NAPOLI - Agli arresti domiciliari a Napoli Luigi Bisignani, uomo d'affari, ex piduista, legato a doppio filo con Palazzo Chigi, accusato di favoreggiamento e rivelazione del segreto d'ufficio. La misura è stata disposta dal Gip presso il Tribunale di Napoli a seguito dell'inchiesta condotta dai pm della Procura napoletana Francesco Curcio e Henry John Woodcock.
La richiesta di custodia cautelare, per il reato di concussione, è stata emessa anche a carico del parlamentare del Pdl Alfonso Papa. Il Gip ha trasmesso alla Camera la richiesta di autorizzazione all'arresto. La Giunta per le autorizzazioni della Camera esaminerà il caso il prossimo 22 giugno, secondo quanto si apprende da alcuni componenti dello stesso organismo presieduto da Pierluigi Castagnetti del Pd. Ma ci sono anche altri due indagati in quest'ultima tranche dell'inchiesta della procura napoletana: il sottoufficiale dei carabinieri Enrico Giuseppe La Monica, ora all'estero, e Giuseppe Nuzzo, agente di polizia in servizio al commissariato Arenaccia di Napoli, nei confronti del quale non è però stata emessa ordinanza di custodia cautelare.
L'indagine cerca di fare luce su un sistema informativo parallelo, quella che per i magistrati potrebbe essere una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alla gestione di notizie riservate, appalti e nomine, in un misto, secondo l'accusa, di dossier e ricatti, anche attraverso interferenze su organi costituzionali.
Sono 19 i capi di imputazione contestati dai pm ai quattro indagati, anche se il Gip ha firmato i provvedimenti restrittivi in relazione a tre capi d'accusa, accogliendo la richiesta per il reato di favoreggiamento ma non per i reati associativi. Bisignani è indicato come "dirigente d'azienda, mediatore e procacciatore d'affari, di fatto ascoltato consigliere dei vertici aziendali delle più importanti aziende controllate dallo Stato (Eni, Poligrafico dello Stato, Rai ecc), di ministri della Repubblica, sottosegretari e alti dirigenti statali". Insieme ad altri esponenti delle forze di polizia, i quattro avrebbero dato vita a "un'associazione segreta mantenuta in vita allo scopo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione e contro l'amministrazione della giustizia". Sui riferimenti dell'inchiesta, in serata il ministero dell'Economia ha diramato una nota di precisazione: "Il professor Giulio Tremonti non ha mai ricevuto segnalazioni dal dottor Bisignani Luigi su nomine al Poligrafico, né su altro".
Ancora Bisignani è definito dalla Procura come "più che inserito in tutti gli ambienti istituzionali e con forti collegamenti con i servizi di sicurezza". Ambienti in cui ottenere le preziose informazioni, coperte da segreto, che Bisignani avrebbe rivelato per "ottenere favori o altre utilità". In particolare, l'indagine riguarderebbe l'acquisizione illegale di notizie riguardanti due procedimenti giudiziari. Il primo condotto dalla magistratura di Napoli nei confronti della commercialista Stefania Tucci, amica di Bisignani. Il secondo si riferisce a un'inchiesta su Finmeccanica svolta dalla Procura di Roma. Il coinvolgimento di Alfonso Papa emergerebbe proprio dalla vicenda Tucci: il magistrato e parlamentare Pdl, secondo l'accusa, avrebbe acquisito e rivelato la notizia della esistenza di una richiesta di misura cautelare nei confronti della commercialista.
Come detto, Alfonso Papa, magistrato oggi parlamentare del Pdl, è indagato per concussione. Stando alle intercettazioni, avrebbe offerto "protezione giudiziaria" vera o presunta, nonché informazioni sulle indagini che riguardavano i suoi interlocutori, per lo più imprenditori e finanzieri. Notizie riservate utilizzate da Papa per avanzare "indebite pretese e indebite richieste".
Papa: "Non so nulla". "Non so nulla nè mi è arrivato nulla, l'ho appreso dalle agenzie, io sto lavorando". Così Alfonso Papa risponde ai cronisti che gli chiedono un commento sulle notizie provenienti da Napoli, secondo cui è indagato per concussione nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Luigi Bisignani. Papa, che si trova a Montecitorio da questa mattina, si è intrattenuto in Transatlantico e nel cortile della Camera con diversi parlamentari campani del Pdl, da Nicola Cosentino a Amedeo La Bocetta a Mario Landolfi. Per qualche minuto in uno dei capannelli di deputati si è anche avvicinato il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Più tardi, all'Ansa, Papa conferma di non aver ricevuto nessuna comunicazione e di essere "assolutamente sereno, aspetto di vedere di che cosa sarei accusato e ho già investito tutte le autorità competenti della vicenda che mi riguarda". Papa, inoltre, conferma all'Ansa il giudizio sull'inchiesta dei pm Woodcock e Curcio da lui espresso in un'intervista al Giornale del dicembre 2010: una "elucubrazione complottistica" e una "faida interna agli ambienti giudiziari napoletani".
Giornalisti Rcs: "Non vendere testate ai Farina". La notizia dell'arresto di Bisignani induce il Comitato di redazione dei giornalisti di Rcs Periodici a sottolineare la presenza dei Fratelli Farina tra i possibili acquirenti del pacchetto di testate del gruppo. "Bisignani - scrive il Cdr in un documento - è uomo legato alle aziende dei Fratelli Farina. Azionisti e management di Rcs Mediagroup vogliono davvero accostare il proprio nome a questo tipo di ambienti e personaggi?". Annunciando di essere "da questo momento" in assemblea permanente e di riservarsi ulteriori forme di mobilitazione a tutela e garanzia dell'occupazione, dell'indipendenza e dell'autonomia professionale, i giornalisti di Rcs "diffidano l'azienda dal proseguire su questa strada e si aspettano una decisa smentita da parte dei soci che domani si riuniranno nel Comitato esecutivo".
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Fonte: Repubblica.it
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La richiesta di custodia cautelare, per il reato di concussione, è stata emessa anche a carico del parlamentare del Pdl Alfonso Papa. Il Gip ha trasmesso alla Camera la richiesta di autorizzazione all'arresto. La Giunta per le autorizzazioni della Camera esaminerà il caso il prossimo 22 giugno, secondo quanto si apprende da alcuni componenti dello stesso organismo presieduto da Pierluigi Castagnetti del Pd. Ma ci sono anche altri due indagati in quest'ultima tranche dell'inchiesta della procura napoletana: il sottoufficiale dei carabinieri Enrico Giuseppe La Monica, ora all'estero, e Giuseppe Nuzzo, agente di polizia in servizio al commissariato Arenaccia di Napoli, nei confronti del quale non è però stata emessa ordinanza di custodia cautelare.
L'indagine cerca di fare luce su un sistema informativo parallelo, quella che per i magistrati potrebbe essere una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alla gestione di notizie riservate, appalti e nomine, in un misto, secondo l'accusa, di dossier e ricatti, anche attraverso interferenze su organi costituzionali.
Sono 19 i capi di imputazione contestati dai pm ai quattro indagati, anche se il Gip ha firmato i provvedimenti restrittivi in relazione a tre capi d'accusa, accogliendo la richiesta per il reato di favoreggiamento ma non per i reati associativi. Bisignani è indicato come "dirigente d'azienda, mediatore e procacciatore d'affari, di fatto ascoltato consigliere dei vertici aziendali delle più importanti aziende controllate dallo Stato (Eni, Poligrafico dello Stato, Rai ecc), di ministri della Repubblica, sottosegretari e alti dirigenti statali". Insieme ad altri esponenti delle forze di polizia, i quattro avrebbero dato vita a "un'associazione segreta mantenuta in vita allo scopo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione e contro l'amministrazione della giustizia". Sui riferimenti dell'inchiesta, in serata il ministero dell'Economia ha diramato una nota di precisazione: "Il professor Giulio Tremonti non ha mai ricevuto segnalazioni dal dottor Bisignani Luigi su nomine al Poligrafico, né su altro".
Ancora Bisignani è definito dalla Procura come "più che inserito in tutti gli ambienti istituzionali e con forti collegamenti con i servizi di sicurezza". Ambienti in cui ottenere le preziose informazioni, coperte da segreto, che Bisignani avrebbe rivelato per "ottenere favori o altre utilità". In particolare, l'indagine riguarderebbe l'acquisizione illegale di notizie riguardanti due procedimenti giudiziari. Il primo condotto dalla magistratura di Napoli nei confronti della commercialista Stefania Tucci, amica di Bisignani. Il secondo si riferisce a un'inchiesta su Finmeccanica svolta dalla Procura di Roma. Il coinvolgimento di Alfonso Papa emergerebbe proprio dalla vicenda Tucci: il magistrato e parlamentare Pdl, secondo l'accusa, avrebbe acquisito e rivelato la notizia della esistenza di una richiesta di misura cautelare nei confronti della commercialista.
Come detto, Alfonso Papa, magistrato oggi parlamentare del Pdl, è indagato per concussione. Stando alle intercettazioni, avrebbe offerto "protezione giudiziaria" vera o presunta, nonché informazioni sulle indagini che riguardavano i suoi interlocutori, per lo più imprenditori e finanzieri. Notizie riservate utilizzate da Papa per avanzare "indebite pretese e indebite richieste".
Papa: "Non so nulla". "Non so nulla nè mi è arrivato nulla, l'ho appreso dalle agenzie, io sto lavorando". Così Alfonso Papa risponde ai cronisti che gli chiedono un commento sulle notizie provenienti da Napoli, secondo cui è indagato per concussione nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Luigi Bisignani. Papa, che si trova a Montecitorio da questa mattina, si è intrattenuto in Transatlantico e nel cortile della Camera con diversi parlamentari campani del Pdl, da Nicola Cosentino a Amedeo La Bocetta a Mario Landolfi. Per qualche minuto in uno dei capannelli di deputati si è anche avvicinato il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Più tardi, all'Ansa, Papa conferma di non aver ricevuto nessuna comunicazione e di essere "assolutamente sereno, aspetto di vedere di che cosa sarei accusato e ho già investito tutte le autorità competenti della vicenda che mi riguarda". Papa, inoltre, conferma all'Ansa il giudizio sull'inchiesta dei pm Woodcock e Curcio da lui espresso in un'intervista al Giornale del dicembre 2010: una "elucubrazione complottistica" e una "faida interna agli ambienti giudiziari napoletani".
Giornalisti Rcs: "Non vendere testate ai Farina". La notizia dell'arresto di Bisignani induce il Comitato di redazione dei giornalisti di Rcs Periodici a sottolineare la presenza dei Fratelli Farina tra i possibili acquirenti del pacchetto di testate del gruppo. "Bisignani - scrive il Cdr in un documento - è uomo legato alle aziende dei Fratelli Farina. Azionisti e management di Rcs Mediagroup vogliono davvero accostare il proprio nome a questo tipo di ambienti e personaggi?". Annunciando di essere "da questo momento" in assemblea permanente e di riservarsi ulteriori forme di mobilitazione a tutela e garanzia dell'occupazione, dell'indipendenza e dell'autonomia professionale, i giornalisti di Rcs "diffidano l'azienda dal proseguire su questa strada e si aspettano una decisa smentita da parte dei soci che domani si riuniranno nel Comitato esecutivo".
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