MILANO - «Se vogliono cambiare, ci siederemo al tavolo ma ci aspettiamo fatti». Da Pier Ferdinando Casini arriva un sì condizionato all'ingresso dell'Udc nella maggioranza di governo. «Si cambi davvero - chiede il numero uno centrista -: non ci piace la Lega e non ci fidiamo delle promesse di Berlusconi. Ci aspettiamo fatti, non chiacchiere». L'auspicio di Casini è la nascita di «un governo di armistizio, di responsabilità e di solidarietà nazionale». All’assemblea nazionale del partito, il leader Udc ha infatti spiegato che «per tre o quattro anni bisognerebbe non parlare di chi vince le elezioni, ma governare facendo anche scelte impopolari».
«NON POSSIAMO STARE SULLA RIVA DEL FIUME» - «Siamo stati due anni e mezzo all’opposizione non per partito preso o solo per coerenza elettorale ma per un giudizio negativo sulla politica degli spot - spiega Casini nel suo intervento a Milano -. Gran parte del mondo dell’industria, dei sindacati e del mondo cattolico - confessa - ci dicono di entrare nel governo per senso di responsabilità. Noi non possiamo stare sulla riva del fiume ad aspettare che passi il cadavere perché il cadavere è l’Italia e noi siamo italiani, ma possiamo aiutare solo a condizione che le cose cambiano davvero».
MESSAGGIO AL PD - Da Milano il leader Udc lancia poi un messaggio al Pd: abbia il coraggio di escludere la sinistra estrema dalla propria coalizione come aveva fatto il primo segretario Walter Veltroni. «Questo partito - assicura Casini - non può pensare sistematicamente di non fare una scelta chiara. Quello che è capitato in Puglia con Vendola e a Milano con Pisapia è la conseguenza diretta del fatto che il Pd non fa le scelte che dovrebbe fare».
Corriere.it
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