Dopo le parole del ministro dell'Interno, che ha parlato di "un incidente", Gaspare Marrone racconta i momenti precedenti la raffica di colpi sparata dal guardiacoste italo-libico contro il suo peschereccio. "Non possono averci scambiati per clandestini, gli ho detto chiaramente che eravamo italiani e che stavamo lavorando. Volevano ammazzarci"
ROMA - "Ma quale incidente, Maroni dica quello che vuole. Ma non possono averci scambiato con una barca di clandestini o con altro. Io ho parlato con il comandante della nave libica in Vhs e glio ho detto con chiarezza che eravamo italiani e che stavamo lavorando".
Gaspare Marrone, comandante del motopesca "Ariete" crivellato dai colpi 1 della mitragliatrice del guardiacoste italo-libico, non ci sta alla teoria dell'incidente che il ministro Maroni ha sostenuto 2 a Canale5. "Ora è chiaro che su quella nave c'erano nostri militari della Guardia di finanza - commenta Marrone - quando io ho mi sono rivolto a quell'uomo che parlava perfettamente la nostra lingua, gli ho chiesto se fossero italiani. Mi ha detto che era un guardiacoste libico, se mi avesse detto che era italiano avrei subito fermato le macchine".
Anziché chiarire quanto successo, ora le dichiarazioni del titolare del Viminale sembrano complicare l'intera faccenda: perché se la motovedetta libica era perfettamente a conoscenza - come sostiene Marone - di trovarsi di fronte a pescatori italiani, ha aperto il fuoco? E perché i sei militari italiani non lo hanno impedito ai loro "colleghi" libici che fanno parte dell'equipaggio misto? Quelle motovedette, in base al Trattato dell'Amicizia, devono contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, non impedire ai pescatori italiani la pesca nelle acque internazionali del golfo della Sirte che i libici ritengono di loro proprietà.
"Era impossibile scambiarci per qualcos'altro - incalza il comandante dell'Ariete - la nostra è una barca di 36 metri attrezzata con macchinari da pesca modernissimi, impossibile fare confusione. Loro invece hanno sparato ad altezza uomo. Se avessero voluto intimidirci, sparavano in aria, in acqua. Invece la mia barca ha 50 fori da una paratia all'altra. Ma che comportamento è questo? E Maroni lo chiama un incidente? Dica quello che vuole, ma le cose non sono così, quelli sparavano per ammazzarci, ad altezza uomo. E sapevano che eravano pescatori".
Fonte: Repubblica.it
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ROMA - "Ma quale incidente, Maroni dica quello che vuole. Ma non possono averci scambiato con una barca di clandestini o con altro. Io ho parlato con il comandante della nave libica in Vhs e glio ho detto con chiarezza che eravamo italiani e che stavamo lavorando".
Gaspare Marrone, comandante del motopesca "Ariete" crivellato dai colpi 1 della mitragliatrice del guardiacoste italo-libico, non ci sta alla teoria dell'incidente che il ministro Maroni ha sostenuto 2 a Canale5. "Ora è chiaro che su quella nave c'erano nostri militari della Guardia di finanza - commenta Marrone - quando io ho mi sono rivolto a quell'uomo che parlava perfettamente la nostra lingua, gli ho chiesto se fossero italiani. Mi ha detto che era un guardiacoste libico, se mi avesse detto che era italiano avrei subito fermato le macchine".
Anziché chiarire quanto successo, ora le dichiarazioni del titolare del Viminale sembrano complicare l'intera faccenda: perché se la motovedetta libica era perfettamente a conoscenza - come sostiene Marone - di trovarsi di fronte a pescatori italiani, ha aperto il fuoco? E perché i sei militari italiani non lo hanno impedito ai loro "colleghi" libici che fanno parte dell'equipaggio misto? Quelle motovedette, in base al Trattato dell'Amicizia, devono contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, non impedire ai pescatori italiani la pesca nelle acque internazionali del golfo della Sirte che i libici ritengono di loro proprietà.
"Era impossibile scambiarci per qualcos'altro - incalza il comandante dell'Ariete - la nostra è una barca di 36 metri attrezzata con macchinari da pesca modernissimi, impossibile fare confusione. Loro invece hanno sparato ad altezza uomo. Se avessero voluto intimidirci, sparavano in aria, in acqua. Invece la mia barca ha 50 fori da una paratia all'altra. Ma che comportamento è questo? E Maroni lo chiama un incidente? Dica quello che vuole, ma le cose non sono così, quelli sparavano per ammazzarci, ad altezza uomo. E sapevano che eravano pescatori".
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