ROMA - Il programma di Saviano e Fazio si farà. I contratti di Vieni via con me 1, che giacevano a viale Mazzini da settimane, sono stati firmati dalla struttura Risorse Televisive diretta da Lorenza Lei. Al debutto, l'8 novembre, parteciperanno a titolo gratuito Roberto Benigni e Claudio Abbado. Dopo le polemiche sui costi 2, da Rai3 precisano che le cifre fatte circolare sono un preventivo. Le quattro puntate di Vieni via con me non costerebbero 2 milioni e 800 mila euro (tetto massimo): si parla di un 15% in meno su quella cifra. È a carico di Endemol il contratto di Roberto Saviano (50 mila euro lorde a puntata), Fabio Fazio è legato alla Rai con un contratto biennale. Benigni ha risposto al dg Mauro Masi con un gesto concreto: farà risparmiare alla Rai i 250 mila euro del suo cachet, regalando ai telespettatori 40 minuti di show.
Loris Mazzetti, capostruttura e curatore del programma, spiega: "È per aderire al progetto, per amicizia verso Saviano e Fazio, che alcuni artisti verranno gratis, altri hanno ridotto i loro compensi. Un ulteriore risparmio per la Rai, un alibi in meno per chi non ci voleva mandare in onda". Antonio Albanese percepirà meno di 20 mila euro, Paolo Rossi 5 mila. Il budget comprendeva un milione di euro per i super-ospiti. Bono Vox degli U2 ha però già detto no a causa delle lungaggini Rai. Mazzetti, storico curatore dei programmi di Enzo Biagi, colpito da provvedimenti disciplinari da parte di Masi (ha collezionato già tre sospensioni per 20 giorni complessivi), ribadisce che "le proteste hanno sbloccato la situazione". "Se Saviano non avesse parlato, se fossimo rimasti in silenzio, Vieni via con me non avrebbe mai visto la luce". Fedele Confalonieri, presidente Mediaset sul programma di Saviano dice: "Certo, lo manderei in onda. Se facesse un buon prodotto. Ora non lo so".
Mentre Milena Gabanelli aspetta d'essere portata in tribunale per presunta "diffamazione" al premier 3 (e c'è ci sussurra che in Rai qualcuno voglia toglierle l'assistenza legale) Silvio Berlusconi continua a generare polemiche. "Il Tg3? Non esiste secondo alcune trasmissioni Rai...", ha detto il premier in una conferenza stampa alla giornalista del Tg3 che le stava per fare una domanda sul problema dei rifiuti. "Non esiste?" chiede la giornalista. "Sì, non esiste" ha replicato il premier, "lo dico a sostegno alla rete". Una battuta che si riferiva forse a un servizio di Annozero (in cui mancavano diversi tg, non solo il Tg3) o ai richiami recenti di Agcom verso i tg di Minzolini e Fede, senza bacchettare i tg Rai che sarebbero a sfavore del governo.
Ha peggiorato le cose l'intervento del sottosegretario Guido Bertolaso: "Parliamo di spazzatura, quella vera..". Una frase offensiva? Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, ha risposto con durezza: "Posso replicare alle critiche politiche, ma non alle provocazioni gratuite e cafone". Anziché scusarsi, Bertolaso ha negato che fosse una "provocazione gratuita, ma semplicemente il richiamo ad occuparsi del tema (spazzatura) della conferenza stampa". Aggiungendo: "Evidentemente, chi si è sentito tirato in ballo, probabilmente ha un po' di coda di paglia". Il Cdr del Tg3 non ci sta: "A proposito di coda di paglia, non si comprende come mai la sua precisazione sia arrivata dopo la replica del nostro direttore, in maniera tardiva".
Intanto, Saviano, ospite di Annozero porta fortuna a Santoro. Giovedì il programma ha catturato 6 milioni 199 mila telespettatori, 22% di share. "È la terza volta che vinciamo negli ascolti in cinque puntate. E giovedì non c'era neanche il traino delle polemiche", dice Santoro, mentre dal Pdl il deputato Nino Foti accusa: "È intollerabile che un dipendente del servizio pubblico tenti di mettere alla berlina la dirigenza Rai".
Fonte: Repubblica.it
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