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Casal di Principe, la gente dopo l’arresto del boss Iovine: “Con la Camorra si viveva meglio”


Nel pieno centro di Casal di Principe, lungo corso Umberto, stamattina quasi nessuno si diceva ”contento” per l’arresto del boss Antonio Iovine. ”Quando a governare questa terra c’era la camorra, si viveva meglio. Ora che c’è lo Stato siamo rovinati”, è la voce che si rincorre tra la gente. Nelle terre dove Stato e Antistato convivono da secoli, la cattura del boss è una sconfitta, la rottura di un equilibrio, la frattura in un mondo governato, seppure nell’illegalità, da regole precise che garantivano tranquillità, magari favori e lavoro a chi non si ribellava all’ordine costituito.

”Il discorso è semplice – dice Antonio Diana, panettiere – qui tutti rubano, i politici come i boss. Ma la differenza è che mentre i boss mangiano la torta ma ti danno anche una fetta, i politici mangiano solo per fatti loro”. I camorristi, lungo il corso principale di Casal di Principe, c’è chi li descrive così: ”cattolici, educati, rispettosi”. Non gente rozza e ignorante, col fucile in braccio nel corso principale del paese. Basta vedere le foto della cattura di Iovine: giovane, curato, un aspetto rispettabile e comune. E’ il lato borghese e pettinato della camorra.

”I politici qui non ti stringono neanche la mano – dice Marcello Della Bona – i boss ti salutano, sono educati, ti rispettano”. Antonio Diana, il boss Antonio Iovine se lo ricorda quando era piccolo: ”Io frequentavo la prima media, lui la terza. E’ sempre stato un bravo ragazzo. Se sono contento che lo hanno arrestato? Da un punto di vista umano mi dispiace”. Laura D’Alessandro, di Casale, da circa dieci anni è tornata nella sua terra dalla Germania. E oggi, senza riserve, dice: ”L’arresto di Iovine ci ha finiti di rovinare. Qui lo volete capire o no che non c’è lavoro e che da quando è arrivato lo Stato qui è tutto fermo”.

Poi, se la prendono anche con Roberto Saviano. ”Noi casalesi, secondo voi, perdiamo il tempo a minacciare una mosca, un bambino? – dice Marcello Della Bona – lui quelle cose le dice solo in tv, venga qui a dirle. Lui ci ha solo rovinato”.

Fonte: Blitzquotidiano.it

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3 commenti to " Casal di Principe, la gente dopo l’arresto del boss Iovine: “Con la Camorra si viveva meglio” "

  1. dove non c'è lo stato ,ovvio ci sia l'antistato!! ma in italia si fa solo demagogia quando si parla di napoli e del sud in generale... la mafia esiste in tutto il mondo, cinese, russa, giapponese ecc ecc ecc. ed è questione che deve riguardare gli stati. combatterla.. la genete subisce e basta.. cosa si va a chiedere se son contenti o no. è chiaro che se hanno avuto qualche favore non si sbilanciano.. retorica puramente anti meridionale.. sputtanamento continuo contro le popolazioni del sud.. sarebbe ora di dire basta.

  2. Anonimo says:

    Volevo solo aggiungere a quanto sopra riportato da army una cosa che a parer mio sembra importante: se noi guardiamo la questione sotto l'aspetto commerciale, possiamo solo dire che la lotta alla camorra è concorrenza sleale daparte dello Stato. Mi chiarisco: come vogliamo chiamare l'operato di Berlusconi, Bondi, Scajola, Cosentino e tutti quanti gli altri messi insieme se guardiamo cosa stanno combinando in questo paese da oltre 15 anni; Associazione a delinquere? nooooo, governo del fare. Allora mi viene logico il paragone con la camorra, ovvero governo antistato.
    Mentre i primi spudoratamente rubano e si appropriano di ogni bene materiale oltre che immateriale perchè ti spogliano di dignità e sentimenti, e si nascondono e si giovano di tutto l'apparato dello Stato senza ritegno e, ancor più importante senza nulla rischiare (tanto poi basta una leggina per appianare ogni cosa per loro stessi e per tutta la loro onorata società), i secondi invece fanno esattamente le stesse cose dei primi, solo che: primo, rischiano in proprio la vita più e più volte (vedi lotte intestine; lotte di bande; reazioni delle vittime; organi di polizia ecc ecc) tutto questo lo fanno, non potendo giovarsi degli stessi mezzi dei primi. Allora devono investire danaro (ovvero proventi di attività criminali) per cercare di comprare quello che i primi hanno gratis, e molto spesso devono scendere a patti e divisioni proprio con quei primi di cui si parlava. Alla fine il cerchio si chiude, e noi lo prendiamo sempre in quel posto sia di quà che di là.

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