MESSINA – Dovrà pagare e pare che lui si appresti a farlo per evitare che vengano venduti all’asta i suoi beni immobili. Ai primi vagiti del governo Monti anche l’onorevole Domenico Scilipoti comincia a fare sacrifici. E poco importa che abbia dichiarato che lui non voterà la fiducia al nuovo esecutivo. A stretto giro il parlamentare agopuntore dovrà sborsare 200 mila euro più spese legali relativi ad un vecchio debito per le parcelle non pagate all’ex amico, l’ingegnere Carmelo Recupero, incaricato anni fa di progettare un centro medico polifunzionale nella loro cittadina, Terme Vigliatore, in provincia di Messina.
LA CASSAZIONE - Il contenzioso tra i due si trascina da tempo ma ora è stata scritta la parola fine. La Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile l’ultimo ricorso di Scilipoti contro le sentenze di primo e secondo grado. Di conseguenza la condanna a pagare (che era già immediatamente esecutiva) diventa anche definitiva e il creditore potrà sperare di ottenere quanto ha comunque già cercato di recuperare con relativa istanza di pignoramento. Dopo il pronunciamento della Cassazione anche Scilipoti è perfettamente consapevole che non ha più a chi appellarsi ed avrebbe già chiesto del tempo per poter accendere un mutuo e pagare quanto dovuto: tra debito rivalutato e spese legali la somma dovrebbe superare i 230 mila euro.
IL PIGNORAMENTO - Il progettista ha già chiesto il pignoramento di tutti i beni nella disponibilità del deputato del «Movimento di responsabilità nazionale», anche presso terzi. Quindi oltre agli immobili di proprietà anche rimborsi erogati dalla Camera dei Deputati e contributi elettorali percepiti dal partito in cui è stato eletto, cioè l’Italia dei Valori. «Ma l’Idv – spiega l’avvocato Vincenzo Mandanici, legale dell’ingegnere Recupero - ha già fatto pervenire dichiarazione di terzo negativa, sostenendo di non dovere dare alcuna somma a Scilipoti per eventuali rimborsi elettorali». Per una delle tante norme che tutelano la casta non è invece pignorabile l’indennità da deputato.
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Fonte: Corriere.it
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LA CASSAZIONE - Il contenzioso tra i due si trascina da tempo ma ora è stata scritta la parola fine. La Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile l’ultimo ricorso di Scilipoti contro le sentenze di primo e secondo grado. Di conseguenza la condanna a pagare (che era già immediatamente esecutiva) diventa anche definitiva e il creditore potrà sperare di ottenere quanto ha comunque già cercato di recuperare con relativa istanza di pignoramento. Dopo il pronunciamento della Cassazione anche Scilipoti è perfettamente consapevole che non ha più a chi appellarsi ed avrebbe già chiesto del tempo per poter accendere un mutuo e pagare quanto dovuto: tra debito rivalutato e spese legali la somma dovrebbe superare i 230 mila euro.
IL PIGNORAMENTO - Il progettista ha già chiesto il pignoramento di tutti i beni nella disponibilità del deputato del «Movimento di responsabilità nazionale», anche presso terzi. Quindi oltre agli immobili di proprietà anche rimborsi erogati dalla Camera dei Deputati e contributi elettorali percepiti dal partito in cui è stato eletto, cioè l’Italia dei Valori. «Ma l’Idv – spiega l’avvocato Vincenzo Mandanici, legale dell’ingegnere Recupero - ha già fatto pervenire dichiarazione di terzo negativa, sostenendo di non dovere dare alcuna somma a Scilipoti per eventuali rimborsi elettorali». Per una delle tante norme che tutelano la casta non è invece pignorabile l’indennità da deputato.
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