NAPOLI — Parlano tutti. Moratti e Bergamo, Bergamo e Galliani, Foti e Bergamo, Cellino e Bergamo. Dirigenti di società grandi e piccole contattano il designatore arbitrale e i carabinieri intercettano e registrano. C’è anche chi (Meani, Milan) non chiama il designatore ma un arbitro (Collina), e pure in questo caso i carabinieri ascoltano e registrano. È l'indagine che sfocerà nel processo Calciopoli contro Luciano Moggi. Non tutte le telefonate intercettate vengono ritenute interessanti sotto il profilo penale. Quelle che pubblichiamo qui di seguito non sono oggetto di contestazioni da parte della procura di Napoli. Rappresentano, però, la controffensiva del collegio di avvocati che assistono l'ex direttore generale della Juventus. I loro consulenti stanno ascoltando le registrazioni di oltre 170 mila telefonate, alla ricerca di quelle che possano essere utili alla difesa, pronta a sferrare l'attacco già dalla prossima udienza, il 13 aprile. Ecco con quali armi.
LO CHIAMAVAN BRONTOLO
Fine febbraio 2005, Leandro Meani, ex arbitro e poi dirigente del Milan delegato ai rapporti con il mondo arbitrale, chiama il suo ex collega, rimasto amico, Pierluigi Collina, all'epoca ancora in attività. Non fanno nomi, ma secondo l'interpretazione filo-moggiana parlano dei più alti dirigenti milanisti.
Meani: «Ti prometto che quando diventerai designatore non ti chiamo più...» Collina: «Dai ah ah ah» Meani: «Mi ricorderò sempre che quando avevamo posto il veto a Pisacreta l'unico che mi ha chiamato per dirmi che sbagliavamo è stato lui, Brontolo...»
Collina: «Va buono dai, ho provato a chiamarlo ma da una parte è staccato, il cellulare è staccato, all'altra probabilmente la segretaria non c'è...»
Meani: «Il massimo sai cos'è? Che lui va a San Siro assieme all'altro, il peggiore con cui trattare è lui, no perché a lui non va bene niente, fuori qui, su, giù, chi sono questi, chi è quest'altro...sono tutti i casini che fa, poi è cattivo come l'aglio... gli allenatori fan casino e lui li manda via...è micidiale capito?»
Collina: «No ti dicevo ho chiamato il capo...» Meani: «Sì, il grande capo» Collina: «Ma il cellulare era staccato, segreteria, invece quello dell'ufficio diretto ti passava il centralino, io tramite il centralino preferivo evitare per cui...»
BERGAMO CHIEDE CONFORTO
Aprile 2005, uno dei due designatori arbitrali dell'epoca, Paolo Bergamo, telefona a Galliani alla vigilia di Milan-Juve.
Galliani: «Questi signori han perso la testa mi creda, perché ci sono comportamenti nei confronti dell'universo, in Lega in Federazione...»
Bergamo: «Glielo voglio dire perché si sappia, tra me e lei naturalmente...»
Galliani: «Non si preoccupi tale rimane...»
Bergamo: «Io posso sbagliare magari una griglia, penso che un arbitro sia in forma e magari non è in forma, oppure l'arbitro è in forma e sbaglia, però a priori voler sbagliare è tutta un'altra cosa, mi taglierei le mani mi creda... Ecco questo filo che ho con lei vorrei tenerlo fino a giugno dottore...»
Galliani: «No no no ma poi si vedrà...adesso vediamo la fine del campionato...con i giusti equilibri...»
Bergamo: «Mi faccia sentire un po’ il suo calore in questo momento perché...» Galliani: «Assolutamente...» Bergamo: «Sono solo, non solo, meno che solo...»
Galliani: « Ma no no ci sono io...»
CELLINO VS COLLINA
Il 22 febbraio 2005 il presidente del Cagliari Massimo Cellino parla al telefono con Paolo Bergamo.
Cellino: «Sono contrario a dare un anno di proroga a Collina... è una persona che non mi fa impazzire, e anche come arbitro ha culo, ma non mi fa impazzire, è uno molto fortunato ma non mi fa impazzire (...) Vuole la proroga? E vada in Inghilterra, vada in Giappone...Ma vai dove c... vuoi...Paparesta è arbitro di livello, Collina gli pulisce le scarpe...»
Bergamo: «Vedo che capisce»
GRIGLIE SEMPRE GRIGLIE
Ancora aprile 2005, si sta per giocare Fiorentina-Milan e si avvicina Milan-Juventus, sfida scudetto. I designatori debbono preparare le griglie per la scelta degli arbitri, e Bergamo ne parla con Meani.
Meani: «Te chi mi mandi a Firenze?» Bergamo: «Come griglia? Te dici come griglia di arbitri? L'abbiamo fatta a 3 ma mi fai dire una cosa che con Gigi (Pierluigi Pairetto, l'altro designatore, ndr) non abbiamo ancora concordato... Ho in mente di metterne tre perché non voglio preclusioni e gli arbitri sono Messina, Farina e Rodomonti per me, poi sentiamo Gigi perché poi immaginerai quelli che sono i tre che voglio mettere la domenica successiva»
Meani: «Ho capito, tu vuoi mettere Paparesta» Bergamo: «Sì» Meani: «Collina» Bergamo: «Sì» Meani: «Trefoloni» Bergamo: «Sissignore, e mi ci gioco la testa»
Meani: «Però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto...»
Bergamo: «Stai tranquillo, stai tranquillo...»
Meani: «Perché se no gli tagliamo la testa noi» Bergamo: «Stai tranquillo» Meani: «Se no chiamalo e parlagli»
L'ARTBITRO CONCORDATO
Nel novembre 2004, alla vigilia di Parma-Reggina, Bergamo mette il presidente dei calabresi Lillo Foti al corrente delle decisioni che lui e Pairetto prenderanno nella scelta dell'arbitro.
Bergamo: «Domani c'è il sorteggio a Roma, lo fa Gigi. Abbiamo pensato a Parma-Reggina da seconda fascia perché in prima fascia non ci va, e in seconda fascia c'è un po' di esperti, anche un giovane che sta facendo bene, vediamo un po' che cosa vi tocca...»
Foti: «Ti raccomando che è troppo importante...»
Bergamo: Ti dico: c'è un esperto, De Santis, c'è Morganti, che è un altro esperto, Saccani ha fatto una quarantina di gare in serie A e poi il giovane è Tagliavento che vogliamo lanciarlo... a meno che domani mattina si cambi qualche idea, ti do quello che avevamo concordato...»
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