
E Libero ne ha trovati addirittura due. Alla Procura di Roma. Il pm Caperna che indaga su Di Pietro “è un bell’uomo, alto e distinto”, mentre l’altro , Pisani, “è minuto e affabile”. Finalmente due pm che piacciono a Libero . Anche fisicamente. Il Pompiere della Sera, dall’alto delle sue campagne moralizzatrici sui suoi editori pregiudicati (Ligresti) e imputati (Geronzi), si domanda se il Fatto darà la notizia dell’indagine su Di Pietro o la nasconderà. Spettacolare la “Nota” di Massimo Franco, il pompiere capo ieri moderatamente piromane: dicendo che la sua iscrizione è un “atto dovuto” in seguito alla denuncia di Veltri, cioè la pura verità, Di Pietro “tenta di screditare in anticipo qualunque possibilità che l’indagine possa metterlo nei guai”. Molto meglio gridare al complotto delle toghe azzurre pilotate dai nemici politici, invocare l’immunità e la privacy, attaccare la Costituzione, depenalizzare la truffa, invocare un lodo Di Pietro.
Gran finale di Franco: “‘Male non fare, paura non ave re ’, dice ai militanti il leader nella sua memoria. Ma la scelta di rovesciare valanghe di documenti sul proprio sito è la conferma di un imbarazzo palpa bile”. Ma certo: se uno non risponde alle domande, strilla al complotto e sfugge alla giustizia, vuol dire che non ha nulla da temere. Se invece risponde subito nel merito con “valanghe di documenti” per dimostrare che non ha nulla da nascondere, vuol dire che è imbarazzato. Chissà cosa c’è sotto. Ps. Nell’editoriale “L’enigma Brancher”, Pigi Battista si domanda perché mai Brancher sia diventato ministro, visto che non lo voleva neppure Bossi e, nel suo piccolo, nemmeno Gasparri. “Una scelta estrosa”, insomma. A un certo punto accenna al legittimo impedimento che lo mette al riparo dal processo Antonveneta, ma subito lo liquida come “un sospetto ing iusto”. La notizia che Brancher pagava tangenti per la Fininvest e, in tre mesi di carcere, tenne la bocca chiusa, non gli è pervenuta. Lui del resto è ancora convinto che i bambini li porti la cicogna o si trovino sotto un cavolo. La mamma non gli ha ancora detto nulla.
Fonte: Il fatto quotidiano del 23 giugno, in edicola
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