HERAT - Sembrava destinata a far scoppiare la polemica la scelta dei tre volontari di Emergency di non accettare il volo di Stato per rientrare in Italia. Ma le cose non stanno così, precisa Emergency: «Si tratta soltanto di un equivoco: non è vero che i tre operatori di Emergency si sono rifiutati di viaggiare con un aereo di stato» ha dichiarato Rossella Miccio del direttivo di Emergency ai giornalisti presenti all'ospedale dell'associazione a Kabul. «Stiamo valutando tutte le possibilità di rientro con l'ambasciatore Massimo Iannucci che è qui con noi. È ovvio che i noti problemi meteorologici non aiutano un rientro più rapido possibile». «Sono qui cercando di praticare tutte le vie possibili per il rientro. Per il momento sembra si faccia prima con un volo commerciale sul quale anche io viaggerò insieme a loro». ha detto oggi l'inviato speciale per l'Afghanistan Massimo Iannucci a proposito del rientro dei tre operatori italiani di Emergency liberati ieri a Kabul.
LA NOTIZIA - In mattinata si era infatti diffusa la notizia che i tre operatori di Emergency liberati domenica dalle autorità afghane avevano deciso di non voler tornare in Italia con un volo di Stato. Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani sarebbero dovuti rientrare in Italia con il Falcon dell'Aeronautica che sta conducendo in Afghanistan il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, che parteciperà al cambio del comando del contingente italiano; ma secondo una prima versione dei fatti i tre avevano appunto rifiutato l'offerta del volo di Stato.
CROSETTO: «FATTO CHE SI COMMENTA DA SOLO» - La prima replica a questa scelta era arrivata proprio dal sottosegretario alla Difesa: «Tre cittadini italiani si rifiutano di salire su un aereo che è stato messo a loro disposizione da quello stesso Stato che li ha fatti tornare liberi. Non ho parole, è un fatto che si commenta da solo».
Fonte: Corriere.it
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