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Mediashopping - Di Marco Travaglio


Meno male che Silvio c’è. Mentre i retroscenisti alla vaselina arabescano sostantivi e centellinano aggettivi a proposito della “crisi di coscienza” che turberebbe le notti insonni di alcuni finiani “moderati” irresistibilmente attratti dal richiamo della foresta di Arcore, B. chiama finalmente le cose con il loro nome. E, col piglio del banditore di piazza, lancia la campagna acquisti come parole forti e chiare: “Tutti i nostri parlamentari che, avendo prima deciso di fare parte di un nuovo gruppo, dovessero, per senso di responsabilità e per lealtà verso gli elettori che li hanno votati, decidere di restare nel gruppo Pdl, tutti, nessuno escluso, potranno contare sulla nostra amicizia, solidarietà e lealtà, anche nel momento della formazione delle liste elettorali”. Manca soltanto il listino prezzi per quantificare “la nostra amicizia, solidarietà e lealtà”, ma l’uomo, l’ometto, è capace di tutto: anche di estrarre una mazzetta di banconote fascettate e farla frusciare in diretta tv con la consueta eleganza, invitando gli amici finiani a passare alla cassa. Nel 1994, quando Bossi scaricò il primo governo B., alcuni fedelissimi dell’Umberto raccontarono che i venditori ambulanti del Cavaliere li avevano avvicinati offrendo 200 milioni di lire a cranio e un posto sicuro nel nuovo Parlamento se avessero abbandonato il Senatùr per seguire la scissione di Luigi Negri (segretario della Lega lombarda) e dar vita a una Lega di stretta osservanza berlusconiana, quella che B. chiamava “la vera Lega”: la sua. Molti nei mesi e negli anni successivi, mentre Bossi sbraitava contro “Berluskaz”, “Berluskaiser”, “il mafioso di Arcore”, “il nazistoide”, “trafficante di droga” e altre carinerie, cedettero alle sirene arcoriane e scesero dal Carroccio per montare in groppa al Cavaliere: Patelli, Gnutti, Comino e tanti altri. Nel breve volgere di pochi mesi si trasformarono in altrettanti pensionati e si pentirono amaramente di aver creduto alle promesse del Gran Bugiardo, essendo divenuti inaffidabili tanto per la Lega quanto per Lui, che ha bisogno di servi fedeli, non di avventizi dell’ultimo giorno. Stessa sorte toccherà ai finiani che rientrassero all’ovile: incassata la mesata, sparirebbero dalle liste e dalla scena politica dans l’espace d’un matin. Ma c’è da giurare che qualcuno ci cascherà. Lui lo sa e avvia la campagna acquisti, avendo passato la vita a comprare tutto e tutti. Il suo appello all’“amicizia” ricorda la scena de “La grande guerra”, quando la voce dell’austriaco invita gli italiani in trincea ad arrendersi perché non hanno nulla da temere, allora Sordi e Gassman alzano una paletta e se la ritrovano crivellata di proiettili... Il tariffario, ovviamente, sarà proporzionato al peso politico dei fuorusciti in retromarcia. Pare che il Cavaliere abbia pronti tre pacchi-dono di diverse dimensioni. Il più grande e appetitoso sarà riservato ai ministri finiani: tre panettoni, Magnum di champagne, salama da sugo, buono-escort per tre utilizzazioni mensili da spendere nel supermarket Tarantini, vacanza-premio all inclusive in una delle ville del Residente del Consiglio, un giro sullo yacht di Piersilvio, una particina a Raifiction per fidanzate al seguito, coupon per una legge ad personam da spendere alla prima necessità. Il pacco medio è per i viceministri: due panettoni, una bottiglia di moscato, zampone precotto con lenticchie, buono-escort per due utilizzazioni l’anno, visita guidata al mausoleo di Arcore con diritto di prelazione su un massimo di due loculi, incontro tete à tete con Capezzone e/o Bonaiuti, intervista gratuita a Signorini. Il pacco piccolo è per parlamentari semplici: un panettone, un bicchiere di vino sfuso della casa, confezione di sofficini, cena a lume di candela con la prima esclusa al concorso “Velone”, week-end last minute a Villa Certosa con pranzo al sacco a spese del visitatore e lezioni di politica a cura di Cicchitto e Brunetta, rientro domenica sera con batteria di pentole antiaderenti in omaggio. Affrettarsi con le chiamate, ultime disponibilità.

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 5 settembre, in edicola
Reperito su intenet: Perquelchemiriguarda.com

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