Arrestato Luigi Bisignani per l’inchiesta sulla cosiddetta loggia P4 dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio della Procura di Napoli. L’ex giornalista dell’Ansa, considerato un potente lobbysta e un influente consigliere occulto della politica, già iscritto nella loggia segreta P2 negli anni ottanta e poi arrestato e condannato a 3 anni e 4 mesi per la mazzetta Enimont ai tempi di Tangentopoli, ha ricevuto un’ordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari per favoreggiamento in relazione alla rivelazione del segreto istruttorio. Secondo la difesa dell’imprenditore arrestato, invece, sarebbe stata rigettata la richiesta della Procura per il reato più grave di associazione a delinquere finalizzata alla costituzione di un’associazione segreta in violazione della cosiddetta legge Anselmi, varata per contrastare fenomeni simili alla P2.
I pm hanno ottenuto dal gip, per il medesimo reato di favoreggiamento in relazione alla rivelazione di notizie coperte da segreto, gli arresti domiciliari anche per il parlamentare del Pdl Alfonso Papa, già magistrato eletto nel 2008 alla Camera dopo essere stato direttore generale al ministero della Giustizia. Per lui i giudici napoletani sono intenzionati a chiedere alla Camera l’autorizzazione ad eseguire l’arresto. Nel filone riguardante Papa è indagato anche il carabiniere del Ros Enrico La Monica, ben inserito negli ambienti giudiziari campani anche perché in passato era stato legato sentimentalmente a un magistrato della DDA di Napoli.
L’ordinanza si compone di oltre 200 pagine piene di intercettazioni. Il ritratto di Luigi Bisignani che emerge dagli atti è quello di un uomo fondamentale nello scacchiere berlusconiano. Molto vicino al sottosegretario Gianni Letta e – anche per questo – consigliere occulto molto ascoltato dei vertici della Rai, dei servizi segreti e dai ministri del Governo.
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato nei mesi scorsi alcune anticipazioni sui contenuti dell’indagine. Bisignani, difeso dall’avvocato Fabio Lattanzi, nei mesi scorsi si era fatto sentire e aveva in parte collaborato con la Procura, sperando di evitare l’arresto. Il consigliere ascoltato di molti politici e manager pubblici era stato chiamato a spiegare le sue parole al telefono anche su importanti appalti ottenuti dalla Presidenza del consiglio dal suo amico Anselmo Galbusera, titolare della Italgo. I chiarimenti forniti da Bisignani non devono avere convinto i pm Woodcock e Curcio. L’uomo di pubbliche relazioni aveva parlato per alcune settimane a ruota libera mentre era intercettato. Bisignani discuteva questioni delicate con ministri, con membri importanti di Confindustria e con i manager dell’Eni. Con l’ex direttore generale RAI Mauro Masi per esempio analizzava nel dettaglio le modalità legali per colpire Michele Santoro. L’ex iscritto alla P2 si interessava anche alle nomine ai vertici dei servizi segreti e accompagnava Adriano Santini, fresco capo dell’Aise, a incontrare il presidente del Copasir Massimo D’Alema.
Masi, Santini, D’Alema, il direttore dell’Avanti Valter Lavitola e lo stesso Bisignani erano stati sentiti in Procura a Napoli, come anche Italo Bocchino e tanti altri personaggi coinvolti dalle chiacchiere intercettate di Bisgnani. L’inchiesta ha subito, però, un brusco stop dovuto alla fuga di notizie che ha messo sull’allarme gli indagati alla fine del 2010. Ora arrivano gli arresti
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Fonte: Il FQ
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I pm hanno ottenuto dal gip, per il medesimo reato di favoreggiamento in relazione alla rivelazione di notizie coperte da segreto, gli arresti domiciliari anche per il parlamentare del Pdl Alfonso Papa, già magistrato eletto nel 2008 alla Camera dopo essere stato direttore generale al ministero della Giustizia. Per lui i giudici napoletani sono intenzionati a chiedere alla Camera l’autorizzazione ad eseguire l’arresto. Nel filone riguardante Papa è indagato anche il carabiniere del Ros Enrico La Monica, ben inserito negli ambienti giudiziari campani anche perché in passato era stato legato sentimentalmente a un magistrato della DDA di Napoli.
L’ordinanza si compone di oltre 200 pagine piene di intercettazioni. Il ritratto di Luigi Bisignani che emerge dagli atti è quello di un uomo fondamentale nello scacchiere berlusconiano. Molto vicino al sottosegretario Gianni Letta e – anche per questo – consigliere occulto molto ascoltato dei vertici della Rai, dei servizi segreti e dai ministri del Governo.
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato nei mesi scorsi alcune anticipazioni sui contenuti dell’indagine. Bisignani, difeso dall’avvocato Fabio Lattanzi, nei mesi scorsi si era fatto sentire e aveva in parte collaborato con la Procura, sperando di evitare l’arresto. Il consigliere ascoltato di molti politici e manager pubblici era stato chiamato a spiegare le sue parole al telefono anche su importanti appalti ottenuti dalla Presidenza del consiglio dal suo amico Anselmo Galbusera, titolare della Italgo. I chiarimenti forniti da Bisignani non devono avere convinto i pm Woodcock e Curcio. L’uomo di pubbliche relazioni aveva parlato per alcune settimane a ruota libera mentre era intercettato. Bisignani discuteva questioni delicate con ministri, con membri importanti di Confindustria e con i manager dell’Eni. Con l’ex direttore generale RAI Mauro Masi per esempio analizzava nel dettaglio le modalità legali per colpire Michele Santoro. L’ex iscritto alla P2 si interessava anche alle nomine ai vertici dei servizi segreti e accompagnava Adriano Santini, fresco capo dell’Aise, a incontrare il presidente del Copasir Massimo D’Alema.
Masi, Santini, D’Alema, il direttore dell’Avanti Valter Lavitola e lo stesso Bisignani erano stati sentiti in Procura a Napoli, come anche Italo Bocchino e tanti altri personaggi coinvolti dalle chiacchiere intercettate di Bisgnani. L’inchiesta ha subito, però, un brusco stop dovuto alla fuga di notizie che ha messo sull’allarme gli indagati alla fine del 2010. Ora arrivano gli arresti
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