WASHINGTON - Alcune delle «cavalline» erano scialbe. Altre sexy. Comunque furbe. E abbastanza sveglie da aiutare una banda di pirati informatici capaci di sottrarre a ignari americani tre milioni di dollari. Diverse «cavalline» sono state arrestate dall'Fbi. Come Kristina Svechinskaya, 21 anni, finita poi sui giornali non solo per le sue imprese criminali ma anche per l'aspetto. La foto di Kristina Izvekova, 22 anni, è invece comparsa nel poster «Wanted» dei federali. La cercano insieme ad un bel gruppo di complici, tutti membri della stessa gang. Quasi 80 persone sparse tra Stati Uniti e Ucraina, Russia, Moldavia, Bielorussia e Kazakhstan. I «cervelli», inviando email innocenti, hanno infilato virus nei computer di dozzine di persone. «Bachi» in grado di carpire informazioni cruciali. Tenendo d'occhio l'attività delle vittime, gli hacker si sono impossessati di Pin, codici d'accesso alle banche online e tutto quello che poteva servire per la stangata. Poi, una volta ottenuti i dati, i banditi hanno iniziato a dirottare somme di denaro su una rete di conti. Ad aprirli le «cavalline».
Le due Kristina, così come Katalina, Yulia, Marina, Almira, sono arrivate negli Stati Uniti «per studiare». Alcune lo facevano davvero. Per altre si trattava di una semplice copertura. I capi della banda le hanno agganciate perché le conoscevano da prima oppure attraverso ricerche su Facebook e annunci sui giornali. I ragazzi terribili sono passati rapidamente all'azione. Invece che perdere tempo sui libri, si sono dedicati all'apertura di piccoli conti negli Stati Uniti, dove far confluire il denaro. Per non destare sospetti, hanno mostrato documenti falsi, quasi sempre passaporti greci. A questo punto è scattata la seconda terza fase. Le «studentesse» hanno spostato il denaro dai conti americani a quelli disseminati in Europa.

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