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Di Pietro. "Dobbiamo prepararci, darò io una svegliata al PD"


ROMA - "La ragione per cui ho chiesto un incontro a Bersani è stata proprio questa: l'opposizione non deve trovarsi impreparata di fronte a quello che sta accadendo nel Pdl". Antonio Di Pietro è reduce da un incontro mattutino con il segretario Pier Luigi Bersani nella sede del Pd in largo del Nazareno. È il giorno del duello rusticano tra Berlusconi e Fini, e il leader di "Italia dei valori" è molto netto sulla necessità che l'opposizione acceleri le sue scelte.

Di Pietro, lei pensa che il Pd sia lento nell'iniziativa politica?
"Io credo che l'opposizione non debba aspettare. Non dobbiamo pensare di avere tempo fino al 2013. Non è vero che è presto per scegliere il candidato premier del centrosinistra. Secondo me, dobbiamo farlo entro qualche mese al massimo. Inoltre ho proposto a Bersani un insieme di incontri programmatici tra Pd e "Italia dei valori" per stabilire appunto le linee programmatiche di massima dell'opposizione. Da parte nostra, siamo partiti per tempo. Il Pd lo stiamo aspettando, ma si fa attendere. Il mio appello è che non sia soggetto passivo".

Ormai siamo di fronte a una crisi politica del centrodestra?
"Più che una crisi politica io vedo il senso di responsabilità di Gianfranco Fini nel dare un ruolo alla sua funzione e, più in generale, nel ridare ruolo al Parlamento che non deve essere uno zerbino e per questo Berlusconi lo vuole buttare fuori come un extracomunitario senza permesso di soggiorno. Noi dobbiamo fare in modo di aiutare Fini. E sia chiaro, non c'entra l'ipotesi di Kadima, cioè del terzo polo di cui parla Rutelli, che cade di là e cade di qua... Piuttosto, Fini progetta una destra europea, moderna che porti avanti le proprie idee".

E sul fronte del centrosinistra, invece?
"Abbiamo bisogno di una coalizione riconoscibile e di una leadership che faccia sintesi, non di rimettere insieme tanti partitini".

Lei si candiderebbe come premier?
"Né Di Pietro, né Vendola: noi andiamo bene per giocare all'attacco. Ma c'è bisogno di un regista che dia il senso della sintesi, del gioco d'insieme".

Lei è sempre critico con il Pd?
"Conosco il Pd più di molti del Pd: il loro problema non sta al centro ma nella periferia, nei tanti referenti locali. Oggi con Bersani abbiamo parlato anche del Trentino, dove Idv andrà da sola perché non abbiamo trovato l'interlocutore. In Sardegna dovremmo andare in coalizione. In Basilicata, dove Idv ha raccolto il 10 per cento di consensi ed è il secondo partito, abbiamo da poche ore appreso che non siamo in giunta. Si sono scordati di chiamarci, hanno dimenticato che esiste Idv. Hanno pensato di coprire le caselle di giunta con le varie componenti. Bersani era imbarazzato. Ho chiamato il presidente della Regione Basilicata e gli ho detto: "Scusa se mi sono permesso di farti vincere"... ora vedremo. Ma io passo sopra tutto questo, il Pd è in fase delicata. In piccolo succede al Pd quello che sta succedendo al Pdl. Non voglio essere polemico, ma servire di sprone agli amici democratici".

Fonte: Repubblica.it

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