BRIN, COSTOLO, BIZ, PAGE. Grandi star della Silicon Valley, i nomi dietro il successo planetario di Twitter e Google e numeri strabilianti in Borsa e in banca. Però Evan Williams, cofondatore di Twitter, conosce una verità. Sa che tra i divi della tecnologia manca un nome, quello di Jason Goldman. Poco noto ai più, anche se ha un grande seguito online. Ma è la persona che ha maggiormente contribuito a rendere alcuni dei prodotti chiave della Silicon Valley così popolari.
Jason Goldman era il nome al top del team ingegneristico di Twitter. Una posizione guadagnata col duro lavoro, a capo di 40 persone, un ruolo chiave anche nel ridefinire la Obvious Corporation, l'incubatore iniziale di Twitter, assieme a Biz Stone e lo stesso Williams. Ma sotto i riflettori, il viso di Goldman non c'è mai. Nonostante la sua presenza nel board di Branch e Medium, due startup che partono dai successi dei creatori di Twitter.
Goldman inizia come assistente di Evan Williams nella sua prima startup. Parte come semplice impiegato, ma nel tempo riesce a costruire una carriera strutturale allo sviluppo dell'azienda per cui lavora. I lustrini, le top model, i Rolex e le attenzioni di Vanity Fair sono per altri, per Jack Dorsey ad esempio, terzo cofondatore di Twitter. E nemmeno Google restituisce granché cercando informazioni su Jason Goldman, che vive
anche lontano dalla California delle meraviglie digitali. In un quartiere comune, sulla 23esima strada.
Goldman fa un lavoro duro, quello del product manager, che lui definisce come "il lavoro per far funzionare il lavoro degli altri, quello fatto di carte, orari, incontri con persone che nessuno vuole incontrare". Perché qualcuno che pensi alla struttura dei prodotti anche sul fronte digitale è basilare. E serve che sia molto capace. Qualcuno che sistemi i guai e che non solo dica ai vogatori in che direzione remare. Ma che prenda anche il primo remo. Un lavoratore insomma, non necessariamente una superstar della visione cyber.
Della sua costruzione di Twitter, Goldman racconta di non essere "quello dei keynote e degli annunci spettacolari. Sono quello che dice agli altri che tipo di lavoro si farà nei prossimi sei mesi, che assegna i compiti e che rimette insieme i pezzi rotti", tra parti del progetto e disaccordi tra gli sviluppatori.
La persona che in una stanza piena di cervelli pensatori che immaginano il prodotto del futuro, mantiene ferma l'idea di quello che il prodotto è realmente. Biz Stone dice: "Jason può essere fiero delle sue tante piccole vittorie. Ogni volta che porta un risultato a casa è come salire di livello in un videogioco". E far arrivare una visione allo status di progetto, fino a vederlo compiersi, è il lavoro di Goldman. Anche se nessuno sa chi sia: "A lui non serve il riflettore, non cerca il prestigio. Ha una sola reale necessità: aiutare a far sì che i progetti diventino realtà".
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