Il fatto è accaduto a Udine. A chiedere l'intervento degli agenti è stato Luca Dordolo, capogruppo della Lega in consiglio comunale."Con i tempi che corrono non si può mai sapere e in più la donna si stava dirigendo verso il duomo che è un obiettivo sensibile", ha detto il leghista quando ha scoperto che la signora era la moglie di un ingegnere di un'azienda di Buttri
Vede una donna con il burqa, la fotografa e la fa identificare dalla polizia. È accaduto ieri pomeriggio, in via Stringher, e a chiedere l’intervento della Digos è stato il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, Luca Dordolo. «Con i tempi che corrono non si può mai sapere cosa possono nascondere sotto l’abito nero e in più la donna si stava dirigendo verso il duomo che è un obiettivo sensibile» ha motivato il leghista quando ha scoperto che la signora è moglie di un ingegnere della Danieli e che la famiglia è ospite dell’azienda di Buttrio.
Erano circa le 17.30 quando Dordolo, a bordo di un’auto, percorreva via Stringher per prendere parte da lì a poco alla seduta del consiglio comunale. «A un certo punto – racconta il consigliere – ho visto un bambino attraversare la strada di corsa spaventato, mi sono girato e ho visto la donna con il burqa». Dordolo non ha perso tempo, ha bloccato l’auto, è sceso e con il telefonino e ha immortalato la donna che passeggiava in centro con il marito e un bambino nel passeggino. Dopodiché si è rivolto all’uomo e gli ha detto: «Non si va in giro vestiti così». Non avendo ricevuto alcuna risposta Dordolo ha ripetuto lo stesso ammonimento in inglese ricevendo dallo straniero solo un gesto di indifferenza.
E di fronte a quel gesto il leghista non ha esitato a comporre il 113 sulla tastiera del telefonino: «C’è una persona travisata che si sta dirigendo verso piazza Duomo» ha affermato invitando la Digos a identificarla.
L’intervento della polizia non si è fatto attendere, in pochi minuti gli agenti sono arrivati sul posto e hanno identificato la coppia: «Lui è un ingegnere che lavora alla Danieli – ha riferito sempre Dordolo – e lei è sua moglie». L’ingegnere, infatti, sarebbe impegnato in uno stage nell’azienda di Buttrio. Tutto in regole tant’è che nei loro confronti non è stato preso alcun provvedimento.
Il caso, però, è destinato a far discutere anche perché Dordolo non intende abbassare la guardia. «Chiedo agli islamici di non utilizzare il burqa negli ambienti pubblici dove le persone devono essere riconoscibili se non altro per non spaventare i bambini» ha spiegato, ieri sera, a margine del consiglio comunale, nel riferire che, nei giorni scorsi, altre donne con il volto coperto sono state viste passeggiare nel parco Foni e nel quartiere di San Paolo. «Non sono belle da vedere – ha ribadito – e generano timori e sospetti».
Inutile dire che la posizione del capogruppo del Carroccio non è piaciuta al sindaco, Furio Honsell, che ha trasformato l’a ccoglienza degli stranieri in uno dei suoi cavalli di battaglia. «La legislazione italiana non mi sembra vieti alle persone di passeggiare con il volto completamente coperto e comunque chiamare la digos non mi sembra un esempio da imitare. Anche perché – ha sottolineato il sindaco – la polizia è impegnata a garantire la sicurezza su fronti ben più problematici». In ogni caso per Honsell il fatto che a Udine ci siano persone che indossano il burqa «è un non problema».
Dello stesso avviso il segretario regionale di Rifondazione comunista, Kristian Franzil, che fa parte anche dell’esecutivo di palazzo D’Aronco: «La Lega – ha affermato – continua a creare solo tensioni. La questione del velo non si risolve chiamando la polizia. Anche in città ci sono diverse associazioni, tra cui le Donne in nero, che si occupano di questo».
Fonte: MessaggeroVeneto.it
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Vede una donna con il burqa, la fotografa e la fa identificare dalla polizia. È accaduto ieri pomeriggio, in via Stringher, e a chiedere l’intervento della Digos è stato il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, Luca Dordolo. «Con i tempi che corrono non si può mai sapere cosa possono nascondere sotto l’abito nero e in più la donna si stava dirigendo verso il duomo che è un obiettivo sensibile» ha motivato il leghista quando ha scoperto che la signora è moglie di un ingegnere della Danieli e che la famiglia è ospite dell’azienda di Buttrio.
Erano circa le 17.30 quando Dordolo, a bordo di un’auto, percorreva via Stringher per prendere parte da lì a poco alla seduta del consiglio comunale. «A un certo punto – racconta il consigliere – ho visto un bambino attraversare la strada di corsa spaventato, mi sono girato e ho visto la donna con il burqa». Dordolo non ha perso tempo, ha bloccato l’auto, è sceso e con il telefonino e ha immortalato la donna che passeggiava in centro con il marito e un bambino nel passeggino. Dopodiché si è rivolto all’uomo e gli ha detto: «Non si va in giro vestiti così». Non avendo ricevuto alcuna risposta Dordolo ha ripetuto lo stesso ammonimento in inglese ricevendo dallo straniero solo un gesto di indifferenza.
E di fronte a quel gesto il leghista non ha esitato a comporre il 113 sulla tastiera del telefonino: «C’è una persona travisata che si sta dirigendo verso piazza Duomo» ha affermato invitando la Digos a identificarla.
L’intervento della polizia non si è fatto attendere, in pochi minuti gli agenti sono arrivati sul posto e hanno identificato la coppia: «Lui è un ingegnere che lavora alla Danieli – ha riferito sempre Dordolo – e lei è sua moglie». L’ingegnere, infatti, sarebbe impegnato in uno stage nell’azienda di Buttrio. Tutto in regole tant’è che nei loro confronti non è stato preso alcun provvedimento.
Il caso, però, è destinato a far discutere anche perché Dordolo non intende abbassare la guardia. «Chiedo agli islamici di non utilizzare il burqa negli ambienti pubblici dove le persone devono essere riconoscibili se non altro per non spaventare i bambini» ha spiegato, ieri sera, a margine del consiglio comunale, nel riferire che, nei giorni scorsi, altre donne con il volto coperto sono state viste passeggiare nel parco Foni e nel quartiere di San Paolo. «Non sono belle da vedere – ha ribadito – e generano timori e sospetti».
Inutile dire che la posizione del capogruppo del Carroccio non è piaciuta al sindaco, Furio Honsell, che ha trasformato l’a ccoglienza degli stranieri in uno dei suoi cavalli di battaglia. «La legislazione italiana non mi sembra vieti alle persone di passeggiare con il volto completamente coperto e comunque chiamare la digos non mi sembra un esempio da imitare. Anche perché – ha sottolineato il sindaco – la polizia è impegnata a garantire la sicurezza su fronti ben più problematici». In ogni caso per Honsell il fatto che a Udine ci siano persone che indossano il burqa «è un non problema».
Dello stesso avviso il segretario regionale di Rifondazione comunista, Kristian Franzil, che fa parte anche dell’esecutivo di palazzo D’Aronco: «La Lega – ha affermato – continua a creare solo tensioni. La questione del velo non si risolve chiamando la polizia. Anche in città ci sono diverse associazioni, tra cui le Donne in nero, che si occupano di questo».
Fonte: MessaggeroVeneto.it
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