Il pm milanese Grazia Pradella ha chiesto una condanna a 21 anni di reclusione per Pier Paolo Brega Massone, l'ex primario di Chirurgia toracica della clinica Santa Rita, nel processo sui presunti interventi inutili e dannosi effettuati nella casa di cura milanese al solo fine di gonfiare i rimborsi. Per i suoi due aiuti, Fabio Presicci e Marco Pansera, la richiesta è rispettivamente di otto e 14 anni.
La richiesta è arrivata al termine dell'udienza del processo nei confronti di nove tra medici e manager della ex clinica milanese Santa Rita (oggi Istituto clinico Città studi) imputati per aver praticato interventi inutili e in alcuni casi dannosi al fine di gonfiare i rimborsi dovuti dal Servizio sanitario nazionale.
Nella sua requisitoria, la Pradella ha ricordato che Brega Massone è coinvolto in 83 casi di lesioni aggravate (in sei non come primo operatore), Presicci in 68 casi (di cui dieci come primo operatore) e Pansera in 32 casi (14 in qualità di secondo operatore). "Un numero impressionante di reati", ha commentato il pm. Prima di fare le sue richieste, il magistrato ha anche chiesto l'aggravante della crudeltà per i casi che hanno avuto come vittime i pazienti giunti alla Santa Rita con condizioni di salute già compromesse o in fase terminale. Infine il magistrato ha rimarcato che non venga concesso a nessuno degli imputati le attenuanti generiche.
Meno pesanti le richieste per Mario Baldini (tre anni e quattro mesi), Paolo Regolo (tre anni), Giuseppe Sala (due anni), Augusto Vercesi (due anni e mezzo), Giorgio Raponi ed Eleonora Bassanino (tre anni per entrambi). Nei mesi scorsi il proprietario della clinica, il notaio Francesco Paolo Pipitone, aveva patteggiato quattro anni e quattro mesi di carcere.
Brega Massone ha voluto ribadire davanti ai cronisti di aver "agito sempre in buona fede". Uscendo dall'aula, l'ex primario ha risposto a chi gli chiedeva un commento sulla richiesta del pm: "Non so cosa dire. E' un'accusa pesante. Non ho nulla da aggiungere, se non che ora parlerà la difesa". Ai cronisti che gli chiedevano se gli avessero dato più fastidio le parole del pm sulle sue capacità professionali o quelle sulle sue attitudini umane, l'imputato ha risposto "mi ha dato fastidio tutto".
Fonte: Repubblica.it
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