BRUXELLES - L’Irlanda infine ha ceduto, con una riunione d’emergenza del suo governo ha chiesto soccorso all’Unione Europea e ha messo sul piatto un piano di austerity che ammonterebbe a 15 miliardi di euro in quattro anni. E l’Unione Europea ha risposto: assicurerà il «salvataggio» dell’ex «tigre celtica» oggi in crisi perché questo è «giustificato» dalla necessità di «salvaguardare la stabilità finanziaria nella Ue e nella zona Euro». Così ha deciso l’Eurogruppo, il vertice dei ministri finanziari ed economici della zona Euro, riunito per telefono in sessione straordinaria e poi allargato ai ministri economici di tutta la Ue e ad alcuni dirigenti del G7. Ogni singolo passo è stato concordato e condiviso con il Fondo monetario internazionale e con la Banca centrale europea. Il piano di aiuti - che prevede anche un contributo attraverso prestiti bilaterali da Gran Bretagna e Svezia, due Paesi al di fuori dell’Eurozona - si svilupperà sull’arco di 3 anni e sarà «legato a precise condizioni»: l’entità esatta sarà fissata fra pochi giorni, ma già si parla di una cifra compresa fra 80 e 90 miliardi, poco meno dei 110 concessi mesi fa alla Grecia. Per la parte di competenza Ue, i fondi verranno attinti dal «Meccanismo per la stabilità finanziaria» che dispone di 60 miliardi di prestiti garantiti presso le casse della Commissione Europea, e dal più sostanzioso «Fondo europeo di stabilità finanziaria» pronto ad attingere sui mercati fino a 440 miliardi, anche attraverso prestiti bilaterali fra Paesi dell’Eurozona. Ora la palla torna a Dublino, che dovrà a sua volta approvare in dettaglio le misure che Bruxelles ha proposto in una domenica sera dai momenti a tratti drammatici. «Fate in fretta», aveva detto il ministro delle finanze Brian Lenihan ai suoi colleghi di governo. E questi, almeno ieri, lo hanno ascoltato. Dublino ottiene - almeno così pare dalle prime indiscrezioni - di non aumentare la sua imposta sulle imprese, al 12,5%, considerata da altri Paesi come una misura di concorrenza sleale (in Francia la stessa aliquota è al 34%, in Spagna e in Germania al 30%, e solo in Bulgaria e Cipro al 10%). Resta anche nel vago, ma non poteva essere diversamente, come e quando gli aiuti promessi potranno riguardare anche le disastrate banche irlandesi, per metà nazionalizzate e accusate da molti di aver contribuito in modo decisivo alla crisi: ci penserà il governo, e già oggi la Bce - in un suo primo commento - si augura significativamente che l’intervento europeo serva «a stabilizzare il sistema bancario irlandese». Il programma di aiuti, dice l’Eurogruppo, «si rivolgerà in un modo decisivo» alle sfide poste dai bilanci dell’economia irlandese. Punterà «all’aggiustamento del bilancio e alle riforme strutturali che saranno presentate dalle autorità irlandesi la prossima settimana, nel loro Piano strategico quadriennale». E questa stesso piano strategico, confida ancora Bruxelles, «fornirà i dettagli dell’impegno preso dal governo per raggiungere il consolidamento del bilancio di 6 miliardi nel 2011, come parte di una strategia che porterà a un rapporto deficit-Pil del 3% entro il 2014». Per l’Eurogruppo, quelli dell’economia irlandese sono «fondamentali forti» e se perciò il programma verrà realizzato si tornerà «a una crescita robusta e sostenibile». ] BRUXELLES - L'Irlanda infine ha ceduto, con una riunione d'emergenza del suo governo ha chiesto soccorso all'Unione Europea e ha messo sul piatto un piano di austerity che ammonterebbe a 15 miliardi di euro in quattro anni. E l'Unione Europea ha risposto: assicurerà il «salvataggio» dell'ex «tigre celtica» oggi in crisi perché questo è «giustificato» dalla necessità di «salvaguardare la stabilità finanziaria nella Ue e nella zona Euro».
Così ha deciso l'Eurogruppo, il vertice dei ministri finanziari ed economici della zona Euro, riunito per telefono in sessione straordinaria e poi allargato ai ministri economici di tutta la Ue e ad alcuni dirigenti del G7. Ogni singolo passo è stato concordato e condiviso con il Fondo monetario internazionale e con la Banca centrale europea. Il piano di aiuti - che prevede anche un contributo attraverso prestiti bilaterali da Gran Bretagna e Svezia, due Paesi al di fuori dell'Eurozona - si svilupperà sull'arco di 3 anni e sarà «legato a precise condizioni»: l'entità esatta sarà fissata fra pochi giorni, ma già si parla di una cifra compresa fra 80 e 90 miliardi, poco meno dei 110 concessi mesi fa alla Grecia.
Per la parte di competenza Ue, i fondi verranno attinti dal «Meccanismo per la stabilità finanziaria» che dispone di 60 miliardi di prestiti garantiti presso le casse della Commissione Europea, e dal più sostanzioso «Fondo europeo di stabilità finanziaria» pronto ad attingere sui mercati fino a 440 miliardi, anche attraverso prestiti bilaterali fra Paesi dell'Eurozona.
Ora la palla torna a Dublino, che dovrà a sua volta approvare in dettaglio le misure che Bruxelles ha proposto in una domenica sera dai momenti a tratti drammatici. «Fate in fretta», aveva detto il ministro delle finanze Brian Lenihan ai suoi colleghi di governo. E questi, almeno ieri, lo hanno ascoltato. Dublino ottiene - almeno così pare dalle prime indiscrezioni - di non aumentare la sua imposta sulle imprese, al 12,5%, considerata da altri Paesi come una misura di concorrenza sleale (in Francia la stessa aliquota è al 34%, in Spagna e in Germania al 30%, e solo in Bulgaria e Cipro al 10%). Resta anche nel vago, ma non poteva essere diversamente, come e quando gli aiuti promessi potranno riguardare anche le disastrate banche irlandesi, per metà nazionalizzate e accusate da molti di aver contribuito in modo decisivo alla crisi: ci penserà il governo, e già oggi la Bce - in un suo primo commento - si augura significativamente che l'intervento europeo serva «a stabilizzare il sistema bancario irlandese».
Il programma di aiuti, dice l'Eurogruppo, «si rivolgerà in un modo decisivo» alle sfide poste dai bilanci dell'economia irlandese. Punterà «all'aggiustamento del bilancio e alle riforme strutturali che saranno presentate dalle autorità irlandesi la prossima settimana, nel loro Piano strategico quadriennale». E questa stesso piano strategico, confida ancora Bruxelles, «fornirà i dettagli dell'impegno preso dal governo per raggiungere il consolidamento del bilancio di 6 miliardi nel 2011, come parte di una strategia che porterà a un rapporto deficit-Pil del 3% entro il 2014». Per l'Eurogruppo, quelli dell'economia irlandese sono «fondamentali forti» e se perciò il programma verrà realizzato si tornerà «a una crescita robusta e sostenibile».
Corriere.it
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