Scuole con Marcello Dell’Utri, formazione all’Edilnord di Berlusconi, ex tesoriere di Forza Italia. Le parole del consigliere Antonio Verro (Pdl) valgono tanto: “Michele Santoro può lavorare per la Rai, anzi deve perché siamo obbligati da una sentenza. Ma noi vogliamo un programma diverso da Annozero: meno fazioso, più terzo. Toglierei i monologhi di Travaglio, non possiamo ascoltarli senza contraddittorio”. Verro svela disinvolto il pezzo mancante del progetto: Mauro Masi farà votare un piano di produzione senza Annozero e la dicitura “spazio Santoro”, chiederà al conduttore di creare dal nulla una trasmissione. Nuova nel titolo, nel formato e nei protagonisti: via Marco Travaglio, via Vauro. “Di certo non possiamo pretendere che faccia un contenitore di musica, proprio perché il giudice che l’ha reintegrato – aggiunge Verro al Fatto Quotidiano – specifica che deve andare in prima serata e occuparsi di informazione e approfondimento. Non possiamo esporre l’azienda a ricorsi e denunce. Ma nel segno del rinnovamento possiamo suggerire di cambiare: un talento come Santoro può organizzare varie cose in fretta…”.
Pronto X-Factor Giovedì musica
I puntini sospensivi lasciano intendere una risatina di Verro, un suono difficile da trascrivere. Ora c’è la data: giovedì 22 luglio, Cda in forma balneare, il direttore generale Masi spegnerà le ultime speranze di rivedere Annozero a settembre. Poi sarà scontro totale. Non è facile per nessuno avviare un programma in due mesi comprese le vacanze d’agosto. E sarà peggio per Santoro in un’azienda pronta a costruire nottetempo il muro della burocrazia: “Io non mollo Annozero. Le battaglie non mi spaventano”, ripete il conduttore. Eppure per il giovedì di Rai Due è in corsa X-Factor, il Sanremo per cantanti dilettanti.
La coppia presidente e direttore generale
Santoro mai potrà accettare intromissioni editoriali del Cda, peraltro vietate da leggi e regolamenti, anche se il direttore di rete – almeno ad oggi è Massimo Liofredi – è sempre in perfetta sintonia con il direttore generale. Masi e la maggioranza giocano sul tempo, aiutati dal continuo rinvio dei palinsesti. In termini tecnici: il presidente Rai ha il potere di convocare il Consiglio e redigere l’ordine del giorno. I palinsesti giacciono da un mese in viale Mazzini, bloccano l’intera offerta Rai, nonostante la presentazione ufficiale a Sipra. E un capostruttura fa una domanda: “Perché Garimberti ha evitato di accelerare la partita? Annozero, Parla con me…”. Abbiamo cercato il presidente – che annunciava “Annozero può ricominciare!” – per girargli il quesito. Ha risposto, e rimesso subito giù: “Con voi non parlo perché siete aggressivi”. Come il gergo giornalistico prevede: ambienti vicini al presidente fanno sapere… Dunque: dicono che il fare e disfare in Consiglio era una buona tattica, poiché proporre un voto singolo su Annozero era dannoso. Una furbata per fregare Masi, ma il dg ha fregato tutti. Qualcuno a viale Mazzini notò la strana convergenza tra Masi e Garimberti sull’infornata di nomine: il dg che indica l’ex ministro (berlusconiano) Urbani al vertice di Sipra, il presidente che prepara il Consiglio sul tema. Soltanto un vizio di procedura – sollevato da Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten – impedì la consegna della pubblicità Rai a un caro amico della concorrenza Mediaset.
Come fermare il piano di Masi?
La minoranza fa riunioni e conta i giorni dal Cda decisivo, preparano una disperata sorpresa e giurano guerra a Masi. La minoranza significa Rizzo Nervo e Van Straten del Pd più l’eventuale voto comune di Garimberti e la solita astensione di De Laurentiis (Udc). I colleghi di Pdl e Lega nord seguiranno compatti Masi che, senza perifrasi, su Annozero rischia la poltrona. Curiosa, però, la difesa del leghista Roberto Castelli a Radio 2: “Io spero che sia Annozero. Santoro è meno pericoloso di altri. Sono per la libertà di espressione, seppur distante da me e contraria al mio pensiero”. E ancora: “Siamo a uno stillicidio su Santoro”, dicono il senatore Vincenzo Vita (Pd) e Giuseppe Giulietti (Articolo 21). Da segnalare: Masi e Garimberti verranno ascoltati in Vigilanza – l’audizione è in agenda – per raccontare ai parlamentari l’impegno aziendale per il pluralismo e il bilancio.
Fonte: IlFattoQuotidiano.it
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