JARRAT (VIRGINIA) - Il miracolo dell'ultimo minuto non c'è stato. E sono stati inutili gli appelli alla clemanza giunti da tutto il mondo: "Quella donna ha ritardi mentali". Teresa Lewis, condannata nel 2003 alla pena di morte per aver pianificato l'assassinio del marito e del figlio adottivo di lui, è stata giustiziata in Virginia. Teresa, 41 anni, è così diventata la prima donna ad essere giustiziata in Virginia da un secolo, la prima in Usa dal 2005.
La sentenza è stata esguita alle 09:13, ora locale: un cocktail mortale di barbiturici ha fermato il cuore della donna, che aveva trascorso sette anni nel braccio della morte del carcere correzionale di Greenesville. La Lewis si era dichiarata colpevole di aver ordinato a due uomini, uno dei quali era il suo amante, di assassinare il marito e il figlio adottivo di lui, un ragazzo di 25 anni.
Secondo l'accusa, aveva pianificato il crimine a sangue freddo per incassare i soldi dell'assicurazione sulla vita, il che - secondo il giudice - gli assegnava una responsabilità maggiore sugli omicidi, rispetto ai suoi due complici, condannati "soltanto" all'ergastolo (tra l'altro il suo amante, Matthew Shallenberger, che all'epoca aveva 22 anni, si suicidò dopo la condanna).
Gli avvocati di lei hanno invece sostenuto fino all'ultimo che Teresa fosse stata raggirata dai due complici, più astuti di lei, e che la donna soffriva di un disturbo di personalità che la rendeva dipendente; e avevano persino presentato una lettera dei due uomini, i quali ammettevano di averla manipolata. Tra l'altro, la Lewis aveva un coefficiente intellettuale di 72, appena due punti sopra il limite che segna il limite legale per il quale un'esecuzione è incostituzionale (70 o meno).
Il suo caso aveva suscitato interesse in tutto il mondo e scatenato un'intensa campagna. che aveva fatto arrivare sul tavolo del governatore della Virginia, Robert McDonnell, quasi 4.000 richieste di grazia, tra i quali anche quelli di rappresentanti dell'Ue e personalità come lo scrittore John Grisham o Bianca Jagger. Persino il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, aveva fatto riferimento alla polemica paragonando il suo caso a quello di Sakineh, la donna iraniana che rischia la lapidazione in Iran.
Le sue ultime parole -dopo un pasto a base di pollo fritto, piselli al burro, torta di cioccolato, crosta di mele e una Soda da bere- sono state rivolte alla figlia: "Voglio solo che Cathy sappia che le voglio bene, e che mi dispiace molto".
Fonte: Repubblica.it
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