ROMA - Sei cliniche "San Raffaele" del gruppo Tosinvest Sanità degli Angelucci sono state poste sotto "sequestro conservativo ante causam" dalla Corte dei conti. Lo ha scritto ieri sul suo sito online il quotidiano Terra. I magistrati contabili vogliono insomma cautelare le casse del servizio sanitario regionale e, in particolare, quelle della Asl Rm H dei Castelli romani, dai possibili danni erariali, stimati in 134 milioni. Danni che dovranno però essere accertati anche nel procedimento penale aperto dalla procura di Velletri contro l'operato dei dirigenti della clinica San Raffaele di quella città, di ispettori e funzionari compiacenti che, secondo i magistrati avrebbero eseguito ricoveri finti per finte riabilitazioni.
Le cliniche San Raffaele poste sotto sequestro (ma la cui attività non è stata interrotta) sono quelle di Velletri, di Roma (in via della Pisana e al Portuense), di Cassino e di Sulmona.
Sono pesanti le accuse per i dirigenti Tosinvest: al San Raffaele di Velletri, 8 ricoveri su 10 sono apparsi al magistrato orientati a finte riabilitazioni. Nessuno controllava né denunciava quanto accadeva anche quando nella clinica ci sono stati casi di Tbc. Bastava spendere il nome degli Angelucci per superare ostacoli burocratici e accaparrarsi la benevola compiacenza degli ispettori. Questo scrisse più di un anno fa il gip Roberto Nespeca nelle 836 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare che ha messo sotto accusa l'impero sanitario, immobiliare, editoriale e finanziario di Antonio e Giampaolo Angelucci.
A Velletri, secondo l'accusa, con la complicità di alcuni medici di base, si eseguivano ricoveri finti. Un ispettore della Asl Rm H, il 18 giugno 2007, diceva a un collega: "L'80% dei ricoveri di riabilitazione al San Raffaele? Patologie finte". Poi arrivò la nuova norma (riabilitazione solo dopo il ricovero): "Aooh", ghignava l'ispettore, "ho impegnative del San Raffaele che fanno ridere... Il medico scrive: "Si richiede ricovero in day hospital"". Negli atti degli inquirenti, anche le affermazioni di un dirigente della RmH su soldi e appartamenti per alti funzionari della Regione.
"Abbiamo piena fiducia nei magistrati contabili", scrive il presidente della San Raffaele spa, Carlo Trivelli. "Ovviamente riteniamo la misura ingiustificata e per questo i nostri legali hanno presentato istanza di revoca del provvedimento". "Auspichiamo", conclude Trivelli, "di poter, al più presto, dimostrare la legittimità dell'operato del nostro centro di Velletri e la conformità alle disposizioni legislative delle attività svolte".
Fonte: Repubblica.it
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