ROMA - Il direttore di Rai3, Paolo Ruffini, avrebbe raggiunto l'accordo - a quanto si apprende - per la sua uscita dalla tv pubblica. L'ufficializzazione è attesa nelle prossime ore. Ruffini sarebbe vicino a un accordo con La7. Nel pomeriggio di oggi ci sarebbe stato un nuovo incontro a Viale Mazzini, il terzo negli ultimi giorni, tra il direttore generale, Lorenza Lei, e lo stesso responsabile di Rai3. Mentre in serata si rincorrono sempre più insistenti le voci, non confermate, di un suo addio alla Rai. Intanto i volti di punta della 'sua' rete, da Giovanni Floris a Fabio Fazio, ma anche i dirigenti Rai, scendono in campo per chiedere al vertice dell'azienda di non lasciar andare Ruffini alla concorrenza.
E' "assurdo, incredibile e autolesionista" lasciarsi scappare Ruffini, accusa Floris. Accettare che passi alla concorrenza "farebbe diventare ancora più forte una rete che già aggredisce il mercato, e la Rai perderebbe una delle sue migliori risorse", spiega il conduttore di Ballarò, programma che ha tenuto a battesimo con Ruffini nel 2002. Per Floris, "Ruffini è il migliore. Per me, in particolare - sottolinea - non è solo il mio direttore: è un amico, è la persona cui devo tutto e che mi ha insegnato di più. Un uomo che ha fatto tantissimo per la Rai. Prima ha fatto tornare grande il Giornale Radio, poi ha fatto una grandissima Rai3".
"Voglio credere che la Rai faccia di tutto per trattenere Paolo Ruffini", gli fa eco Fabio
Fazio che si chiede "come si fa a privarsi con leggerezza di professionisti che portano risultati, che svolgono il loro mestiere nel migliore dei modi". Fazio sa bene che "nessuno ha la vocazione al martirio" e definisce "incredibile il fatto che, invece di valutare le professionalità e di metterle nelle condizioni migliori per lavorare, le si esasperi spingendole in qualche modo ad andar via", come è già successo "con Santoro, con Freccero". E anche Ruffini ha dovuto affrontare "tante lotte quotidiane", dice ancora il conduttore di Che tempo che fa, che cita tra gli altri i tentativi di ostacolare la realizzazione di Vieni via con me e la vicenda Gabanelli. Ruffini, conclude Fazio, "è un grande direttore che ha un rispetto assoluto non solo per il lavoro, ma anche per la libertà degli altri": "ha sempre vissuto il suo ruolo consentendo a ciascuno di raccontare le cose dal proprio punto di vista, che non necessariamente doveva coincidere con il suo".
"Incredulità" è lo stato d'animo con cui l'Adrai segue gli sviluppi della vicenda Ruffini, chiedendo all'azienda di sapere "urgentemente quali siano le iniziative messe in atto per evitare una perdita così importante per la Rai, aggravata dal fatto che Ruffini andrebbe a dirigere una rete diretta concorrente di Rai3, sia per bacino di utenza che per programmazione".
L'appello viene rilanciato anche da diversi esponenti dell'opposizione. "L'eventuale uscita di Ruffini, come già accaduto per Michele Santoro, sarà il frutto di una provocatoria, insistente, continua campagna di mobbing", attaccano il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita. "In Rai continuano a perseguitare chi non si piega e mantiene la sua autonomia: la smettano prendere ordini dal proprietario di Mediaset", avverte l'Idv Pancho Pardi. "Se Ruffini lasciasse la Rai, sarebbe un altro smacco grave per il servizio pubblico", chiosa Claudio Fava della segreteria nazionale di Sel.
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Fonte: Repubblica.it
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E' "assurdo, incredibile e autolesionista" lasciarsi scappare Ruffini, accusa Floris. Accettare che passi alla concorrenza "farebbe diventare ancora più forte una rete che già aggredisce il mercato, e la Rai perderebbe una delle sue migliori risorse", spiega il conduttore di Ballarò, programma che ha tenuto a battesimo con Ruffini nel 2002. Per Floris, "Ruffini è il migliore. Per me, in particolare - sottolinea - non è solo il mio direttore: è un amico, è la persona cui devo tutto e che mi ha insegnato di più. Un uomo che ha fatto tantissimo per la Rai. Prima ha fatto tornare grande il Giornale Radio, poi ha fatto una grandissima Rai3".
"Voglio credere che la Rai faccia di tutto per trattenere Paolo Ruffini", gli fa eco Fabio
Fazio che si chiede "come si fa a privarsi con leggerezza di professionisti che portano risultati, che svolgono il loro mestiere nel migliore dei modi". Fazio sa bene che "nessuno ha la vocazione al martirio" e definisce "incredibile il fatto che, invece di valutare le professionalità e di metterle nelle condizioni migliori per lavorare, le si esasperi spingendole in qualche modo ad andar via", come è già successo "con Santoro, con Freccero". E anche Ruffini ha dovuto affrontare "tante lotte quotidiane", dice ancora il conduttore di Che tempo che fa, che cita tra gli altri i tentativi di ostacolare la realizzazione di Vieni via con me e la vicenda Gabanelli. Ruffini, conclude Fazio, "è un grande direttore che ha un rispetto assoluto non solo per il lavoro, ma anche per la libertà degli altri": "ha sempre vissuto il suo ruolo consentendo a ciascuno di raccontare le cose dal proprio punto di vista, che non necessariamente doveva coincidere con il suo".
"Incredulità" è lo stato d'animo con cui l'Adrai segue gli sviluppi della vicenda Ruffini, chiedendo all'azienda di sapere "urgentemente quali siano le iniziative messe in atto per evitare una perdita così importante per la Rai, aggravata dal fatto che Ruffini andrebbe a dirigere una rete diretta concorrente di Rai3, sia per bacino di utenza che per programmazione".
L'appello viene rilanciato anche da diversi esponenti dell'opposizione. "L'eventuale uscita di Ruffini, come già accaduto per Michele Santoro, sarà il frutto di una provocatoria, insistente, continua campagna di mobbing", attaccano il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita. "In Rai continuano a perseguitare chi non si piega e mantiene la sua autonomia: la smettano prendere ordini dal proprietario di Mediaset", avverte l'Idv Pancho Pardi. "Se Ruffini lasciasse la Rai, sarebbe un altro smacco grave per il servizio pubblico", chiosa Claudio Fava della segreteria nazionale di Sel.
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