
Gli accertamenti hanno preso spunto dalla denuncia di un piccolo distributore italiano rispetto alla violazione del copyright che aveva riscontrato sulla rete relative ad un film d'animazione uscito nelle sale italiane nel novembre dello scorso anno. Per un singolo film quindi, i siti di download risultano irraggiungibili. Con tutto il carico di dubbi che un provvedimento del genere può suscitare: sui vari cyberlocker infatti oltre a file di indubbia illegalità, ci sono anche documenti "regolari", perché le piattaforme vengono utilizzate per lo scambio di dati personali e professionali. Bloccarli di fatto priva gli utenti paganti
di un servizio legale che hanno regolarmente acquistato. L'avvocato Fulvio Sarzana, esperto di diritto penale di internet, punto di riferimento dei provider italiani, ha detto: "La società denunciante avrà naturalmente le sue buone ragioni, e, cosi naturalmente il magistrato che ha emesso il provvedimento, ma ci si chiede il perchè 27 portali mondiali nella loro interezza, con milioni di files anche privati, che raggruppano milioni e milioni di utenti siano stati resi inaccessibili a milioni di cittadini italiani, per un solo cartone animato".
L'opinione del penalista è che "l'Italia, che ha un disperato bisogno di far condividere ai propri cittadini su internet informazioni per non rimanere tagliata fuori dai grandi flussi mondiali della conoscenza, stia erigendo una vera e propria 'muraglia cinese virtuale'".
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