L'immondizia ha già raggiunto le 700 tonnellate, rapidamente potrebbero raddoppiare. E' questo l'ultimo bilancio della spazzatura a Napoli, uno dei "miracoli" del governo Berlusconi - ci lavorò parecchio in campagna elettorale, come ricorderete. Solo l'ultimo miracolo in ordine di tempo, il penultimo essendo la ricostruzione dell'Aquila, mai neppure progettata né pensata.
Ma questa immondizia - quella di cui parliamo e che documentiamo nel giornale di oggi - per lo meno, è quantificabile. L'altra spazzatura, quella romana, non presenta nemmeno questo vantaggio. Occupa meno spazio, è meno voluminosa ma emana miasmi insopportabili. Una fogna a cielo aperto che ci sta avvelenando tutti. Avvelena prima di tutto la maggioranza di governo: siamo ben oltre i sospetti. Siamo ad accuse che, in paesi più fortunati, molto raramente vengono lanciate tra parti avverse. Da noi succede tra alleati. In due parole: i finiani accusano il presidente del Consiglio di aver ordinato il confezionamento di dossier falsi e infamanti contro il presidente della Camera. Non sarebbe la prima volta, del resto. Da anni l'uomo che siede a Palazzo chigi è terminale e smistatore di informazioni confidenziali contenute in nastri, pennette, dossier come questo giornale ha documentato per primo, per esempio, a proposito del nastro di Natale su Fassino. Oggi i finiani affermano di aver individuato il "confezionatore". Ne forniscono un identikit: «Una persona molto vicina al premier che ha girato per il Sudamerica». Curioso: se non fosse ormai troppo anziano avremmo riconosciuto in questa descrizione uno dei primi maestri e mentori di Silvio Berlusconi. Licio Gelli. Si tratta invece di un giovanotto, al cospetto degli ottantenni protagonisti di questa storia: un uomo di fatica esecutore materiale di ordini altrui. Leggete in cronaca.
Nell'intervista esclusiva a Umberto de Giovannangeli Massimo D'Alema, presidente dell'organismo parlamentare di controllo dei nostri servizi segreti, afferma la necessità di attivare tutti gli organismi di vigilanza e aggiunge due concetti: che le responsabilità politiche sono evidenti, e che «sono in corso attività vergognose di dossieraggio». Lo dice da responsabile del Copasir: è qualcosa di più di un'opinione, è un'accusa gravissima. Anche in questo caso in un paese normale si fermerebbero le macchine. Qui: nulla. Qui succede che giornalisti stipendiati dal premier che scrivono su giornali per i quali la sottosegretaria Daniela Santanchè procaccia milioni e milioni di pubblicità siano sospettati - qualcosa di più, secondo D'Alema - di confezionare articoli con il favore di amici compiacenti - in Italia e all'estero - allo scopo di eliminare l'avversario politico. Una storiaccia delle più nauseanti. Non si capisce come Fini e i suoi parlamentari possano ancora pensare di sostenere un governo che - oggettivamente, se non direttamente - ordisce questo tipo di trame.
Questo è il paese. Una situazione tragica per le istituzioni che chiama l'opposizione all'unità e alla mobilitazione. Conforta constatare che ieri, nella direzione del Pd, anche se con toni a volte duri, si è ritrovata la strada del confronto e del dialogo. Ecco, non abbandoniamola. Nessuno può più permetterselo.
Fonte: Unita.it
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