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Contratti, passa deroga all'art. 18 Camusso: "Governo cancella Costituzione"

ROMA - Le intese sottoscritte a livello aziendale o territoriale possono derogare a leggi sul lavoro, comprese quelle sul licenziamento, e alle relative norme contenute nei contratti nazionali. Via libera della commissione Bilancio del Senato ad un emendamento alla manovra presentato dalla maggioranza. Resta salvo il rispetto della Costituzione, dei vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionli sul lavoro. "Fermo restando il rispetto della Costituzione, nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro, le specifiche intese" aziendali e territoriali "operano anche in deroga alle disposizioni di legge" e alle "relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro", si legge nel testo approvato. "Il governo autoritario distrugge l'autonomia delle parti", ha commentato il leader della Cgil, Susanna Camusso. Per il Pd l'emendamento è rischioso perché "con il sì dei sindacati si potrà anche licenziare".

Nel testo tra l'altro si esplicita che le intese valide saranno non solo quelle "sottoscritte a livello aziendale o territoriale da associazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale" (come già prevedeva il testo della manovra), ma si aggiunge che anche le associazioni "territoriali" avranno la possibilità di realizzare specifiche intese "con efficacia nei confronti di tutti i lavoratori interessati" su temi come la "le mansioni del lavoratore, i contratti a termine, l'orario di lavoro, le modalità di assunzione, le conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio" e per le problematiche legate alle lavoratrici madri.

Salvi i diritti delle mamme. Tra le materie che non potranno essere inserite nelle intese aziendali e territoriali, come il licenziamento discriminatorio, ci sono alcuni diritti delle lavoratrici madri. Queste intese non potranno infatti occuparsi di temi come "il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio, il licenziamento della lavoratrice dall'inizio del periodo di gravidanza fino al termine dei periodi di interdizione al lavoro, nonché fino ad un anno di età del bambino, il licenziamento causato dalla domanda o dalla fruizione del congedo parentale e per la malattia del bambino da parte della lavoratrice o del lavoratore ed il licenziamento in caso di adozione o affidamento".

Accordi piccoli sindacati-aziende. L'emendamento prevede anche che piccoli sindacati percentualmente più rappresentativi a livello territoriale possono sottoscrivere accordi con le aziende. Nel testo dell'emendamento infatti si legge che il provvedimento, che modifica l'articolo 8 della manovra sul 'sostegno alla contrattazione collettiva', stabilisce che "i contratti collettivi di lavoro, sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale o territoriale, ovvero delle loro rappresentanze sindacali operanti in aziende possono realizzare specifiche intese con efficacia di tutti i lavoratori, a condizione di essere sottoscritte sulla base di un criterio maggioritario relativo alla presenze sindacali".

Le reazioni. "Le modifiche della maggioranza di governo all'articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l'articolo 18, in violazione dell'articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama". Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato l'approvazione dell'emendamento.
"Si fa un passo in avanti e due passi indietro" ha detto il senatore del Pd, Giovanni Legnini, a margine dei lavori in Commissione. "Un passo in avanti - spiega Legnini - perché si recepisce l'accordo interconfederale del 28 giugno. Ma due passi indietro perché si è introdotto in modo esplicito la possibilità di derogare a disposizioni di legge attraverso accordi territoriali e aziendali. Dicevano che non si toccava l'articolo 18 e invece è ora possibile e viene scritto espressamente. Tutto questo è inaccettabile", conclude il senatore del Pd. Con il sì dei sindacati si potrà anche licenziare, sostiene il senatore del Pd, Achille Passoni, che ritiene che nell'articolo 8 della manovra, con le modifiche introdotte dalla maggioranza, si apre la strada alla "possibile cancellazione in un contratto aziendale dell'articolo 18 della statuto dei lavoratori, una pura follia giuridica e politica, per arrivare alla messa in discussione di altri diritti fissati per legge".

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 Fonte: Repubblica.it

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1 commenti to " Contratti, passa deroga all'art. 18 Camusso: "Governo cancella Costituzione" "

  1. Anonimo says:

    prima dicono il lavoratore semplice poi piano piano anche i presidenti,che diti di cominciare con i licenziamenti dei politici che non sanno fare niente.

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