DA OGGI si spara agli animali protetti dall'Unione europea. Ancora una volta, nonostante il pressing di Bruxelles che ha aperto un contenzioso pesante con l'Italia in materia di doppiette, il Veneto ha votato un provvedimento che consente, a partire dal 6 ottobre, di cacciare uccelli che pesano pochi grammi come lo storno, il fringuello, la peppola, il frosone, la pispola e il prispolone. Nonostante la forte opposizione contro la deregulation venatoria che ha bloccato le proposte di caccia no limits presentate in Parlamento, il Veneto continua ad applicare in maniera sistematica, anno dopo anno, il regime delle deroghe che l'Unione europea aveva previsto come un'eccezione legata a situazioni straordinarie.
Immediati i ricorsi al Tar delle associazioni ambientaliste e animaliste. Per la Lipu ''l'ennesima deroga concessa dalla regione Veneto per cacciare specie non cacciabili si prefigura come un vero e proprio furto di patrimonio dello Stato e della comunità internazionale''. Per Legambiente la delibera della giunta regionale sulla caccia in deroga è illegittima: "Lo ha detto l'Unione europea, che ha deferito e condannato per questo l'Italia alla Corte di giustizia. Lo ha detto il Tar, che negli anni scorsi ha già bocciato delibere dello stesso tenore. Eppure il Veneto persegue la propria linea di estremismo venatorio, collocandosi perfettamente in quella logica , propria anche dell'attuale governo nazionale, per cui se qualcosa è nell'interesse di chi è al potere, si fa, indipendentemente da qualsiasi regola".
"Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, in versione calibro 12, ha approvato una delibera che consente uno specifico reato di bracconaggio sanzionato dalla legge nazionale sulla caccia: è il Lodo Zaia perché darà l'immunità dal reato di bracconaggio ai cacciatori veneti, mentre il resto dei cacciatori italiani resteranno punibili", aggiunge Andrea Zanoni presidente della Lac, Lega per l'abolizione della caccia.
Anche la scrittrice Dacia Maraini è intervenuta sul tema inviando una lettera a Zaia in cui si ricorda che "la caccia in deroga è stata dichiarata illegale da una recente sentenza del 15 luglio scorso, la n. C-573/08, della Corte di Giustizia Europea che ha condannato l'Italia a pesanti sanzioni; che la Commissione Europea, in data 8 maggio 2009, ha deferito lo Stato Italiano alla Corte di Giustizia Europea (Causa C-164/09) per gravi violazioni della direttiva 'Uccelli', la 2009/147/CE, da parte delle leggi della Regione Veneto, chiedendone espressamente la condanna''.
Per l'assessore veneto alla caccia Daniele Stival invece si tratta "di una decisione equilibrata, con la quale si danno le risposte attese dal mondo venatorio veneto,. L'applicazione di queste disposizioni consente, nel rispetto di condizioni applicative e di controllo assai rigide, di sottoporre a un limitato prelievo specie che risultano un buono stato di conservazione".
Per la prima volta, però, il Veneto appare isolato. Federcaccia ha infatti espresso la sua delusione per la mancata approvazione in Toscana della deroga allo storno ("Eravamo certi che il Consiglio regionale confermasse l'assunzione, come negli anni trascorsi, della responsabilità di decidere"). E la Lombardia sta prendendo tempo. Con ogni probabilità quest'anno in Italia ci saranno meno deroghe. Resta da vedere se per le sanzioni economiche, ormai molto probabili, si applicherà lo spirito federalista che prevede di ancorare al luogo gli effetti delle azioni dei cittadini.
Fonte: Repubblica.it
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