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Sgarbi debutta ed è subito un flop epico La Rai sospende il programma

ROMA - Risultati d'ascolto ben poco lusinghieri per il primo appuntamento con "Ci tocca anche Vittorio Sgarbi", il programma in onda ieri in prima serata su RaiUno, condotto dal critico d'arte e politico. Gli ascolti non sono andati oltre l'8,3% di share, con circa due milioni di spettatori: la metà di quello che, di solito, RaiUno realizza abitualmente in quella fascia. Meglio tutti gli altri. A partire dalla finale di Europa League 1 fra le squadra portoghesi, che ha ottenuto il 9,35% di share con due milioni 577 mila spettatori. Ma soprattutto Chi l'ha visto, dedicato alla vicenda di Melania Rea 2, con oltre quattro milioni di spettatori e il 15,6% di share; e poi Le Iene con tre milioni e mezzo di spettatori e il 15%; I liceali, su Canale 5, con il 15% di share. Considerato il risultato, la Rai ha deciso di sospendere il programma. "La decisione è stata comunicata al professor Sgarbi - si legge in una nota di viale Mazzini - che l'ha condivisa".

Le immagini del Giudizio universale di Michelangelo e sequenze di catastrofi, dal crollo delle Torri Gemelle allo tsunami in Giappone al terremoto dell'Aquila. Sulle note del Dies Irae. Il programma si è aperto così, con una sigla di forte impatto seguita da un monologo del critico d'arte, che
doveva durare 22 minuti (due piu di Roberto Saviano a Vieniviaconme 3) e invece finisce con l'occupare quasi l'intera trasmissione in barba a ogni scaletta. Fino al colpo di teatro finale, l'ingresso in studio del figlio ventenne Carlo, somigliantissimo, che spiega tranquillo di riconoscerlo come "genitore" e non come padre.

Completo nero e camicia bianca, Sgarbi entra nello studio con le scenografie che richiamano La scuola di Atene di Atene di Raffaello accompagnato dall'Inno alla gioia. Chiama accanto a sé il vescovo di Noto, don Antonio Staglianò, scherza con una capretta e tenta di lanciare il tormentone "capra! capra! capra!" (invettiva con cui più volte si è rivolto ad interlocutori sgraditi), poi si rivolge agli spettatori: "Vogliamo mostrare ciò che l'Italia è, la sua grandezza, non il male, non il pettegolezzo, non il vizio di cercare il male degli altri, vorremmo far vedere il bene". Nelle premesse, anche il racconto delle difficoltà incontrate dalla trsmissione prima della messa in onda. Poi il monologo entra nel vivo, argomento la paternità ma il filo conduttore è in fondo sempre lui, Sgarbi. Che chiama a raccolta un ampio pantheon di "padri" - Cossiga e Carmelo Bene, Pasolini, Walter Chiari e Buster Keaton, il Renzo Arbore di Quelli della notte. Il ricordo delle sue intemerate televisive, le liti, e un po' di autocritica.

Non manca una lunga digressione sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto, con l'inchiesta della Guardia di finanza di Trapani, il comune di Salemi di cui è sindaco: "Una macchina costruita per ostacolare il programma", sostiene Sgarbi. Sulle note della colonna sonora di Il Padrino introduce Morgan, ma è questione di poco, Sgarbi riprende la scena per sé, il pretesto è parlare di bellezza e paesaggio ma di fatto il conduttore la butta in politica, denunciando lo "scempio" degli impianti eolici (a meno di un mese dal referendum sul nucleare) nelle campagne italiane e soprattutto pugliesi. Al vescovo di Noto tocca un breve intervento sulla paternità. La chiusura con il figlio, Carlo Brenner Sgarbi, che molte cose ha in comune con il padre, prima fra tutte l'atteggiamento di chi si sente molto sicuro di sé. In scaletta ci sarebbero ancora tante cose ma il tempo stringe. "Sarà per la prossima puntata", commenta paziente la bionda Monica Marangoni. Lui si ravvia i capelli, "forse sarà l'ultima diretta", dice. E dopo i risultati d'ascolto, verrebbe da pensare che mai battuta fu più profetica.

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Fonte: Repubblica.it

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1 commenti to " Sgarbi debutta ed è subito un flop epico La Rai sospende il programma "

  1. Anonimo says:

    Se si smetta a dire le parolacci forse la gente si interessa ascoltandolo.

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