
Berlusconi rileva come "dalla lettura dei quotidiani dei giorni precedenti ed anche di oggi appaia evidente ad ogni persona onesta e di buon senso che ci troviamo di fronte all'attacco più incredibile ed ignobile che mi sia stato rivolto nel corso di questi ultimi anni, da quando ho deciso di dedicarmi con tutte le mie forze al bene del mio Paese".
"Il mio governo - assicura Berlusconi - sarà ricordato anche come il governo che la lanciato la sfida più determinata alla mafia nella storia della nostra Repubblica".
"Questo - prosegue il premier - è il terreno civile e politico sul quale intendo anche contrastare la campagna di stampa del gruppo 'La Repubblica-Espresso' che chiamerò a rispondere, sul piano penale e civile, dei danni arrecati alla dignità della mia persona, della mia famiglia e dall'azienda Fininvest".
Interviene sul tema e sulle rivelazioni del pentito Spatuzza anche Marcello Dall'Utri, imputato a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. "Sicuramente si tratta di assolute falsità. Non mi aspetto nulla dalle procure. Mi aspetto che si acclari la verità". Intervistato da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione "in Mezz'ora" Dell'Utri dice che le accuse di cui i giornali hanno parlato "colpiscono e quindi mi aspetto e potrebbero fiaccare qualsiasi persona". Ma Dell'Utri va anche oltre e, pur ammettendo un suo "evidente conflitto di interessi", reclama modifiche legislative di peso, destinate a dividere politica e magistratura. Il senatore Pdl ritiene necessario cambiare la legge sui pentiti copiando le norme degli Stati UnitI. Si chiede: "Come è ammissibile che dopo 15 anni uno si alza e dice: Dell'Utri, Berlusconi...". E Dell'Utri auspica anche una diversa regolamentazione del concorso esterno in associazione mafiosa, accusa che in primo grado gli è valsa una condanna a 9 anni di carcere, ma che - fa notare - "non è un reato" espressamente previsto dal codice e infatti 'vive' per effetto della giurisprudenza della Cassazione.
L'edizione odierna di Libero ribadisce che Berlusconi è indagato, e non solo a Firenze (nonostante la smentita della procura) ma anche a Palermo dove, scrive il direttore Maurizio Belpietro, "a differenza dei colleghi toscani, il procuratore Ingroia non ha neppure fatto lo sforzo di negare. Le ipotesi di reato su cui viaggiano i due filoni sono le stragi di mafia dei primi anni Novanta e il concorso esterno in associazione mafiosa".
Le reazioni. Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro si scaglia contro il premier, ribaltando le accuse contro i giornali: "Se c`è una persona bugiarda è Silvio Berlusconi. Infatti, ha uno strano modo di combattere la mafia: tenendosela a casa e portandola in Parlamento. Invece di continuare a fare proclami, vada dai magistrati a farsi giudicare e spieghi loro i rapporti che ha intrattenuto con imprenditori e altri personaggi vicini alla mafia".
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