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Raid dei disoccupati, panico a Napoli autobus distrutti e cassonetti a fuoco





Pomeriggio di 'guerriglia urbana' a Napoli, dove un un centinaio di disoccupati ha incendiato cassonetti e rifiuti, e danneggiato cinque autobus dell'Anm. I disordini si sono concentrati lungo Via Foria, tra l'ingresso dell'Orto Botanico e la Caserma Garibaldi. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco che hanno spento i focolai di incendio, e gli uomini della polizia municipale che hanno chiuso la strada al traffico. Coinvolto negli incidenti, ma senza subire danni, anche un bus turistico proveniente da Roma, al momento senza passeggeri. A scatenare la furia dei senza lavoro, l'esito di una riunione che nella mattinata si era svolta in Prefettura: si doveva decidere del loro futuro, del prosieguo dei progetti di inserimento lavorativo. Il nulla di fatto avrebbe determinato la violenta reazione.

I disoccupati che hanno messo a ferro e fuoco Via Foria sono sbucati all'improvviso da alcuni vicoletti. Con delle tenaglie hanno divelto le camere d'aria delle ruote degli bus e spaccato i vetri con martelletti e punte di trapano. In uno degli autobus distrutti si trovavano una donna con un bambino piccolo, che scesi dal mezzo si sono rifugiati in uno dei negozi lungo la strada. Nei dintorni, i benzinai allo scoppio dei disordini, hanno chiuso i distributori e messo in sicurezza gli impianti. Anche i negozianti hanno accolto all'interno dei propri esercizi i passanti spaventati, per poi abbassare le saracinesche. Su un mezzo della linea 12, alcune persone, dopo essere salite a bordo, hanno scaricato l'estintore alla presenza dei passeggeri, e poi hanno cominciato anche in questo caso a rompere i vetri.

Urla, terrore, bimbi che piangevano. Chi ha visto racconta e descrive attimi di puro terrore. Per Stefano, autista dell'autobus numero 201, non è per la prima volta: l'episodio di oggi è il secondo in tre mesi e, quasi rassegnato, dice "ci siamo abituati". "Li abbiamo visti sbucare, in circa cinquanta da vico Colonne - racconta - hanno catapultato e incendiato i cassonetti, poi hanno iniziato a distruggere i nostri mezzi. Con delle pinze hanno tagliato le camere d'aria delle ruote, e con martelletti e punte di trapano hanno rotto i vetri. Il bus era affollatissimo e i passeggeri hanno iniziato a urlare. A bordo c'era anche una donna con un bimbo di soli pochi mesi. Appena mi sono reso conto di quello che stava accadendo, ho aperto le porte e ho fatto scendere tutti".

Giovanni, autista da tredici anni, un raid come questo, invece, non lo aveva visto mai. E, descrivendo la follia di quegli attimi, racconta anche di un 'buono' tra i 'cattivi'. "Quando sono saliti sul bus, uno di loro ha visto una signora invalida, con delle stampelle - racconta - e ha cercato di fermare gli altri. Ma ormai la furia era già pienamente in azione". "In quegli attimi non riuscivo a capire se volevano bruciare, rompere tutto o perfino aggredirci", aggiunge. Terrore anche tra i negozianti del posto che hanno immediatamente abbassato le saracinesche e tra i gestori di ben quattro distributori di benzina: i titolari, quando hanno visto che venivano incendiati cassonetti poco distanti, hanno immediatamente chiuso le valvole di emergenza. Raid, dicono i testimoni, perfettamente organizzati: durati pochi secondi ma con effetti devastanti.

Increduli di assistere a scene di guerriglia nel pieno centro di Napoli, alcuni turisti hanno perfino immortalato tutto con foto e immagini video. Una coppia in vacanza in città è rimasta esterrefatta da quanto visto, e della foto 'ricordo' dei un pomeriggio di violenza a Napoli. Gli agenti della Digos hanno arrestato uno dei manifestanti che ha preso parte all'incendio dei cassonetti attuato da gruppi di senzalavoro. Si tratta di un uomo di 39 anni che dovrà rispondere di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale: aderente alla sigla Unione disoccupati napoletani, è inserito nel progetto formativo della Regione 'B.r.o.s'. Sei le persone fermate.

Gli investigatori della questura partenopea stanno però provvedendo a identificare gli altri partecipanti al raid. "Ci costituiremo parte civile nei confronti di tutti coloro che saranno ritenuti responsabili - dice il presidente dell'Azienda napoletana mobilità, Antonio Simeone - sono atti che condanniamo - perché sono contro i dipendenti, contro i cittadini e, soprattutto, contro un bene pubblico come il servizio di trasporto".

Ma non è la prima volta che autobus dell'Anm, a Napoli, vengono distrutti dai gruppi di disoccupati organizzati. Assalti di persone incappucciate, come oggi, messi in atto quasi sempre alla presenza di passeggeri. Il 16 ottobre dello scorso anno mezzi affollati di cittadini furono presi di mira con bottiglie piene di benzina, minacce e atti di teppismo. In poche ore tre i raid che furono messi a punto da gruppi incappucciati in diverse zone della città: nella centrale piazza Cavour, in via Nicolini e nel piazzale dell'ospedale Cardarelli. "Scendete altrimenti bruciamo vivi anche voi", queste le minacce rivolte ai passeggeri. In un caso un autobus fu completamente incendiato, in un altro si registrarono seri danni; altri tre assalti non sarebbero andati a buon fine. Prima ancora, il 15 maggio, in piazza Carlo III un autobus fu incendiato.

Ed ancora, il 30 ottobre 2009 ancora due mezzi distrutti: un mezzo della linea 178 in piazza Neghelli, nel quartiere di Piscinola, fu dato alle fiamme e solo la prontezza del personale nell'usare l'estintore, consentì di limitare i danni. Poco dopo a Marianella, su un bus della linea 170, fu lanciata una biglia da un fucile ad aria compressa, per fortuna senza conseguenze. La regia di tutto quasi sempre la stessa: gruppi di disoccupati organizzati.

Fonte: repubblica.it

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