anno. Non male, soprattutto se si pensa che quello dei siti di annunci è un piccolo indotto di un gigantesco settore che sfugge completamente al controllo dello Stato.
Fonte: Il FQ
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